Buongiorno, sono una ragazza di 27 anni. Da anni mi ritrovo quotidianamente a soppesare l'idea di suicidarmi, ho da lungo tempo un "piano" per farlo che possa sembrare un incidente, da anni mi autolesiono (in un paio di episodi non mi è interessato stare attenta a non lesionarmi le vene, non so possa essere definito tentativo di suicidio).
Da quasi un anno sono in terapia presso uno psicoterapeuta. Mi ci ero recata per altre motivazioni (ansia, cercare di non ripetere schemi relazionali tossici).
In quel periodo di inizio psicoterapia non mi lesionavo più da tempo e non pensavo ossessivamente alla morte. Credevo che quel periodo di autolesionismo fosse finito e che ne fossi venuta fuori.
Però dopo un paio di mesi di terapia quei pensieri sono tornati quotidiani e ho ripreso con i tagli. Nel frattempo ho considerato di parlarne con il terapeuta, ma non riesco farlo. In realtà, ho paura di cosa possa accadere se gliene parlo.
Potrebbe consigliarmi un consulto da uno psichiatra? O la psicoterapia "da sola" basta per affrontare questa tipologia di problemi? Solitamente come si pone uno psicoterapeuta quando il paziente gli confida di avere pensieri suicidari e di autolesionarsi?
Grazie per avermi letta
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27 MAG 2021
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Gentile Cristiana
È essenziale che lei si lasci andare con il suo terapeuta. Le saprà consigliare la strada migliore da intraprendere, incluso una consulenza da uno/a psichiatra.
Si faccia aiutare a prendersi cura della sua condizione!
In bocca al lupo
Eleonora Bono Psicologa
24 LUG 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Cristina,
Le consiglierei di continuare a parlarne con il suo terapeuta.
Con il suo terapeuta si è instaurato un buon rapporto di alleanza terapeutica in quanto dopo la terapia non ha presentato atti di autolesionismo.
Sono ritornati forse perché, in questo periodo, si è riattivato dopo un po' di tempo qualcosa che si era reso silente e adesso si è ripresentata la problematica.
Non si preoccupi, anzi, il terapeuta essendo una persona che già conosce e la conosce ed essendo inoltre anche un un professionista che non la giudica se non per capire il quadro e cercare di aiutarla e supportarla :le consiglierei di parlarne.
Solo parlandone e affrontando il problema riuscirà con il tempo a mentalizzare, elaborare per uscire da questo circuito vizioso di autolesionismo.
Se non dovesse sentirsi supportata allora le consiglierei di rivolgersi anche ad altri professionisti qualificati.
Intanto ha fatto bene a scrivere qui.
Ha fatto un primo piccolo passo importante.
Resto a disposizione anche online se vorrà ulteriori informazioni o consigli.
Lavoro a Roma ma faccio consulenze anche online.
Cordiali saluti.
27 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Cristiana,
non tema di parlarne con il suo terapeuta, anzi, proprio perchè si è già affidata a lui per una precedente problematica, può confidare in lui anche per questa situazione di malessere. Il ruolo del terapeuta è proprio quello di sostenerla e capire l'origine di questi atti, affinchè si possano trovare le giuste risorse per affrontarli e garantirle il benessere psicologico.
Se invece, non si sente a suo agio parlarne, le consiglio di cambiare terapeuta.
In ogni caso, sono a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Rispoli Martina
27 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buongiorno Cristiana,
non si pre-occupi di quello che "potrebbe" accadere se ne parlasse con il suo terapeuta. Spesso i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni per il futuro non corrispondono poi alla realtà, a quello che nel concreto accade.
Si affidi alle sue sensazioni nel momento in cui è lì con il suo terapeuta e ha voglia di parlargliene, vedrà che tutto troverà una sua dimensione.
Un caro saluto,
27 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buongiorno Cristina, ne parli con il suo psicoterapeuta.
Lui la aiuterà nella gestione dei suoi atti.
Se non si fida e affida al suo terapeuta le consiglierei di cambiare terapeuta in quanto la relazione terapeutica e la sua qualità migliora il benessere psicologico.
Nel frattempo se deciderà di cambiare psicoterapeuta le consiglierei di rimanere in contatto sempre e comunque con un medico.
Resto a disposizione.
Buona giornata
27 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Cristina,
il suo terapeuta è lì per lei, per sostenerla e supportarla nei momenti di crisi in cui vorrebbe mettere o sta per mettere in atto i suoi atti.
Se pensa che il suo terapeuta non sia di supporto o lei non si fida e affida abbastanza di lui le consiglierei di cambiarlo ma di rimanere in contatto sempre e comunque con un medico di fiducia.
Resto a sua disposizione anche online.
Buona giornata.
27 MAG 2021
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Buongiorno Cristina,
È importante che ne parli con il suo terapeuta, insieme troverete un modo per gestire gli atti autolesivi. Si ricordi che non è lì per giudicarla, ma per tenderle la mano e aiutarla a superare ciò, abbi fede.
AB
27 MAG 2021
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Cara Cristiana,
il suo terapeuta è proprio lì per accogliere le sue fragilità, quindi non deve temere alcuna conseguenza spiacevole. Una volta che riuscira' a essere pienamente onesta rispetto a quello che sta attraversando, saprà orientarla adeguatamente per raggiungere il maggior benessere psicofisico possibile.
Rimango a sua disposizione per qualsiasi approfondimento, anche online.
27 MAG 2021
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Carissima Cristiana, quando parli di un problema con il tuo terapeuta, quel problema diventa molto più piccolo di quanto fosse prima e insieme troverete il modo di affrontarlo. Dal terapeuta non si va per trattare di cose semplici e piacevoli. Dal terapeuta di va per affrontare i nostri lati oscuri, quelli che ci sembrano mostruosi e scabrosi e non bisogna avere peli sulla lingua. Il beneficio di questa apertura è grandissimo: è il tuo benessere ed è la tua via d’uscita. Coraggio: sputa il rospo! Un caro saluto.
26 MAG 2021
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Salve Cristiana, ne parli con fiducia col suo psicoterapeuta vedrà che saprà aiutarla e sostenerla nella gestione dei suoi atti. È lì per lei e con lei. Un caro saluto