Buongiorno. Ho una bimba di 16 mesi. E' una bimba molto curiosa e attiva. Essendo temporaneamente a casa dal lavoro mi occupo io di lei a tempo pieno; oltre che occuparmi del suo accudimento, cerco ogni giorno di dedicarle del "tempo di qualità", e cerco di offrirle le condizioni per soddisfare il suo gran bisogno di esplorare e sperimentare. Mangia già praticamente da sola (anche se questo comporta più lavoro per me, perché sporca!) e la casa è diventata un ambiente a misura di bambino in cui lei può muoversi liberamente. Quando siamo io e lei, mi segue dappertutto, mi coinvolge nelle sue attività (ad esempio mi porge i suoi libretti illustrati e io glie li "racconto") ed è affettuosa. Naturalmente però esistono anche dei limiti e dei "no" (ad esempio, se mi prende gli occhiali dal naso, se gioca con le manopole del forno, se vuole venire in braccio mentre sto cucinando...). Oltre a me e ad il papà (a cui è molto attaccata) frequenta anche altri familiari: i nonni 2 pomeriggi a settimana, e gli zii (paterni) 2-3 volte a settimana per un'oretta. E' proprio il rapporto che si è creato con la zia che mi mette in difficoltà: mia figlia la adora, ne è "innamorata" persa. Quando vede lei, io sparisco completamente. Se sta mangiando, smette. Da quando cammina le corre incontro e le si attacca alle gambe. Quando è ora di andare, piange, si dimena e non vuole tornare da me. La zia dal canto suo non si tira indietro: monopolizza la bambina fin da quando era piccola (gli altri parenti di mio marito hanno quasi rinunciato a prenderla in braccio), la accontenta in tutto, ma proprio tutto (io e mio marito siamo dovuti intervenire ancora per toglierle di mano, e di bocca, oggetti potenzialmente pericolosi); a casa nostra si prende libertà come se fosse casa sua (ad esempio, prende la bimba e la porta nella stanza dei giochi senza nemmeno chiedere; arrivata all'ora della merenda, è intervenuta lei prendendo il mio posto senza chiedere). Se le faccio un'osservazione risponde seccata "E va bé, una volta ogni tanto...!". Quando abbiamo affidato la bimba ai nonni per un weekend, perché io e mio marito ci siamo presi un piccolo spazio per noi due, lei è voluta andare la domenica pomeriggio a casa loro (le due famiglie abitualmente non si frequentano). Concludendo: io ho preso l'impegno con me stessa di non ostacolare questo rapporto per amore di mia figlia, perché penso che anche se così piccola ha diritto di coltivare legami affettivi con altre persone. Ma faccio molta fatica ad accettarlo. Mi chiedo: questo attaccamento per la zia a quest'età è "fisiologico" oppure è un campanello di allarme di una qualche carenza mia verso mia figlia? Forse nonostante la mia presenza costante non sono riuscita a costruire il giusto attaccamento con lei? Questo attaccamento verso la zia finirà per allontanarla da me? I comportamenti eccessivamente permissivi della zia possono compromettere la sua educazione? Infine... dato che sta arrivando una sorellina, questa situazione peggiorerà ulteriormente a causa della "gelosia" che mia figlia proverà per la nuova arrivata e quindi per il "risentimento" nei miei confronti? Grazie
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
10 GEN 2017
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Alba,
penso che sia una buona cosa che la sua bambina abbia la possibilità di passare del tempo e formare dei legami affettivi anche con altre figure della famiglia (nonni, zii, etc.) anche perchè lei prima o poi dovrà tornare al lavoro e la collaborazione di questi parenti può esserle di aiuto.
Tuttavia con questi ultimi o con qualcuno di essi non è bene che si formi un legame esclusivo con la bambina, tanto più se conseguente ad un approccio sbagliato come può essere quello di sua cognata che le consente di fare qualsiasi cosa anche potenzialmente rischiosa.
Pertanto, senza drammatizzare ma anzi mostrandosi riconoscente, lei dovrebbe confrontarsi con sua cognata facendole capire che alla bambina non devono arrivare messaggi e stili educativi contrastanti che possono creare preoccupazione in lei come madre e confusione nella bambina stessa.
Su questa cosa lei dovrebbe essere tranquilla ma assertiva con sua cognata che solo in tal modo capirà che prima di prendere iniziative deve consultarsi con lei.
Per quanto riguarda poi la prossima nascita, tocca a lei preparare adeguatamente la bambina parlandole di tutto quello che di bello potrà fare con questa sorellina quando verrà al mondo.
Se fosse necessario, non esiti a consultare uno psicoterapeuta dal vivo.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
11 GEN 2017
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Alba non credo lei manchi in qualcosa nel rapporto con sua figlia dato che le informazioni che ci dà sulla qualità del tempo trascorso insieme sono di carattere positivo. L'equilibrio tra la presenza di affetto e di limiti caratterizza un buon rapporto genitoriale. Il rapporto con la zia evidentemente è sbilanciato sull'aspetto affettivo e per questo attira probabilmente maggiori simpatie della bambina. Cerchi quindi di tranquillizzarsi ed eventualmente chiarire con la zia della bambina le regole che avete in famiglia chiedendo la sua collaborazione nel rispettarle. Tenga presente che comunque questa figura potrà essere una risorsa nel momento dell'arrivo della seconda figlia. Il modo in cui la bambina accetterà il nuovo arrivo è sicuramente connesso con la modalità con cui affronterete prima il discorso.
Saluti
Dott. Ssa Serena Costa psicologa dell'infanzia Trentino
9 GEN 2017
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Alba,
le domande che porge sono numerose e spero di riuscire a risponderle adeguatamente.
Ovviamente le mie risposte possono essere unicamente ipotetiche dal momento che non la conosco e non abbiamo occasioni di scambio a parte questa breve lettera. Ad ogni modo, mi sentirei di escludere una difficoltà di attaccamento della bambina a lei dal momenti che nella sua lettera non parla di una bimba distante o distaccata da lei. È probabile che la zia rappresenti per sua figlia una figura importante che probabilmente da voce ad alcuni bisogni o risponde in modo diverso ad alcuni bisognose lei manifesta. Questo non significa però che la bambina confonda o inverta le due figure.
È invece importante soffermarsi sul duo timore è la sua sensazione di venire precaricato: da dove arriva? Cosa le dice di sé e dalla situazione? Spesso per i genitori può essere una sofferenza vedere quanto profondamente i loro figli possano attaccarsi anche ad altre figure ma questo dice qualcosa di loro, del loro timore di non fare abbastanza, di non essere esclusivi, eccetera e non parla necessariamente di un problema dei loro bimbi. Una volta compreso cosa lei stia provando di fronte a questa situazione potrebbe avere più chiaro come muoversi, sia con sua figlia che con sua cognata.
Per quanto riguarda il nuovo arrivo, è sempre bene preparare i bimbi all'arrivo del nuovo fratellino e interrogarsi fin d'ora a come pensa di gestire le esigenze di ognuno. Ovviamente quest'Ultimo è solo un lavoro ipotetico, che poi andrà rivisto alla prova dei fatti una volta nata la bambina, ma che può aiutarla fin d'ora a tracciare delle linee guida per la sua famiglia in base a quelle che si immagina possano essere le vostre esigenze.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,