Ogni qual volta mi trovo col mio capo che mi fa una ramanzina (da scherzosa a grave) piango. Litigo col mio ragazzo e piango. Litigo con i miei genitori e piango. Insomma quando c'è un confronto in cui vengo contestata bruscamente o comunque solo contestata, la collera mi prende e invece di dire ciò che vorrei.. piango. poi in situazioni drammatiche in cui l'unica cosa da fare sarebbe piangere, sono caoace di rimanere lucida e non mi esce nemmeno una lacrima. Da piccola, tutti mi dicono, che piangevo sempre. Ho qualcosa che non va?
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29 MAG 2015
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Buongiorno gentile Sabrina,
oltre le preziose risposte dei colleghi prima di me, vorrei porle una serie di domande che potrebbero esserle d'ispirazione nell'interrogarsi per comprendere se stessa: quando chiede se c'è qualcosa in lei che non và, lei sente che è cosi? Dopo aver pianto in situazioni di forte stress per lei, come si sente? Riesce ad afferrare in lei come mai il pianto sopraggiunge al posto delle parole che vorrebbe esprimere in sua difesa? E le parole che vorrebbe poter dire, di che entità sono?
Ecco, potrebbe partire da questi spunti e poi decidere come risolvere.
Le faccio tanti cari auguri e resto a sua disposizione per ulteriori delucidazioni.
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma
26 MAG 2015
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Gentile Sabrina,
il pianto può essere il canale attraverso cui esprimere le proprie emozioni e stati d'animo. Nel suo caso sembrerebbe essere il canale privilegiato ed esperito con maggiore frequenza da sempre. Altri due elementi importanti cui prestare attenzione sono da un lato il fatto che lei in qualche modo si aspetta di piangere e quindi non oppone alcuna resistenza, dall'altro il fatto che evidentemente questa strategia le arreca, al di là del disagio riportato, qualche vantaggio secondario (per esempio lo scaricare la tensione, la rabbia...). Potrebbe esserle utile un percorso psicologico nel quale entrare in contatto con le sue emozioni, con i meccanismi attraverso i quali le regola potendo così capire il suo pianto ed identificare eventuali altre strategie che le consentono di raggiungere i medesimi obiettivi.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Stefania Valagussa
26 MAG 2015
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Cara Sabrina, certo che hai qualcosa che non va, hai un'enorme rabbia repressa che copri col pianto, una forma di manipolazione dell'altro. La scena del capo ti ricorda, inconsciamente, qualche scena infantile, che ripetutamente hai vissuto? Grazie, ti auguro buona giornata. Dott. Valentino Bacco
26 MAG 2015
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Cara Sabrina, la sua difficoltà è legata all'espressione emotiva. Probabilmente nel corso della sua storia il pianto si è rivelato funzionale in varie circostanze, mentre altri modi di espressione delle emozioni sono stati scoraggiati. E' importante che lei lavori insieme a uno psicoterapeuta per apprendere come modulare le proprie emozioni in modo funzionale. Si ricordi sempre che è fondamentale riconoscere ed esprimere le emozioni; ciò che dobbiamo imparare è usarle in modo costruttivo e non distruttivo.
Spero di esserle stata d'aiuto. Rimango a sua disposizione.
Dott.ssa Maria Concetta Culcasi
26 MAG 2015
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Buongiorno Sabrina.
Prima di tutto l'idea che ci sia un metodo "giusto" per affrontare le problematiche quotidiane già di per sé è un fattore che potrebbe creare uno stress maggiore nella gestione di queste situazioni. In fondo piangere è il metodo principe attraverso il quale si esprime la propria tristezza. Piuttosto mi fa riflettere il fatto che per te sia un problema: senti vergogna nel piangere in quelle situazioni? Ti fa sentire forte invece non farlo quando la situazione è "drammatica"? Senza entrare troppo in profondità, che non credo sia moralmente etico in questo contesto, forse una piccola luce per illuminare questo dubbio è situata in questa dicotomia. Buona fortuna Sabrina e come dicevano i greci: "con il sale lasciato dalle lacrime ci si possono costruire città".
26 MAG 2015
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Gentile Sabrina,
da quello che scrive sembra proprio che non si permetta di sentirsi arrabbiata e di potersi affermare con assertività quando vive situazioni conflittuali o discute con le persone con cui si relaziona. Sarebbe interessante porle altre domande al fine di scoprire qualcosa in più rispetto a ciò che sente. Quello che posso dirle é che le emozioni rappresentano un mezzo eccellente di comunicazione con l'esterno, sono una risorsa e non qualcosa da eliminare, nemmeno quelle negative. Se ha compreso che spesso piange anche quando si sente arrabbiata, probabilmente, ciò significa che, nel corso delle sue esperienze, ha imparato la strategia di piangere per fronteggiare situazioni negative. In altre parole, il suo pianto é stato rinforzato più volte nel corso del tempo e , al contrario invece é stata scoraggiata o proibita la manifestazione della sua rabbia autentica, quale emozione vera in certe circostanze come lei ben afferma. Ogni emozione, positiva o negativa che sia, é associata ad un bisogno da soddisfare e ad un'azione opportuna da mettere in atto per esprimere all'esterno ciò che si sente in profondità. E' molto interessante il fatto che lei stessa abbia consapevolezza che, per esempio nei confronti del suo capo, vorrebbe rispondere e dire qualcosa e invece si trattiene. Ancor più interessante sarebbe capire, quando e in relazione a chi nel passato, ha imparato a reagire col pianto. Rimango a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordialmente.
Dott.ssa Anna Gallucci
25 MAG 2015
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Cara Sabrina
diciamo che c'è una "soglia bassa" di reazione emotiva e le lacrime sono diventate per lei il canale privilegiato per esprimere emozioni.
Credo anche che il meccanismo si sia rafforzato dal momento che ora lei si aspetta di piangere e quindi non c'è minima opposizione.
Quando però davvero è in situazioni difficili dimostra controllo e questo è importante.
Nel quotidiano forse deve rafforzare la sua autostima che credo abbia qualcosa a che fare con le reazioni descritte.
Uno Psicoterapeuta l'aiuterebbe molto!
Saluti
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna
25 MAG 2015
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Cara Sabrina,
non c'entra avere o no qualcosa che non va ma bensì i suoi vissuti. Vorrebbe fronteggiare le situazioni in modo diverso? Che emozioni prova al momento delle "ramanzine"?
Vale la pena indagare i suoi vissuti con uno specialista.
Cordialmente,
Dott.ssa Martina Gerbi
25 MAG 2015
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Cara Sabrina,
ci sta dicendo che il suo è un pianto di rabbia. E' quindi possibile che in situazioni di tristezza la sua risposta non sia il pianto.
La sua risposta di pianto nei momenti di rabbia e frustrazione la sta mettendo in difficoltà, quindi è bene che lei la esplori con accuratezza.
Che vantaggi le offre il pianto? forse potrebbe ricevere parole tenere e la discussione potrebbe concludersi, evitandole il disagio di restare nel conflitto, difendersi, spiegarsi e comunicare con assertività.
Potrebbe rivolgersi ad uno psicologo della sua zona per conoscere meglio le dinamiche emotive e cognitive che la portano al pianto ed elaborare strategie di risposta alternative, più assertive.
Resto a disposizione per approfondimenti.
Cordialmente,
Dott.ssa Francesca Fontanella