Perdita del desiderio

Inviata da Carlo S. · 29 giu 2017 Terapia di coppia

Salve, mi chiamo Carlo, ho 25 anni e attualmente svolgo la specialistica in Psicologia Clinica; sono attualmente un anno fuori corso (subito dopo aver conseguito la triennale nei tempi prestabiliti, ho lavorato per un periodo di circa 2 anni e mezzo, perdendo così il "ritmo" degli studi), e mi restano ben 7 esami ed il tirocinio da svolgere. Domani pomeriggio avrò l'esame, il cui esito è già scontato per me: andrà male. Sento di aver perso non solo il desiderio del prosieguo della carriera universitaria, bensì il "Desiderio" stesso: il futuro mi è totalmente incerto, non sono in grado di proiettare alcun "investimento" che mi restituisca il senso per il quale sto continuando questo percorso. Eppure smisi di lavorare proprio per dedicarmi alla conclusione della specialistica, ma ad oggi, proseguo a rilento e ormai ho quasi 26 anni; sento lo scorrere del tempo come una minaccia, ho paura che questo nichilismo che mi attanaglia, presto potrà avvilupparmi completamente. Mi piace suonare, ma è da molto che non dedico più spazio e tempo alla musica. Non faccio più sport e mi sento sempre stanco, anche se spesso resto in casa tutta la giornata. Le relazioni sono comunque "nella norma"; frequento conoscenti ed amici, ho una relazione soddisfacente con una ragazza, con la quale spero di poter preservare intatto il nostro legame, sono iscritto ad un partito, quindi ho un ideale, seguo la politica, studio la storia, il pensiero di eminenti figure mondiali, chiedo e mi confronto. Ho avuto due perdite significative nella mia vita: quella mia madre e mia nonna, morte a distanza di poco tempo l'una dall'altra. Non vorrei scrivere un intervento troppo prolisso, per cui tornerò al fattore "università": ho constatato che l'esperienza della triennale fu alquanto disumana, (alla discussione della mia tesi la mia relatrice non era nemmeno presente e non lesse nemmeno la bozza, tanto per dirne una). Oltretutto dopo aver dato decine di esami, studiato modelli su modelli di autori, ne so meno di altre materie che studio per diletto nel tempo libero. Tutto ciò è deprimente, ma ormai non so nemmeno cosa fare. Ho quasi 26 anni, ergo non sono più giovanissimo e non posso permettermi di abbandonare gli studi "così"; mio padre non mi invoglia a continuare, anzi dice che se lasciassi mi "libererei da certe paranoie". Ma dove sarebbe la mia coerenza e integrità se abdicassi all mia assunzioni di responsabilità... se non fossi cioè nemmeno in grado di concludere un percorso di studi, ebbene, come potrei serbare intatto il mio Ideale, che considero agli antipodi di quel nichilismo che sento comunque più vicino di un tempo. Stavo per questo valutando un percorso di psicoterapia. Vi ringrazio per l'attenzione. Chiedo venia per gli eventuali refusi, ma purtroppo sono dal tablet e mi risulta difficile la digitazione.

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Miglior risposta 29 GIU 2017

Gentile Carlo,
come ha chiaramente spiegato, sono tante le motivazioni del suo sconforto e mi sono ritrovata in molti aspetti della sua descrizione: all'università siamo esposti a così tante informazioni, autori, teorie e metodi ma, arrivati al termine del percorso, non abbiamo ancora le idee chiare su cosa sarà il nostro lavoro e quali gli strumenti da adottare. Sicuramente nell'attuazione delle sue scelte, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che la guiderà e le darà delle strategie per pianificare al meglio le sue azioni. Potrebbe scoprire proprio in questa esperienza se le interessa fare lo psicoterapeuta, oppure se cambiare ambito: potrebbe approfittare del tirocinio per sperimentare un campo della psicologia che ancora non conosce.
Con qualche sacrificio e un impegno su se stesso, ad esempio il dedicarsi almeno un'ora al giorno alle sue passioni, come la musica o l'attività fisica, potrebbe rimandare al post laurea la decisione se continuare in questo ambito o cercare un altro lavoro: avrà un titolo in più e la possibilità di ritornare nei suoi passi qualora volesse "far pace" con la Psicologia. Potrebbe scoprire che, a differenza di altre, questa professione offre tante possibilità di mettere in gioco una mente sensibile come la sua.
Per approfondire non esiti a contattarmi.
Buon pomeriggio
Dott.ssa Ilaria Albano

Dr. Ilaria Albano Psicologo a Milano

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3 LUG 2017

Carissimo, poste le domande che i miei colleghi le hanno già diligentemente suggerito, vorrei chiederle perché non deve NON completare gli studi? Mi chiedo, al di là del discorso fatto sul "portare a termine", il perché di tale dictat, il significato incoercibile che assume questa cosa per lei. Quali sarebbero le conseguenze per lei se ad un certo punto dicesse: sai che c'è... non mi va di continuare e di prendere questo titolo!
Cosa cambierebbe per lei da quel momento?

Dottoressa Ilaria Restivo Psicologo a Palermo

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2 LUG 2017

Gentile Carlo,
sarebbe interessante sapere cosa ti ha spinto, dopo la triennale, a cercare lavoro anzichè proseguire il biennio per la laurea magistrale.
Sarebbe anche interessante conoscere la cronologia dei due eventi luttuosi che ti hanno colpito relativamente a questo periodo di distacco dallo studio.
Sembra che tu non sia più interessato alla psicologia. Come mai? Forse più che non essere interessato alla psicologia sembri aver perso l'interesse per goderti la vita!
Trovo giusta la tua riflessione sulla coerenza e sul senso di responsabilità che confluiscono nell'autostima, per rafforzare la quale è bene portare a termine tutto quello che si inizia anche se qualche incidente di percorso ne può rallentare la velocità di esecuzione.
Dalla tua mail trapela un calo del tono dell'umore ed un percorso di psicoterapia ti gioverebbe anche per questo oltre che per aiutarti a mettere ordine nei tuoi pensieri e farti riacquistare più fiducia in te stesso.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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29 GIU 2017

Buonasera Carlo
Ci sono alcuni episodi di perdita che ci ha riportato che andrebbero compresi meglio, e andrebbe compreso anche quanto tempo fa ha subito queste perdite.
Inoltre mi sembra di capire che il suo disagio più importante lei lo "sente" in ambito universitario; ha perso il desiderio di studiare... Cosa non le piace in questo? Qual è l'ipotesi peggiore che potrebbe verificarsi se non portasse a termine gli studi?
Quando si ritrova a studiare, che emozioni prova?
Sembra che per lei continuare questo percorso sia molto importante ma mi sembra di capire che suo padre sia di altra opinione.
Se vuole, provi a spiegarmi meglio questi aspetti.
Sono a disposizione
Dottssa Fabrizia Tudisco

Dott.ssa Fabrizia Tudisco Psicologo a Napoli

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