Ci sono delle situazioni in cui mi sento a disagio, per esempio quando qualcuno della mia famiglia è gentile con me. È strano che succeda, infatti in realtà non sono mai gentili con me, non ci sono abituato quindi divento tremendamente freddo e sto zitto senza dire nulla. Con i miei amici è diverso: abbracciarci o dimostrarci affetto è normale. Perché invece sono così con la mia famiglia? Da poco è morto uno zio e non ho pianto, mi sono sentito a disagio perché non sapevo cosa fare. Mia madre mi ha chiesto: "cosa ti succede? Non provi nulla?". Perché sono così con la mia famiglia? È grave? Devo preoccuparmi?
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Miglior risposta
20 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 67 persone
Buonasera Antonio, il modo di comunicare le emozioni non è genetico ma appreso, si impara attraverso le relazioni. Anzi, in realtà, gli ultimissimi studi neuropsicologici, di Attaccamento, etc., spostano sempre più indietro (quindi, già quando si è in utero) il momento in cui si imparano e memorizzano tante situazioni, emotive e cognitive, che saranno utilizzate in seguito. Tornando alla sua domanda, forse i modi di esprimere le emozioni e l'affettività, nella sua famiglia, non sono molto diretti, anzi lei (ricordiamoci sempre che qui possiamo formulare solo ipotesi di lavoro), sin da piccolo, ha dovuto ricavare da informazioni indirette come regali, gesti, frasi non francamente collegabili ad una emotività del "presente", ciò che provavano i suoi cari. Questo non perché loro non fossero coinvolti verso di lei ma, probabilmente, perché anche i loro genitori, a loro volta, non sapevano come si faceva ad esprimersi direttamente in modo caldo ed emotivo. Il fatto che lei non abbia pianto al funerale di suo zio, è coerente col quadro che ci ha comunicato. Fortunatamente, in un contesto diverso come quello con gli amici, riesce ad avere un'espressività emotiva più diretta. Personalmente, non credo sia una questione di sentirsi meno giudicato rispetto che in famiglia. Sono più dell'idea che, poiché nelle relazioni (di qualunque tipo) le cose si fanno in due-tre-quattro-etc., con gli amici lei ha un'immagine di Sé con esperienza interazionale positiva ed utile in quell'ambiente. In famiglia, forse, non ha un'immagine o esperienza di Sé che abbraccia, ad es., uno dei suoi cari ed una reazione positiva e reciproca a tale abbraccio. Forse ha solo un'idea di ciò che potrebbe succedere e, se non lo fa, significa, probabilmente, che tale idea non comunica niente di positivo, per cui si evita di farlo.
Le consiglio un sostegno psicologico per potersi "allenare" a fare emergere i suoi stati interni anche in ambiti dove finora è stato difficile, per acquisire anche strumenti relazionali sempre più forti e stabili ed un senso di Sé ancora più flessibile e complesso.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista/Postrazionalista Roma
21 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Buongiorno,
da quello che lei scrive sembra che lei abbia un modo di percepire e trasmettere le emozioni molto coartato.
Anche quello che lei scrive sul come percepisce le gentilezze mi fa pensare che viva questi tipi di "carezze psicologiche " come fasulle di "plastica" questo mi porta a pensare che l'apprendimento emotivo e sociale sia stato incentrato su delle modalità fredde e distanzianti.
Credo che un percorso psicologico potrebbe aiutarla.
Resto a sua disposizione.
Cordiali saluti
Dr. Massimiliano Compagnone
Possibilità di terapia on line
20 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 25 persone
Caro Antonio,
il fatto stesso che ritieni strano il fatto che la tua famiglia sia gentile con te, da’ un iniziale idea del motivo per cui la tua reazione alla loro strana cortesia è freddezza e distacco; semplicemente non ci sei abituato. Il tuo disagio e assenza di dolore rispetto alla morte di tuo zio (materno o paterno?) è un altro elemento che può far ipotizzare assenza di condivisione e vicinanza nei tuoi confronti da parte sua quando era in vita, viceversa o da entrambe le parti. Invece con i tuoi amici ti senti molto più libero di esprimerti, ovvero di essere te stesso. Forse il motivo risiede nel fatto che non ti senti giudicato o bersaglio di aspettative pressanti.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento, anche online.