Paura di essere lesbica e profondo malessere

Inviata da Clara · 8 giu 2020 Orientamento sessuale

Buongiorno dottori, vi scrivo perché la situazione non è più sostenibile.
Ho 20 anni e da circa 3 mesi vivo con la profonda paura di essere lesbica, il tutto è nato quando una mia amica mi ha detto di esserlo. Questa paura si è presentata anche all'età di 13 anni, guardando un film dove una ragazza diceva di essere lesbica.
Non so se può servire ma di base sono una persona molto ansiosa, che si preoccupa per tutti, ho sempre paura che le persone parlino male di me o che mi prendano in giro.
Inizialmente questa paura riuscivo a tenerla sotto controllo, soprattutto dopo aver scoperto l'esistenza del DOC omosessuale, ma con il passare del tempo ogni qual volta che riuscivo a tranquillizzarmi, sorgeva un nuovo dubbio e stavo sempre peggio, sono arrivata al punto di dire basta mi devo accettare ma questa cosa mi fa stare male, mi da forti attacchi di panico e crisi di pianto.
Mi sono sempre piaciuti gli uomini, ho sempre fantasticato sull'avere una bella famiglia e dei figli, ho avuto cotte per i maschi sin da bambina, e ho sempre desiderato avere un fidanzato, cosa che ancora non è successa perché la mia insicurezza e la mia scarsa autostima non mi hanno mai fatto mai muovere passi in avanti ma bensì indietro.
Questo pensiero è sempre presente, da mattina a sera, accompagnato da tanta ansia e tristezza e non so come liberarmene.
Mi arrivano in mente immagini di me che bacio una donna e provo disgusto, ho paura ad andare a letto perché a volte la notte succede che faccio sogni a sfondo omosessuale. Provo a guardare altre donne ma non provo niente se non tanta ansia, terrore e panico.
Non riesco più a uscire e vedere le mie amiche, mi sento intrappolata in questo pensieri e non riesco ad uscirne, fatto sta che i dubbi e il malessere sono sempre maggiori.
A volte mi chiedo ma non è che magari la stima che provo nei confronti delle mie amiche alla fine non è stima ma altro? E via di nuovo con il panico.
Ho letto di tutto, DOC omosessuale, omofobia interiorizzata, omosessualità latente e repressa e nonostante io mi ritrovi molto in quelli che sono i "sintomi" del DOC non riesco più a stare tranquilla, non c'è niente che mi rassereni un minimo.
Sono andata da uno psichiatra che mi ha liquidato prescrivendomi una cpr di xanax quando arrivano gli attacchi di panico, senza dirmi altro.
Spero in una vostra risposta che possa in qualche modo tranquillizzarmi.

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Miglior risposta 9 GIU 2020

Cara Clara, l'operazione di assegnazione del farmaco permette di abbassare il livello di ansia, ma se non accompagnata da una psicoterapia, non consente di risolverne i motivi. Motivi che Lei stessa ricerca, giustamente, quando dice "senza dirmi altro". Lei incontra sè stessa, l'ALtro e il mondo secondo dubbio: ogni cosa non è mai una certezza definitiva, così scivola in una iper-riflessività che spera Le dia una risposta inequivocabile... ma non accade mai, perché l'esperienza non è mai bianca o nera (nè Lei è una macchina, motivo per il quale il solo "riaggiustare" l'equilibrio biochimico e neurotrasmettitoriale nel Suo cervello con lo xanax è molto utile, ma, da solo non basta). Naturalmente, questo circolo vizioso aumenta l'ansia. Ha valutato di rivolgersi a uno psicoterapeuta? in associazione con la terapia farmacologica la psicoterapia è il mezzo elettivo per aiutarLa in questa difficoltà che riporta. A disposizione, cordialità. DP

Dott. Daniel Michael Portolani Psicologo a Brescia

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9 GIU 2020

Salve Clara,
l'approccio medicalizzante alla questione non può aiutarla del tutto. Lo xanax difatti va a svolgere una funzione sedativa, miorilassante, che dovrebbe ridurre l'ansia, tuttavia l'ansia è prodotta dalla psiche e non solo a livello organico dai neurotrasmettitori.. per cui il problema è affrontato in modo parziale. I sintomi di cui ci parla sono davvero debilitanti e posso immaginare quello che lei passi durante il giorno.. a mio parere una questione simile andrebbe affrontata ad personam, non attraverso la lettura di articoli, che potrebbero confonderla e incrementare le sue paure.
L'omosessualità è una condizione ormai accettata socialmente, sebbene vi siano minoranze che ancora discriminano, ma così avviene in tutti i fenomeni di "diversità sociale": si teme colui che è diverso perchè potrebbe alterare gli equilibri collettivi. Lei difatti ci dice anche che teme il giudizio degli altri, ma in realtà tutti possiedono degli aspetti di diversità da quella che è creduta come uguaglianza di massa... solo che non li dichiarano, li nascondono, cercano di apparire comuni. L'essere uguali agli altri è una pura illusione e durante il corso della vita il tentativo di non diversificarci può davvero scombussolare l'individuo, sebbene guardando da questa visuale alternativa può comprendere come lo scombussolamento sia inutile... non è funzionale alla nostra espressione del Sè: dobbiamo essere liberi di esprimere ciò che siamo indipendentemente dalle differenze apparenti.
Questo vale sia che lei sia omosessuale sia che no... la sua idea potrebbe essere semplicemente la risultante di ansia e timori legati al giudizio che interessano la sfera della sessualità come sfera prettamente identitaria, forse.
Cordialmente,
dott.ssa Comi.

Dott.ssa Gabriella Comi Psicologo a Reggio Calabria

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9 GIU 2020

Buongiorno Clara, da quanto scrive le suggerirei di consultare uno psicoterapeuta per comprendere più a fondo ciò di cui parla. La modalità che ha di descrivere la sua situazione non mi fa propendere sulla scia con cui lei si valuta, ovvero un dubbio sull'identità sessuale o sulla scelta omo/etero. Lo leggo piuttosto come un sintomo della struttura ansiosa di cui lei parla che richiede una comprensione diversa. E'' per questo che le sue ricerche inerenti il tema della sessualità non la pacificano.

Cordialità

Denise Pantuso

Dott.ssa Denise Pantuso Psicologo a Poppi

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