Pentito di essermi pentito

Inviata da Blackswan · 28 ott 2022 Autorealizzazione e orientamento personale

Buon pomeriggio,
cercherò di spiegare la mia situazione che ritengo più unica che rara. Premetto che il racconto è lungo ma avrei davvero bisogno che qualcuno mi aiuti.
Ho attualmente 26 anni e quando ho finito il liceo non sapevo bene cosa fare nella vita. Sapevo di avere due interessi, la scienza e la difesa dei diritti delle persone (una sorta di senso di giustizia che mi porto dietro da sempre).
Tuttavia avevo sempre ritenuto il diritto noioso e poco interessante e le materie scientifiche invece affascinanti e stimolanti.
Dall'altro lato però sono cresciuto in un ambiente di avvocati e mi è sempre stato detto che giurisprudenza fosse la facoltà migliore per me, sia per la comodità di avere uno studio legale avviato sia perchè tutti mi vedevano perfetto a fare l'avvocato.
Così, nonostante non fossi pienamente convinto, mi iscrissi a giurisprudenza dicendomi che avrei potuto assecondare quel lato "giustiziero" di me lavorando magari nelle organizzazioni internazionali.
Passano quindi due anni a giurisprudenza, due anni in cui ho anche una media alta eppure continuo a non sentirmi veramente appassionato. Il crollo definitivo arriva al terzo anno. Il diritto comincia a nausearmi, mi deprimo perchè penso che non voglio fare l'avvocato e passare la mia vita tra aule di tribunali, cado in una spirale in cui mi sento totalmente sbagliato, in cui mi convinco di essermi solamente illuso fino a quel momento. Inizia a mancarmi la scienza, invidio le persone che studiano materie scientifiche e vorrei far parte della categoria anche io. "Sono un uomo di scienza" mi ripeto.
Così dopo un anno di dubbi e ripensamenti decido di prendere una scelta estremamente rischiosa. Decido di gettare via tre anni di tempo e materie date e ricominciare da zero cambiando facoltà.
Approdo quindi a ingegneria gestionale e comincio l'anno carico e felice di aver ripreso in mano la mia vita e le mie vere passioni.
L'inizio in realtà non è dei migliori, penso di ritornare a giurisprudenza invece di continuare con questa pazzia ma non lo faccio per orgoglio e perchè ancora voglio crederci.
Facendo un salto di quattro anni arrivo al giorno d'oggi.
Mi sono laureato sette mesi fa e anche con un voto alto, posso dire di aver apprezzato molte delle materie che ho studiato e sono "felice" di avere un titolo che mi renda un "uomo di scienza" come ho detto poco fa.
Qual è il problema? Adesso che mi affaccio al mondo del lavoro mi accorgo che quello che andrò a fare non mi piace...e questa consapevolezza mi devasta.
Quattro anni fa ho fatto la guerra per cambiare facoltà, ostinato a non voler lavorare in ambito legale, a non voler fare l'avvocato, io volevo fare ingegneria e basta.
E ora penso, ma perchè mi sono convinto di tutto ciò? Come ho potuto perdere tre anni e ricominciare da capo per fare un lavoro che adesso reputo noioso e asettico? Non capisco cosa non vada in me. A giurisprudenza non volevo fare l'avvocato, a ingegneria non voglio fare l'ingegnere.
E come se non bastasse, adesso sento quasi nostalgia di giurisprudenza, mi manca quando studiavo diritto e sono consapevole adesso che non l'ho mai ritenuto veramente noioso. Mi sono imposto io di pensarla così perchè non sopportavo di trovarmi lì più per influenza esterna (soprattutto genitoriale) che per reale scelta personale.
Il punto è che ora non so come comportarmi. Sono troppo orgoglioso per ammettere che mi sono pentito del cambio, la testa mi dice di assumermi le conseguenze delle mie scelte e basta. Ho voluto fare ingegneria a tutti i costi? bene, adesso faccio l'ingegnere e mi sto muto.
Il problema è che mi sento infelice, mi candido per posti di lavoro che non mi entusiasmano, che non voglio fare davvero. Ma soprattutto mi fa soffrire il fatto che non sto aiutando le persone, quel famoso senso di giustizia è stato messo a tacere ma è ancora lì. Vorrei coltivarlo, vorrei lavorare in un ambiente in cui faccio del bene per il prossimo, la mia testa non fa che tornare sempre alle organizzazioni internazionali, dove si lavora per difendere i diritti umani dei più deboli. Vorrei farne parte e mi sento così stupido a pensare che ero sulla strada più giusta per farlo e invece mi sono convinto di stare sbagliando tutto.
Insomma, quante persone nella vita sono sulla strada giusta e decidono di abbandonarla convinte del contrario?
Ai tempi sono pure andato da una psicologa proprio per analizzare quei miei dubbi e persino con lei eravamo giunti alla conclusione che dovevo cambiare, lasciare la giurisprudenza brutta e cattiva e abbracciare la stimolante ingegneria.
Adesso mi sembra assurdo ma non so cosa darei per avere la laurea in giurisprudenza, assurdo rendermi conto che ora l'avvocato lo farei volentieri e probabilmente mi piacerebbe davvero.
Mi sento totalmente inutile, mi sento un folle. Il pazzo che ha cambiato facoltà dopo tre anni per fare qualcosa di totalmente diverso e adesso vorrebbe fare esattamente ciò che ha abbandonato.
Vi chiedo solo un umilissimo parere. Non capisco come nella vita si possa arrivare a vivere situazioni simili, sono convinto di avere un qualche disturbo.
Sono solo stanco di sentirmi infelice e insoddisfatto.
Ero infelice a giurisprudenza (o meglio, così mi ero obbligato a pensare), ho deciso di cambiare facoltà per andare incontro alla felicità e adesso mi sento di nuovo infelice, e per di più credo che la mia felicità possa essere nuovamente a giurisprudenza.
Non mi sono mai sentito così abbattuto, mi sento un totale fallimento su tutti i fronti.
Ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggere fino a qui e spero di ricevere una risposta.
P.S. come se non bastasse, oltre a sentirmi senza identità, sto pure attraversando un forte periodo di sofferenza sentimentale perchè sono stato lasciato un mese prima della laurea.
Proprio quando mi servirebbe un po' di supporto invece mi sento solo e abbandonato.

