Perché quando sto in mezzo alla gente mi manca l'aria e inizio a tremare?

Inviata da Fabiola · 21 ago 2015 Fobie

Salve a tutti, spero davvero qualcuno mi possa aiutare perché sono disperata. Sono una ragazza di 27 anni e ho un problema che sta rendendo la mia vita difficile. Vivo in un paese piccolino e sin da quando sono piccola sono stata sempre isolata e ho ricevuto dispetti di ogni tipo, per tali motivi sono cresciuta con la consapevolezza fossi inadeguata, sbagliata e inferiore a tutti. Questo fino all'età di 20 anni quando mi sono fidanzata e ho iniziato a frequentare soltanto il paese del mio ragazzo. Anche se all'inizio socializzare è stato un trauma, piano piano tutti mi hanno fatta "integrare" e con l'aiuto del mio ragazzo ora mi sento perfettamente libera di dire ciò che voglio, mi sento una donna matura, mi sento ACCETTATA. Il problema sorge dal momento in cui i miei (essendo figlia unica) decidono di comprarci casa per una convivenza o matrimonio nel mio paese, e io ho accettato passivamente senza ribellarmi e il mio ragazzo, pensando fosse la scelta più giusta per me, ha accettato. Da quando ho capito che la mia vita si svolgerà nel mio paese ogni volta che esco mi manca il respiro, inizio a tremare, mi sento osservata, mi sento inferiore oltre che molto sola. Ne ho parlato con i miei e mi dicono che non devo dare peso alla gente e quindi vivere qui tranquillamente e poi andare al paese del mio ragazzo quando voglio dato che dista 30 km. Il mio ragazzo ritiene che devo risolvere questo problema perché se anche andassimo a vivere nel suo paese lui teme che non appena ho uno screzio o discussione con qualcuno mi capiti la stessa cosa. Io in tutto ciò da una parte vivo con il desiderio di andare a vivere nel paese del mio ragazzo perché mi sento un'altra persona, è come se avessi una doppia personalità, dall'altra ho i sensi di colpa di aver fatto comprare una casa ai miei nel mio paese. Temo di stare deludendo i miei genitori, il mio ragazzo "minaccia" di lasciarmi, ma perché nessuno capisce il mio disagio? Cosa devo fare?Ringrazio in anticipo chi mi risponderà.

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Miglior risposta 21 AGO 2015

Gentile Fabiola,
dal suo intervento emerge chiaramente la consapevolezza ansia e paura sperimentate nelle relazioni sociali incidono negativamente sulla qualità della sua vita. Proprio per questo motivo, e al di là delle pressioni che possono venirle dall'esterno, è importante che una volta e per tutte affronti questa ansia. Si conceda la possibilità di intraprendere un percorso psicologico con una duplice finalità: analizzare, interpretare ed affrontare il sintomo descritto da un lato e riflettere ed esplorare se stessa ed il suo funzionamento (sociale in primis) dall'altro. Questo le consentirà di capire dove il problema fonda le sue radici e da cosa è mantenuto.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Stefania Valagussa

Dott.ssa Stefania Valagussa Psicologo a Concorezzo

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24 AGO 2015

A mio avviso lei ha dei conflitti non risolti che durano da tanto tempo e che, naturalmente, riguardano il rapporto con i suoi familiari. E' necessario indagarli e venirne a capo. Anche perché non credo proprio che trasferendosi da un'altra parte questi conflitti spariranno, riappariranno sotto altre forme, ma riappariranno. Non si può sfuggire al proprio carattere, non si può fuggire da sé stessi. Ritengo indispensabile una consulenza psicologica.

Dott. Sergio Rossi Psicologo a Spoleto

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24 AGO 2015

Cara Fabiola,

la sintomatologia che lei descrive, che si esplica solitamente a livello sociale, sembra nascondere i nodi profondi che legano problematiche che andrebbero ricercate nelle relazioni con la famiglia di origine. A volte cerchiamo di "svincolarsi" quando ancora non abbiamo "messo i conti a posto". Spesso cerchiamo la soluzione del problema laddove non troviamo risposta o quella che troviamo non ci soddisfa abbastanza.
Credo che una terapia familiare potrebbe essere un percorso per lei adatto per la risoluzione della problematica descritta.
Cordiali saluti.

