Perché mi sento come se mia sorella fosse figlia unica?

Inviata da Elena · 23 gen 2017 Psicologia sociale e legale

Buonasera, vi scrivo per avere opinioni professionali sulla mia situazione con la mia famiglia d'origine. Ho trent'anni e vivo con il mio compagno e il nostro bambino di un anno e mezzo; conviviamo da circa tre anni. Da quando è nato mio figlio, lotto costantemente con dei fantasmi che evidentemente nel corso degli anni ho evitato e non superato: la sensazione che mia sorella maggiore sia figlia unica. Le disparità nel corso degli anni sono sempre state evidenti, e andavano dal lodare le sue doti di ragazza amorevole e disponibile (che si contrapponevano alla mia ambizione) a cose più concrete, come il fatto che io non potessi e non abbia mai potuto usare l'auto di famiglia, al contrario di mia sorella, che seppur patentata dopo di me l'ha sempre potuta prendere. Ho sempre avuto davanti agli occhi tante cose, ma la situazione mi sta creando problemi e mi logora ora, che sono diventata mamma: prima ho sempre pensato a realizzarmi nello studio e nella formazione, grazie ad esperienze anche all'estero ho sempre cercato di trovare la mia realizzazione e sopratutto mi bastavano queste cose per ricordare a me stessa il mio valore. Non ricordo una parola di orgoglio da parte dei miei, neppure dopo la specializzazione ("hai fatto il tuo dovere"). Quando sono andata a vivere con il mio compagno, non ho avuto il loro appoggio: mio padre non ha mai visto il nostro appartamento fino a che non sono rimasta incinta; ora, hanno messo a disposizione per mia sorella (che si trova nelle stesse mie condizioni di qualche anno fa, cioè iscritta all'università e alla prima convivenza) l'appartamento di famiglia e lui ci va quasi tutti i giorni per sistemare una cosa o un'altra. Quando ho detto loro di essere incinta, non hanno approvato sul momento; è stato un duro colpo per me, che spaventata speravo di trovare conforto e una reazione come quella che avevano avuto per lei anni prima, con pianti di gioia e abbracci. Questo episodio in particolare ha generato molto risentimento in me, e spesso mi ritrovo ad allontanarli o ad avere reazioni esagerate: da una parte ho bisogno della loro approvazione e del loro sostegno, dall'altra cerco di non illudermi. Mi fa soffrire rendermi conto che penso di essere più forte ogni volta, e invece una parte di me è sempre perennemente alla ricerca della loro approvazione e di una parola d'orgoglio, o anche solo riconoscimento. Il fatto è che io voglio superare tutto questo, accettare la situazione per quella che è, e vivere la mia vita familiare in serenità e senza tutti questi sentimenti negativi, cercando di dare un esempio equilibrato a mio figlio. Vi chiedo aiuto e spero che i vostri suggerimenti possano indirizzarmi verso il superamento di tutte queste emozioni.

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Miglior risposta 24 GEN 2017

Gentile Elena,
è probabile che la maternità abbia riacutizzato in te dinamiche conflittuali intergenerazionali e intrafamiliari.
Penso che, da parte dei tuoi genitori, la maggiore disponibilità per tua sorella e conflittualità nei tuoi confronti partano da lontano e si siano soltanto accentuate a seguito della tua convivenza, da loro non condivisa.
Anche il tuo bisogno eccessivo della loro approvazione è indice delle difficoltà emotivo-affettive conseguenti a questi rapporti conflittuali per la cui risoluzione è opportuno un percorso di psicoterapia individuale o, se fosse possibile, familiare.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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23 GEN 2017

Cara Elena,
immagino che tutto questo per lei sia stato molto difficile. Il suo tentativo di compiacere i suoi genitori o comunque di fare del suo meglio per cercare la loro approvazione e ammirazione mi pare comprensibile alla luce di questi presupposti.
Ipotizzo che il suo diventare madre abbia riproposto alla sua attenzione queste questioni e le dinamiche genitori-figli, proponendole una riflessione sia rispetto a quelle passate che a quelle attuali e future.
Il mio suggerimento è quello di potersi concedere una terapia personalmente affrontare queste questioni ed elaborare, cosa che richiede un po' di tempo ed energie.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,

Annalisa Anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova

Alternativamente Psicologo a Padova

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