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Miglior risposta 30 OTT 2022

Gentile utente,
intanto ritengo riduttivo pensare che la felicità possa essere raggiunta per il semplice fatto di fare un lavoro che piace.
D'altra parte i pensieri possono cambiare per tanti motivi e questo non basta per convincersi di avere un disturbo mentale.
Inoltre, laureandosi in ingegneria lei ha dimostrato di riuscire a raggiungere un obbiettivo prefissato e questa non è cosa da poco.
Pertanto essendo ancora abbastanza giovane, se ora ha più chiarezza su quello che vorrebbe fare in futuro, nulla le vieta di completare gli studi di giurisprudenza ed acquisire una seconda laurea.
La sensazione attuale di insoddisfazione a cui lei accenna può avere motivazioni diverse e profonde di cui magari vi è poca consapevolezza sicchè può essere utile affrontare questo tema in un percorso di psicoterapia che le suggerisco di intraprendere tanto più che sta attraversando un periodo di sofferenza emotiva.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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31 OTT 2022

Gentilissimo, innanzitutto grazie per la condivisione. Immagino le fatiche che stai vivendo, soprattutto quando ci sono complicazioni dovute al parere e alla considerazione che abbiamo verso noi stessi. Parlare con un terapeuta potrebbe aiutare a comprendere meglio ed esplorare a fondo le motivazioni sottostanti i dubbi e le difficoltà che riporti.

