Salve, vi spiego la questione... Io piango tantissimo per il nervoso ma non solo... E non riesco a capire bene cosa lo provochi... Mi capita soprattutto durante confronti in cui mi pare di non essere capita o nemmeno ascoltata, oppure mi capita se magari mi chiamano all'ultimo momento per andare a fare delle cose ed io mi ero già prefissata che ne volevo fare delle altre (di solito vengo chiamata in una situazione per me di stress e vengo allontanata da una di relax)... Mi capita anche di piangere per situazioni dove magari provoco disagio ad altre persone (per aver preso certe decisioni) e piango perche mi sento in colpa (anche cose banali, a volte, come la scelta di quale film vedere al cinema per dire) e poi piango perche ho iniziato a piangere... Magari perche c'è una di quelle situazioni, iniziò a sentire che mi sta venendo da piangere e con più cerco di evitarlo con piu mi viene da piangere ma io davvero non lo vorrei proprio... Mi capita sia con chi conosco che con sconosciuti presenti... Non riesco proprio a trattenermi... Appena mi passa il pianto mi sento una cretina piagnona... Non so perche... Anche perché mi so confrontare benissimo con gli altri e so argomentare molto bene le mie ragioni, ma quando è qualcosa che mi preme di più o vedo che non viene capito ciò che io dico ecco che parte il pianto, vado in confusione e non riesco più ad argomentare come vorrei e parto ad urlare piangendo le mie, ora incomprensibili, ragioni.
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20 FEB 2018
· Questa risposta è stata utile per 13 persone
Gentile Alice,
Il pianto incontrollato può rappresentare quella che in letteratura viene indicata come emozione parassita, un'emozione che si sostituisce ad altre che si è imparato a considerare come socialmente inappropriate. In questo caso l'emozione parassita sarebbe la tristezza. La mia è solo una proposta di riflessione fondata sull'esperienza clinica con pazienti che riportavano questo comportamento.
Le consiglierei di rivolgersi ad un professionista che la possa accompagnare nella riscoperta di uno spettro emozionale più ampio in modo da affrancarsi dal pianto quale espressione privilegiata dei diversi stati di disagio quotidianamente sperimentabili.
La ringrazio del quesito e rimango a disposizione per ulteriori informazioni.
22 FEB 2018
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Carissima Alice il pianto è uno sfogo delle nostre emozioni che sia rabbia o felicità il nostro equilibrio psicologico ha bisogno di esternare.
Sarebbe peggio tenersi sensazioni emozioni negative dentro di sé. Non sentirti fragile se piangi anzi sei molto forte xché riesci a esternare e a sfogarti con il pianto. Il consiglio è una psicoterapia individuale con un percorso che ti aiuti a capire i propri stati d animo e ad avere maggiore sicurezza in te stessa.
Cordiali saluti dott.ssa Bonaria Peri psicologa psicoterapeuta
21 FEB 2018
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Alice buonasera,
il pianto, come viene descritto nella sua lettera, può segnalare l'inizio di una forma depressiva. Al suo posto non lo sottovaluterei. Al più presto si faccia aiutare da una psicoterapeuta di fiducia. Potrebbero essere sufficienti pochi incontri, una terapia finalizzata a rafforzare il suo carattere e la sua emotività. Cordiali saluti
dott.ssa Elisabetta Rizzi
21 FEB 2018
· Questa risposta è stata utile per 7 persone
Cara Alice, il pianto è uno strumento che spesso il nostro organismo utilizza per liberarsi dalla tensione. Questa tensione può essere causata da stress, paura, rabbia, tristezza ovvero da emozioni che facciamo fatica a esprimere adeguatamente. I mio consiglio è quello di intraprendere un percorso individuale di psicoterapia.
Nel suo specifico caso una psicoterapia cognitivo-comportamentale potrebbe rivelarsi molto utile, poiché attraverso la tecnica di ristrutturazione cognitiva vengono analizzati i pensieri automatici disfunzionali che molto probabilmente sono causa del suo pianto. Inoltre un training di comunicazione assertiva potrebbe aiutarla ad esprimere al meglio non solo i suoi pensieri, ma anche le sue emozioni.
Sono a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Vangelio