gli unici ricordi rimasti intonzi nel tempo di me bambina riguardano quando di notte non riuscivo a dormire e pensavo che tutta la mia famiglia doveva morire prima o poi... prima o poi,si ma quando? Il fatto che avessi 5 o 6 anni mi inorridisce quando oggi, che ne ho 38 guardo i bambini che appaiono così sereni. La cosa bella è che la mia è stata una famiglia fortunata, siamo ancora tutti vivi, tranne i nonni. Ho sempre temuto la felicità, quando sono felice comincio a vivere nel panico che debba capitare qualcosa di brutto quindi distruggo tutto ciò che mi fa star bene. Muore qualcuno di famoso? Ci penso per giorni. Vedo gente allegra? Immagino che finiranno sotto un bus dopo due minuti. La notte non dormo, come mia nonna che aveva paura di morire nel sonno...infatti... ecco è come se camminassi con i morti e la morte stessa sempre al mio fianco. Quando accadrà davvero praticamente non avrò vissuto affatto. Che tipo di sindrome è? Quale percorso psicologico è il più adatto?
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29 LUG 2014
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Gentile Clotilde,
tecnicamente questa sua eccessiva sensibilità al tema della morte si chiama tanatofobia, ma immagino che quest'unica informazione le serva poco o nulla. È evidente che già da bambina avvertiva un pericolo imminente dal quale era difficile difendersi. Sembra che questa paura sia diventata parte di lei, quasi il suo personale modo di dare significato al mondo.
Il percorso psicoterapeutico più adatto non è facile stabilirlo. Una terapia cognitivo-comportamentale potrebbe senz'altro aiutarla a gestire in maniera più efficace questi suoi pensieri intrusivi sulla morte e a comprendere come questo suo disagio sia espressione del suo personale modo di funzionare e di dare significato al mondo. Altre forme di terapia, come quelle più di stampo psicoanalitico, potrebbero aiutarla a fare chiarezza sulle motivazioni inconsce che generano questo suo disagio. Ad ogni modo, un buon percorso psicologico potrebbe aiutarla ad affrontare questo problema.
22 AGO 2014
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Gentile Clotilde,
il pensiero della morte appartiene alla natura umana, fa parte di noi. Nel suo caso, però, è diventato un pensiero intrusivo che lei stessa riconosce come causa di molti suoi malesseri e difficoltà e comprendo quanto debba essere dura. Non posso che consigliarle a mia volta di chiedere un aiuto concreto, allo scopo sia di imparare a gestire l'insorgenza e il mantenimento di certi pensieri sia l'origine degli stessi.
A volte i pensieri intrusivi possono servire come escamotage (anche se sembra paradossale) per difendersi da altre paure che devono solo essere decriptate e poi affrontate.
Chieda sostegno e vedrà che potrà trovare una soluzione
Le auguro il meglio
Dott.ssa Martina Panerai
30 LUG 2014
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Signora Clotilde.
Dev'esser stato molto faticoso portare avanti per così tanto tempo una paura ed una preoccupazione così forte ed invasiva...
Bisognerebbe capire un po' il suo temperamento, le esperienza di perdita / abbandono percepite nell'infanzia, il clima ansiogeno familiare eventualmente appreso ed il suo stile cognitivo di interpretazione, giudizio e percezione in genere usato in fronte all'analisi di stimoli interni ed esterni alla sua persona, e le tecniche di fronteggiamento e soluzione per i disagi, problemi e conflitti da lei usate.
Per una corretta diagnosi é bene svolgere qualche test ed esercizio immaginativo.
L'approccio cognitivo-comportamentale e la schema therapy da me utilizzati.. Le permetterebbero di capire quali meccanismi inneschino o mantengano tali paure, quali schemi emotivi maladattivi precoci appresi li possano perpetuare o li creino e quali tecniche di rilassamento, comportamentali e di ragionamento razionale siano piu utili per poter estinguere questo suo disagio.
Non é detto che il percorso sia lungo.
L'importante sarà, comunque, la sua motivazione, impegno, la sua messa in atto, presa di consapevolezza e cambiamento di tutto ciò che possa emergere.
Per ulteriori chiarimenti rimango a sua disposizione, anche telefonicamente.
30 LUG 2014
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Gentile Clotilde, le suggerisco di affrontare
La questione con l'aiuto di un professionista della zona che possa aiutarla a comprendere la natura delle sue paure, per l'orientamento a mio avviso un psicoterapia di tipo psicodinamico la sarebbe molto utile poiché può fornirle la possibilità di comprendere la natura dei suoi affetti
Dott. Dario Grigoli
Pinerolo
29 LUG 2014
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Clotilde,
è piuttosto difficile identificare bene la situazione da una rapida descrizione; per giungere ad un quadro abbastanza chiaro sono solitamente necessari alcuni colloqui. Certamente le consiglierei di intraprendere un percorso personale, sia per comprendere meglio la base di questi timori legati alla morte, che per superare quel brutto “vizio” di distruggere il presente in vista di possibili scenari negativi futuri. La terapia cognitivo comportamentale offre vasti spunti di trattamento, e potrebbe esserle utile specialmente per prendere distacco dal vortice di pensieri negativi che la coglie nei momenti di felicità, con la tecnica di mediazione consapevole mindfulness.
Si affidi ad un terapeuta della sua zona che le ispira fiducia, magari anche utilizzando questo portale di ricerca.
A disposizione per ulteriori informazioni,
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Francesconi