Perché mi odio ?
Buongiorno,
Ho 23 anni e sono una studentessa.
Mi sono sempre sentita la pecora nera della famiglia, nonostante fossi sempre stata quella più propensa allo studio e più “coccolata” essendo la figlia più piccola.
Durante la mia adolescenza ho passato diverse fasi di ribellione (naturalmente nulla di grave, semplici richieste di libertà di scelta), delle quali ne vado orgogliosa, dato la presenza in casa di mia madre ( donna molto autoritaria, ci vogliamo tanto bene, ma se non fai ciò che lei ha in mente per la tua vita, allora è tutta una questione di insulti nei miei riguardi).
Sto affrontando un’università che fin dal principio non volevo fare, ma avendo frequentato il liceo scientifico “non potevo fare altro che questo” a detta dei miei genitori.. ed ora sono qui, al terzo anno (futura fuori corso), costretta ad aprire mattoni di libri che odio, a piangere (in segreto, perché “non ho nessuna motivazione per piangere” secondo mia madre) provando a dare quei pochi esami che la mia depressione cronica mi permette di affrontare. Il problema è che sono arrivata al punto in cui non sento più nulla: nemmeno le parole di chi, assicurandomi che come madre mi ama, riesce a dirmi che un giorno mi guarderò allo specchio e mi farò schifo. Non sento nulla, non provo nulla, non ho voglia di nulla.. sono solo arrivata a desiderare di addormentarmi e di non svegliarmi più. Sono francamente stanca anche di questi piagnistei che mi faccio (compresa questa domanda lunghissima che vi pongo), quindi, in conclusione: è possibile che io riesca ad uscirne? Che riesca a finire questa benedetta università (ossia il mio biglietto di uscita da casa)? Che mi senta meglio nei miei confronti? O meglio: riuscirò mai a perdonarmi per quello che mi sono fatta? Per le ingiustizie che ho permesso?