Salve Dottori. studiare psicologia e diventare psicologa è sempre stato un mio desiderio da quando mi innamorai di questa materia, fin da quando a 15 anni facevole le superiori.Ora ne ho 34 e ho ripreso gli studi per conseguire la maturità e ancora con il sogno di fare questo mestire. La trova una professione bellissima. mi affascina tutto quello che si può ingarbugliare nella testa e può essere snodato. Aiutare l altro a conoscersi a scoprire e sviluppare le proprie potenzialità. essereci per qualcuno, perchè si senta davvero ascoltato e supportato. una professione di aiuto. riflettevo con la mia terapeuta se questo non avesse in se anche un pizzico di egoismo.aiutare l altro per sentirsi in qualche modo importante per qualcuno. mi sono sentita dire che se voglio essere di aiuto non si fa lo psicologo, si può fare l oss, la crocerossina,non il terapeuta. sono rimasta un pò perplessa. non credo ci sia un unica motivazione o che comunque la cosa sia del tutto soggettiva. detto ciò sarei curiosa di sentire il perchè voi avete scelto questa proffessione. aiutare qualcuno per me è un po aiutare anche se stessi.grazie a chi avrà voglia di rispondermi. Linda
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26 DIC 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Salve Linda,
è vero che la professione aiuta il senso di identità personale. E' vero che la curiosità di conoscere le persone e di conoscere sé stessi va di pari passo. E' vero che lo psicologo/psicoterapeuta aiuta i propri pazienti, e che la modalità del proprio intervento non è facilmente confrontabile con le altre professioni sanitarie (e non).
In qualche modo, considerato che lei è attualmente in psicoterapia, credo che conosca già le risposte alle proprie domande. Il resto è materiale di analisi per la sua psicoterapia.
In bocca al lupo.
Saluti
Dott. Claudio Del Muratore
psicologo e psicoterapeuta a Pisa
27 DIC 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buonasera Stranita, la professione di psicologo (ed ancor di più quella di psicoterapeuta) è una lunga conquista. Per come è "organizzata" in Italia, infatti, ci vogliono molti anni prima di poter avere l'etichetta tanto agognata. Per questo, la motivazione iniziale dovrebbe essere molto ma molto elevata ed abbastanza stabile nel tempo. Sicuramente, tra le ragioni di scelta di questa professione c'è il voler essere d'aiuto (con il contraltare, per molti, di cercare di aiutare se stessi). Tuttavia, alla base almeno per me, ci dovrebbe essere una curiosità verso l'altro che è indipendente dal cercare di aiutarlo. Ci dovrebbe essere un'attitudine (spontanea, non forzata o faticosa) a sapere ciò che riguarda gli altri, la loro vita, come la gestiscono, etc. Rispondendo alla sua domanda, dunque, sono sempre stato (anche prima di scegliere la facoltà di Psicologia) attratto dai racconti degli altri su di Sè...sarei rimasto ore a sentire parlare due persone tra loro e di loro, allungando l'orecchio... Poi, addirittura, ho scoperto che esisteva una professione in cui non solo potevo ascoltare la vita dell'altro non di nascosto, non solo egli poteva venire da me, spontaneamente, a raccontarmi di Sè, ma venivo anche pagato per questo...il massimo per uno curioso degli altrui fatti. A parte questo, comunque, che è tra le mie motivazioni di base per cui ho intrapreso questo percorso, c'è stata anche la volontà di essere un libero professionista, non troppo vincolato da orari o regole da seguire per forza. Inoltre, chiaramente, alcune motivazioni possono cambiare man mano che si inizia e prosegue questo lavoro. Per me, ad es., l'iniziale curiosità (di cui sopra) si è tramutata in percezione di poter incidere grandemente nell'esistenza delle persone (con conseguente senso di responsabilità decuplicato). Ecco, se le dovessi dare un suggerimento o parametro che, assolutamente, non dovrebbe mancare in lei è proprio un enorme e sconfinato senso di responsabilità rispetto a ciò che si sta facendo o si sta per fare in seduta. Deve essere chiaro che in questo ambito non c'è possibilità di sbagliare molto (e per molto tempo con una persona). Anche con le migliori intenzioni. Dovrebbe (una volta conseguita la maturità ed iniziati gli studi psicologici) cominciare a comprendere se questo è davvero un mestiere adatto a lei. La maggiorparte delle persone, infatti, si crede capace di parlare di psicologia, dare consigli, leggere i sogni, etc. etc. Ma un conto, come sappiamo, è la pacca sulla spalla ed un conto è una relazione clinica strutturata. Dunque, una volta che avrà compreso queste cose, se deciderà di continuare la professione, essa è una di quelle che da maggiori soddisfazioni emotive (qualche anno fa anche economiche, ora un tantino di meno...). Nel caso capisse che non è il caso di continuare, già solo per questa scelta coraggiosa, avrà comunque non aumentato la sofferenza di qualcuno.
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma
26 DIC 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Per gli stessi Tuoi motivi, e altri ancora, tar cui la meraviglia di scoprire un universo più vasto e con più cose delle stelle del cielo.
Cara futura collega, sarai una brava psicoterapeuta.
Con i miglori auguri. Dr. Marco Tartari, Asti
24 DIC 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Linda,
le auguro di andare avanti nei suoi studi e realizzare il suo desiderio di poter diventare una psicologa.
In questa professione, più ancora che in altre, aiutare il prossimo è sicuramente correlato all'aiutare anche se stesso ma credo che la motivazione non coincida nè con un fatto di egoismo nè col volersi sentire importante per qualcuno.
In realtà, chi pratica la psicoterapia sa bene che sono molto più numerosi i percorsi interrotti (e a volte i drop-out selvaggi) piuttosto che quelli portati avanti per il tempo necessario e completati col raggiungimento degli obbiettivi concordati.
Personalmente l'interesse è nato dall'interrogarmi sul disagio psicologico (mio e degli altri) con la volontà di acquisire le competenze per poterne uscire raggiungendo un miglior equilibrio e/o il benessere possibile.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
24 DIC 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Linda,
Come prima cosa non ascolti chi le dice che per aiutare gli altri bisogna svolgere altri lavori e non la psicologa perché non è assolutamente vero! Ognuno è libero di scegliere la professione che ama davvero ascoltando solo se stesso anzi bisogna ascoltare e rispettare se stessi. Certo che aiutare gli altri significa anche migliorare se stessi e acquisire nuove competenze e conoscenze che verranno utilizzate non solo nella professione ma anche nella vita personale. Io ho scelto la professione di psicologo perché anche a me ha sempre appassionato ed è molto appagante aiutare i propri pazienti a ritrovare un equilibrio esistenziale e a superare problemi di diversi generi. Per qualsiasi ed ulteriore domanda rimango a disposizione
Cordiali saluti
Dott.ssa Rosa Coluccino