Resto a disposizione!
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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30 OTT 2022

Gentile, la ringrazio per la sua condivisione. Da quello che scrive si può percepire molta insoddisfazione e una forte difficoltà da parte sua a focalizzare l'attenzione sulle risorse e le abilità che lei riesce a mettere in campo. Ritengo che sarebbe molto importante per lei lavorare sul senso di autocritica e durezza che riserva a sé stesso nella maggior parte delle occasioni. Tracciare un linea accettando quello che abbiamo fatto e quello che siamo nel bene e nel male è l'inizio per la costruzione di nuove progettualità e nuove esperienze.
Un saluto

Ivan Jelenkovic

Dott. Ivan Jelenkovic Psicologo a Trieste

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30 OTT 2022

Che straordinaria lungaggine questa tua elucubrazione sistematica trascinata per anni. Immagino che ti costi una montagna di energia.

Visto che sei autosufficiente forse conviene che completi anche il percorso di giurisprudenza.
Non credo sia pericoloso per la salute avere due titoli di laurea.

Se ci riesci, inoltre, informa la tua testa che è molto gentile ad intervenire su tutto ma se si prendesse qualche pausa di silenzio puoi farcela anche da solo

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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30 OTT 2022

Due cose:

- il multiverso esiste solo nella Marvel: non c'è una versione di te che ha capito quanto fosse importante difendere i diritti umani e quanto forse in realtà fare l'avvocato non sarebbe stato così male che non è dovuto passare per il laurearsi in ingegneria.
Era così che doveva andare, che mi rendo conto possa essere un po' uno smacco, perché magari nella tua immaginazione ti ritenevi in grado di decidere meglio o pensavi di conoscerti meglio rispetto alla realtà.

- non puoi capire quale sia la strada giusta o cosa ti piace col "ragionamento" o pensandoci. So che è dura da digerire, ma per arrivare a queste risposte bisogna agire, fare esperienza. Che, come diceva Wilde, è il nome che diamo ai nostri errori.

Per cui: l'unico modo per sapere se questi pensieri sono solo delle fantasie o se ha senso ascoltarli è sperimentarli nella realtà ed osservare i risultati. Come nella ricerca scientifica, le ipotesi senza dati sono soltanto ipotesi.

Mi viene da aggiungere questo: vedo che hai ribadito più volte che per te è importante difendere i diritti umani, ma forse la scelta più efficiente (cioè quella che se si rivelasse essere quella sbagliata ti provocherebbe meno danni e che se si rivelasse quella corretta ti darebbe i maggiori benefici) non è quella di ricominciare a studiare per poi rischiare di ritrovarti nella stessa situazione.

Investire 6 o 8 mesi in uno stage o un'esperienza lavorativa nell'ambito in cui ti sei laureato potrebbe farti capire molte più cose su di te, e molto più in fretta, rispetto a qualsiasi valutazione astratta.


Spero di esserti stato utile. Resto a tua disposizione.

Buon proseguimento,

Paolo Perez

Dott. Paolo Perez Psicologo a Torino

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29 OTT 2022

Buongiorno Blackswan,
lei descrive una situazione che, se può consolarla, molte altre persone potrebbero condividere con lei.
Lo so che ciò non le attenua la sua sofferenza.
Dunque in breve: all'età in cui si operano le scelte che condizionano la nostra vita futura non si è quasi mai abbastanza consapevoli delle motivazioni che ci influenzano.
Poiché spesso in quella fase della vita sono ancora forti le fisiologiche contrapposizioni con i valori dei genitori, si rischia di scegliere per reazione e non per reale convinzioni.
Poi succede che, mio avviso per fortuna, le contraddizioni e i reali bisogni e desideri si intensificano e allora succede ciò che lei sta vivendo.
Io credo che il grosso impedimento per le sia dover esporre questa spiegazione ai suoi genitori.
Ritengo che si fa accompagnare da un professionista lei in breve possa chiarirsi, rafforzarsi e finalmente scegliere con la serenità che merita.
Un augurio sincero
Giordana Milani

Dott.ssa Milani Giordana Psicologo a Biella

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