Mio figlio di 2 anni e 7 mesi frequenta il nido da 10 giorni (é stato anche lo scorso anno ma per pochi mesi per via della pandemia). Quando lo lascio scoppia in crisi isteriche di pianto che passano dopo poco (la maestra puntualmente allega foto di lui che gioca tranquillo). Già dal risveglio comincia col lamentarsi che non vuole andare per poi esplodere quando arriviamo davanti la porta. Da un po' di pomeriggi si sveglia nel cuore del sonnellino piangendo e cercandomi e facendo fatica a realizzare che sono con lui... Poi passa e riprende sonno. Quando vado a prenderlo (sta solo la mattina), é sereno, mi viene incontro e mi racconta quello che ha fatto. Vorrebbe a volte che entrassi con lui a giocare. Insomma, non cerca la fuga...
Questo pianto e questo suo malessere mi distruggono. Le maestre sostengono che sia meglio non tergiversare e lasciarlo nell'arco di pochi minuti, anche se in lacrime. É giusto? Oppure sarebbe meglio rallentare e riprendere un lento inserimento che mi vede presente con lui un po' di più? Premetto che a pranzo (che fa al nido) mangia sereno.
Cosa posso fare per aiutarlo? É giusto insistere?
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
16 SET 2020
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buonasera, il problema sembra sia più il suo che del suo bambino che manifesta una capacità di adattamento al distacco da lei dopo diversi mesi in cui, causa covid, non ha potuto frequentare il nido.
Tolleri i suoi sentimenti e non lasci che la distruggano.
Sta agendo bene
Dott. Masucci A.
17 SET 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno, il pianto a volte anche drammatico dei bambini che si trovano a dover affrontare il distacco dalla figura materna è assolutamente fisiologico. Anzi questo pianto offre un indicazione significativa sul legame madre e figlio, dal punto di vista emotivo. Capisco il suo stato d'animo. Sarebbe opportuno accompagnare il bambino e con fare sereno e tranquillo lasciarlo in custodia alle maestre. Si mostri rassicurante e tranquilla, già da casa durante la preparazione per l'uscita, fino al nido. Eviti un fare sbrigativo, al contrario calmo e fermo. Suo figlio è piccino e si affida a lei per conoscere l'ambiente circostante. Se lei sarà serena, suo figlio si sentirà più rilassato.
17 SET 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Fede,
Si scorge immediatamente quanto lei sia una persona che rivolge a sé uno sguardo critico e quanto sia una brava mamma nel cercare di fare il meglio per il suo bimbo! La prima parte della sua storia è raccontata come una fiaba, un qualcosa di già affrontato a cui non segue una domanda precisa. Forse in cuor suo sa che il comportamento del suo bambino è più che sano, poiché dopo il pianto disperato alla separazione riesce a ritrovare la calma e la tranquillità. La seconda parte della storia mostra invece una sofferenza nitida, improvvisa, cruda: "questo suo pianto e questo suo malessere mi distruggono". Il consiglio che le posso dare è di rivolgersi ad un professionista che possa affrontare con lei il suo dolore, le sue difficoltà e i suoi dubbi con delicatezza.
In bocca al lupo
Dott.ssa Noemi Taddio