Salve,
sono una ragazza di 19 anni e da un po' di tempo mi commuovo per tutto, che siano libri, programmi televisivi, film o persino scene quotidiane....mi capita di vedere un film, per il quale ho pianto, più di una volta e piangere sempre come fosse la prima, anche facendomi venire il mal di testa....sono un po' ansiosa e sensibile alle ingiustizie, specialmente quelle fatte agli animali, ma non ho particolari problemi....vorrei capire perché non riesco a contenere le mie emozioni.
Grazie
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23 LUG 2016
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Buongiorno gentile Mary,
sembra stupita dalle sue stesse emozioni, come se queste, scavalcando la sua parte razionale, la portano ad essere più esposta, senza maschere da presentare al mondo. Coltivare le emozioni e la sensibilità profonda è un dono che forse mal si coniuga con questa nostra realtà ma è un dono prezioso. Se sente che ci potrebbe essere un collegamento con i suoi ultimi eventi di vita, valuti di richiedere un percorso psicologico in presenza per elaborare eventuali conflitti legati al suo quotidiano, a cambiamenti di esso.
Cordiali saluti
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma
25 LUG 2016
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Mary, non c'è nessun motivo di nascondere le emozioni, perlomeno per una donna occidentale. Gli orientali, invece, per motivi culturali si sforzano di mostrare una maschera di eterno sorriso.
Il problema è avere emozioni che fanno vivere male, come tristezza, rabbia, ansia, vergogna, colpa.....ma essere sensibili è solo un dono, specialmente per una donna: perché sforzarsi di nasconderlo?
25 LUG 2016
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Gentile Mary,
la risposta alla sua domanda è che la gestione delle emozioni s'impara.
Dal punto di vista neuropsicologico, recenti ricerche mostrano che il nostro cervello smette di crescere intorno ai 20 anni, ma la maturazione della parte pre-frontale, avviene negli anni successivi. La parte pre-frontale è la parte deputata al controllo del comportamento, degli impulsi e delle emozioni.
Per imparare a gestire le emozioni bisogna prima di tutto conoscerle.
Sapere come si chiamano, cosa sono, che effetti fisiologici hanno e cosa le alimenta.
Non bisogna mai soffocarle, ma gestirle. Le emozioni sono utili se ben gestite.
È probabile che Lei abbia un livello di empatia alto e che si ritrova non solo a dover gestire le sue emozioni, ma anche quelle che riconosce negli altri.
Un percorso per imparare a gestire e sfruttare al meglio le emozioni può farlo attraverso la lettura di libri, oppure con qualche sedute, anche online, con uno psicologo.
Se volesse approfondire, può contattarmi in privato.
Cordialmente,
Dott.ssa Anna Patrizia Guarino.
25 LUG 2016
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Buongiorno Mary, forse le risposte alla sua domanda sono almeno un paio: 1) se nota una differenza rispetto a qualche tempo fa, probabilmente è accaduto qualcosa che l'ha resa ancora più sensibile e con una soglia di attivazione emotiva più bassa; 2) forse, dovrebbe riflettere anche su quali sono i temi (in un film, scena, programma o altro) che vengono elicitati e che producono questi picchi emotivi (ad. es, la famiglia, il confronto, la solitudine, etc.etc.). Poiché in psicologia nulla avviene per nulla, riuscire a risalire "da quando", "perché" e "come" potrebbe esserle utile per comprendere la sua modalità di essere nel mondo. Se riuscisse a farcela da sola bene, altrimenti ha a disposizione anche una possibilità (nel pubblico o nel privato) specialistica davvero importante.
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma
23 LUG 2016
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Cara Mary,
credo che nella tua richiesta ci sia un errore di fondo: le emozioni non si devono contenere, controllare, né tanto meno combattere. Sono la cosa più naturale che esiste e che siano piacevoli o spiacevoli meritano di essere accettate e vissute come qualcosa di importante. Probabilmente la tua sensibilità in questo momento di crescita è particolarmente spiccata, impara a vederlo come qualcosa che può arricchire la tua vita e le tue esperienze quotidiane
22 LUG 2016
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Gentile Mary,
la sua tendenza a commuoversi facilmente potrebbe essere collegata a qualche avvenimento recente vissuto da lei in modo doloroso o al ricordo di analoghi eventi del passato.
Nella visione, poi, di film romantici, tristi o drammatici può subentrare un fenomeno di identificazione con qualche personaggio magari sfortunato.
In ogni caso, non penso che la commozione si debba nascondere anche se può essere erroneamente interpretata come debolezza.
L'importante è che lei, all'occorrenza sia in grado di esprimere anche assertivita' che può coesistere tranquillamente con la capacità di emozionarsi.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chi rurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
22 LUG 2016
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Cara Mary,
Mi permetto alcune domande: lei parla di "da un po' di tempo" cosa intende? C'è stato un periodo dove non accadeva?
Altra cosa: secondo lei, immaginiamo la parte di lei che si commuove, che beneficio ne ottiene? Quale può essere l'utilità, il piacevole effetto che potrebbe esserci?
E' sempre così o a volte è di più a volte di meno? Anziché emozionarsi, cosa vorrebbe fare? E di cosa avrebbe bisogno per far così?