Salve, scrivo nella speranza di ricevere un chiarimento in quanto, pur avendoci riflettuto tanto e consultato vari professionisti, non riesco a capire quale sia in effetti il mio problema che mi impedisce di vivere pacificamente e quindi in che modo affrontarlo. Ho alcuni tratti tipici della personalità borderline: emozioni intense e incontrollabili e bruschi cambiamenti di umore, paura dell'abbandono, comportamenti implusivi (nel mangiare, nelle spese, scatti di rabbia forti anche per motivi futili seguiti da senso di colpa, talvolta autolesionismo). Ho anche diverse caratteristiche della personalità ossessiva: perfezionismo in alcuni settori (alimentazione, estetica), mania per le liste, incapacità di delagare i compiti, ipercontrollo e ipercritica sulle persone care. Soffro inoltre, ma solo a periodi, di depersonalizzazione e episodi disforia di genere. Credo che alla base di tutto ciò ci sia un grave trauma emotivo, e penso che la causa potrebbe essere la perdita di un gemello durante la gestazione (sindrome del gemello evanescente), ma è una ipotesi non verificabile anche se io soggettivamente la sento molto veritiera. Comunque, non so come affrontare la mia situazione, dato che nessuno mi fa diagnosi e tutti sminuiscono i miei problemi... vi chiedo gentilmente un aiuto anche perché non sapendo gestirmi temo di rovinare la vita dei miei figli. Grazie
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26 APR 2018
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Gentile Signora Nadir, la Sua descrizione della struttura sintomatica e del la possibile causa originaria è impeccabile. Se Vi è giunta da sola non comprendo perchè altri specialisti, ai quali mi sembra di capire si e' rivolta, minimizzino questa sintomatologia. La causa da Lei ipotizzata è plausibile ma probabilmente si accompagna anche ad una carenza primaria di cure e attenzioni parentali. Il disturbo, o secondo quanto proposto dalla Nancy Mc. Williams, la struttura border line può essere efficacemente elaborata e risolta con una seria psicoanalisi, che, stante anche il Suo livello di comprensione del tema, mi sembra di poter assicurare una prognosi fausta. I tempi dipendono dall'impegno e motivazione personale e dalla metodologia psicoterapeutica adottata. S. Freud faceva sedute quotidiane di più ore. Oggi molte " scuole" propongono tempi e frequenza assai più laschi. La metodologia micropsicoanalitica segue le orme originarie di Freud, ampliandole ed accostando supporti terapeutici molto articolati, quali lo studio delle fotografie, dei luoghi di vita, dell'albero genealogico ( ovviamente sotto il profilo delle storie e vicende di vita degli antenati prossimi e sperabilmente più lontani).
Con molta cordialità. Dr. Marco Tartari, Roatto Asti
26 APR 2018
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Nadir,
La sua richiesta è comprensibile: sembra soffrire molto per via di alcune modalità che ritiene poco adeguate al contesto, rigidamente strutturate e difficilmente gestibili.
Una diagnosi chiara è un punto di partenza importante per il professionista, che ha da strutturare un piano di trattamento coerente. Tuttavia per il cliente che sperimenta un simile disagio rischierebbe di rappresentare un rigido etichettamento del problema. Il mio invito per lei è cercare e affidarsi a un professionista della sua zona, che la aiuti non tanto a ricevere una etichetta diagnostica, quanto un'attenzione accurata ai processi che sono alla base dei suoi comportamenti e delle sue sofferenze.
Le auguro di trovare il suo equilibrio nella focalizzazione su ciò che sono le sue modalità
25 APR 2018
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Gentile Nadir,
Comprendo il disagio e la difficoltà di affrontare tutto ciò da sola, tuttavia focalizzarsi esclusivamente sulla diagnosi è di poca utilità. Quello che potrebbe aiutarla, è un percorso psicologico strutturato in cui lei sceglie una professionista in grado di sostenerla e accoglierla per migliorare la qualità di vita. Le etichette diagnostiche non sono di grande utilità alla soluzione dei problemi...
Resto a disposizione
Dott.ssa Donatella Costa
25 APR 2018
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Buongiorno Nadir,
I sintomi che lei elenca sono numerosi e pesanti, ma ciò di cui ha bisogno non è una diagnosi, ma una psicoterapia mirata ad approfondire certi meccanismi e ad indirizzarla verso nuove modalità comportamentali. Quindi non mi soffermerei troppo sul "perché" ciò avviene, ma sul "come" poter cambiare in modo funzionale. A questo proposito le consiglio di indirizzarsi verso la Terapia Strategica, molto utile in casi come il suo.
Cordiali saluti
Dr.ssa M. Sara Sanavio
Perugia