Dr. Giovanni Tempesti

Dr. Giovanni Tempesti Psicologo a Poggibonsi

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24 AGO 2015

Gentile Fabiola,
Murray Bowen, uno dei pionieri della terapia familiare, diceva che se si va via di casa sbattendo la porta prima o poi si sarà costretti a tornare indietro per riprendere le valigie. Con questa bellissima metafora Bowen voleva dire che se un individuo non si differenzia psicologicamente dalla sua famiglia, facendo su di sè un lavoro di comprensione delle dinamiche familiari e del proprio ruolo al loro interno, rimarrà condizionato da tali nodi non elaborati e non riuscirà a svincolarsi del tutto dalla sua famiglia, anche se si allontanerà da essa fisicamente. Dal suo racconto si evince che sono rimaste delle problematiche non risolte riguardanti il rapporto tra sè e la sua famiglia che temporaneamente aveva accantonato andando a vivere nel paesino del suo innamorato ma che sono rispuntate fuori sotto forma di sintomatologia ansiosa quando si è dovuta riavvicinare alla sua famiglia d'origine. Ripeto, l'impressione è che il nodo sia lì e che vada sciolto, magari con un lavoro psicoterapeutico.
Cordiali saluti
Dott.ssa Stefania D'Antuono

Dott.ssa Anna Stefania D'antuono Psicologo a Venezia

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22 AGO 2015

Cara Fabiola,
il suo paese d'origine e le persone che lo abitano rappresentano per lei quella parte che non vuole far emergere, che è passata e superata con grande sforzo. Integrarsi nel nuovo paese, quello del suo fidanzato, l'ha aiutata a far emergere altri aspetti di lei che le piacciono e che è orgogliosa di aver "portato fuori" con grande fatica. Ritornare nel suo paese d'origine significherebbe fare i conti con il passato e con tutti quegli aspetti di lei che non le piacciono. Provi a vedere se, concretamente, frequentando gente del suo paese quelle sensazioni riemergono perchè può darsi che sia solo una sua paura ormai forse superata. Comunque, per affrontare meglio questa situazione può provare a chiedere una consulenza ad un professionista della sua zona.
Cari saluti
Dott.ssa Carla Francesca Carcione

Dott.ssa Carla Francesca Carcione Psicologo a Capo d'Orlando

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22 AGO 2015

Carissima Fabiola,
effettivamente vive una doppia vita, come lei stesa ha dichiarato, ma questa e' solo un punto di partenza.
Il suo disagio e' comprensibile, ma non mi sembra che chi le sta vicino non se ne sia accorto, il suo ragazzo, anzi le ha consigliato di farsi aiutare.
Il consiglio e' quello di rivolgersi ad un terapeuta della sua zona per eviscerare il suo problema alla radice, e non a caso di radici si tratta nel suo caso.

Un caro saluto,
Dott.ssa Daniela Fornari

Dott.ssa Daniela Fornari Psicologo a Iseo

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21 AGO 2015

Cara Fabiola,
il senso di inadeguatezza rende davvero difficili le cose!
Quello che ha vissuto da bambina e adolescente non si può cancellare perchè il passato non è modificabile e non possiamo renderlo migliore di quello che è stato.

Tuttavia, possiamo fare qualcosa nel presente, lasciando andare i meccanismi di isolamento, inadeguatezza, timore nelle relazioni che non servono più.

Penso che la sua famiglia e il suo ragazzo abbiano compreso il suo disagio ma che sentano il bisogno di minimizzarlo perchè le vogliono bene. Il suo ragazzo le chiede, anche, di cercare una soluzione.

Il mio suggerimento è di rivolgersi ad uno psicologo (in presenza diretta, possibilmente, oppure on line) per un breve percorso di conoscenza di sè che le permetta di acquisire fiducia e un' autostima equilibrata.

Ne trarrà anche il beneficio di avere un testimone che riconosca le sue fatiche passate e attuali e sia pronto a sostenerla e guidarla per il suo benessere futuro.

Un caro saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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21 AGO 2015

Gentile Fabiola,
il suo ragazzo ha perfettamente ragione!...Lei deve risolvere questo problema e il modo per risolverlo è quello di farsi aiutare da uno psicologo-psicoterapeuta che le fornirà gli strumenti per vincere questa forte ansia sociale. E' probabile che sia stata lei stessa in passato, in modo inconsapevole, a creare questo diffuso clima negativo tra le sue conoscenze per la spigolosità del suo carattere. Infatti il timore del suo ragazzo è che lei possa avere "screzi e discussioni" anche nel suo ambiente ma da dove nasce questo timore?
Si affidi ad un bravo terapista che la aiuterà ad essere più consapevole dei tratti disfunzionali della sua personalità per porvi riparo e imparare a relazionarsi con gli altri in modo più positivo.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico,psicoterapeuta a Quadrivio Campagna (Salerno)

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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