Tempo fa ho perduto un anello, uno dei miei preferiti. Perduto. L'ho cercato ovunque, ho mandato messaggi alla persone più care chiedendo di cercarlo in luoghi a me familiari; lo immaginavo alle dita di ragazze che non lo meritavano, che magari lo avevano trovato in un bagno di qualche locale e che non sapevano quanto fosse importante per me. Pensavo al mio anello chissà dove, ero molto dispiaciuta di averlo perso. Poi un giorno, l'ho ritrovato. L'ho indossato immediatamente ed ero contenta. A fine giornata, dopo averlo tolto e aver notato che lasciava il colore sulla pelle, mi sono ricordata che lo faceva anche prima e che mi dava fastidio; mi sono ricordata che mi stringeva e che si impigliava dappertutto. Ora, l'anello è sul mio comodino da settimane e non l'ho più indossato. Ho esordito con un esempio pratico per esporvi la mia domanda: perché, psicologicamente parlando, la mente tende a idealizzare qualcosa dopo averlo perso? Il mio ragazzo mi ha lasciata e da quel giorno io ho solo ricordi stupendi, penso a lui come il migliore uomo che abbia mai incontrato, ripenso a momenti romantici e non mi ricordo più le liti, la tensione che c'era... perché in un angolo della mia mente ci sono i ricordi "brutti" e vorrei scoperchiare quel barattolo e farli uscire per riuscire a razionalizzare e a chiudere questo capitolo ma niente. La nostra relazione non era quella a cui penso io ora, è stata una relazione impegnativa, con tensioni, con incertezze e ora, inspiegabilmente, la ricordo come una relazione idilliaca, da film romantico, non mi capacito di come sia potuta finire... È lo stesso ragionamento dell'anello perduto, in questo caso il dolore che sento è ovviamente diverso e più profondo, ma capisco che di base il ragionamento è lo stesso e vorrei capire se è normale perdere qualcosa e ricordarsene come qualcosa di stupendo quando magari così stupendo non era. Penso che sarebbe molto più semplice se si riuscisse a razionalizzare, a ricordarsi i difetti e i problemi legati a quello che abbiamo perso piuttosto che dimenticarli e idealizzare il tutto. Perché succede? Come si può arginare? È normale o succede solo a me?
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26 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Cara Roberta
che bel scritto che hai fatto e, soprattutto, hai reso perfettamente l'idea.
Ci sarebbe molto da dire sai ma qui dobbiamo attenerci ad un certa brevità; quindi cerco di cogliere i punti importanti.
Si la mente fa proprio come tu dici e cioè tende ad avvalorare le cose che non si "possiedono" (possiedono se si tratta di un anello, vivono se si tratta di una relazione o di fatti di vita).
In generale diciamo che si tratta come di un meccanismo di "amplificazione mentale" e questa amplificazione è dovuta al desiderio (questo può anche portare alla idealizzazione di qualcosa che si vorrebbe ma non si ha).
Ora parliamo dell'anello e poi del tuo ragazzo (ex).
Tu dici che l'anello aveva un forte valore affettivo; ecco che, quindi, non era solo un anello, ma un oggetto che aveva racchiuso in sé un valore dovuto ad una storia, a pensieri, ad emozioni che lo ammantavano di una luce speciale e questo nonostante fosse fastidioso, lasciasse un alone scuro e non era, dunque, tanto agevole da portare.
La storia col tuo ragazzo è un po' la stessa cosa ma ancora di più, nel senso che qui si trattava di un rapporto sentimentale.
Rapporto difficile, contrastato, che però aveva tanti momenti belli e dolci, aveva un valore.
Forse i momenti difficili hanno superato i momenti belli (visto che la storia è finita) però sono i "punti di luce" che continuano a nutrire la mente e il cuore e che lasciano intendere che ogni storia è bella, che in queste esperienze viene a svolgersi la vita e che l'amore è il fondamento della vita umana.
In questa relazione vi siete amati, punto!
Perché mai la mente dovrebbe trattenere le cose brutte??? A cosa servirebbe?
(Il meccanismo della rimozione, meccanismo del tutto naturale, evita alla mente una sofferenza inutile che solo sarebbe distruttiva e, in alcuni casi impedirebbe di vivere).
La Rimozione e, ancor più l'amplificazione del bello e del buono, che si è vissuto, è il modo che la vita ha di farci vedere l'essenza delle cose, quelle a cui dobbiamo tendere, quello che potrebbe ancora succedere.
Occorre però lasciar andare il vecchio, l'esperienza vissuta lascia una scia luminosa...mentre se ne va.
Accetta questa cosa e cerca la serenità.
...Ah...a proposito dell'anello... ogni tanto mettilo, l'hai ritrovato ora...
Un caro saluto.
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.
26 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Roberta,
la domanda che hai posto mi induce due riflessioni : la prima è che forse per una situazione combinata di abituazione e senso del possesso siamo portati a svalutare cose e persone che abbiamo sempre disponibili dandole per scontate mentre invece le rivalutiamo e rimpiangiamo quando non lo sono più.
La seconda riflessione è che quando siamo noi a decidere e non i fattori esterni sicuramente soffriamo di meno o per niente a staccarci da cose o persone che avevamo prima mentre così non è quando non siamo noi a prendere questa decisione come è accaduto quando, non volendo, hai perso l'anello e quando è stato il tuo ex a chiudere la relazione.
Riguardo poi alla tendenza ad idealizzare una relazione d'amore appena nata, è una cosa che succede frequentemente e riflette probabilmente dei vuoti affettivi che si vorrebbero colmare troppo velocemente.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
26 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Si, hai ragione, la nostalgia di qualcosa perso consiste in una selezione dei ricordi, scartando i negativi.
E' il motivo per cui ai funerali pure un assassino "era una brava persona"
25 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buonasera,
Non fornendo dettagli della sua personalità o storia provo: probabilmente il suo vedere tutto positivo, idilliaco come afferma lei stessa può essere un meccanismo di difesa che si è sviluppato negli anni per mascherare i Veri ricordi. Come avviene nel sogno dove c'è la censura onirica, che nasconde, trasfigura i contenuti dell'inconscio.