Paura della morte delle persone care

Inviata da Marica · 10 mar 2016 Ansia

Sono una donna adulta, ho 37 anni, sposata senza figli, figlia unica. Da diverso tempo provo una sensazione di ansia e paura del futuro: più precisamente di rimanere sola in futuro a causa della morte dei genitori, in particolare di mia madre. e dopo di loro la morte di mio marito e quindi affrontare la vecchiaia in solitudine. Sono stata una bambina tranquilla e remissiva, la figlia che tutti avrebbero voluto, ho seguito gli studi voluti da mio padre e 9 anni fa ho deciso di intraprendere il lavoro che mi piace ma sempre tenendo un piede nello studio di papà. Mi sono sposata 8 anni fa con un uomo che mi supporta e a volte sopporta. I miei genitori, soprattutto mia madre, non erano contenti della scelta di frequentare questo ragazzo che, pur essendo di ottima famiglia, lei giudicava poco aperto; ora lo adora. Sto cercando di lasciare il lavoro con mio padre per dedicarmi a quello che amo ma da un mese a questa parte soffro di un disturbo di ansia che si concretizza nel pensiero che i miei genitori potrebbero morire. Razionalmente so che è il ciclo naturale della vita, ma quando arriva questo pensiero mi sento sopraffare dall'angoscia tanto che mi manca il respiro. Ne ho parlato con mio marito che dice che essendo io molto apprensiva e vivendo un momento non troppo sereno economicamente è normale che amplifichi i problemi. Credo di aver bisogno di aiuto esterno visto che da sola non riesco a venirne a capo; l'ultimo avvenimento: ci sarebbe la possibilità di un viaggio con mia mamma a giugno meta l'Ungheria, il mio primo pensiero è stato: magari a giugno lei non ci sarà più; il secondo: e se sta male e siamo lontani da casa? Tengo a sottolineare che ha qualche problema di angina e una lieve difficoltà respiratoria ma a me sembrano guai insormontabili.

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Miglior risposta 12 MAR 2016

Gentile Marica,
è molto probabile che lei abbia molto subìto in passato le decisioni e le direttive di suo padre in campo lavorativo ed ora, nel decidere di staccarsene e lavorare autonomamente, avverta una quota di ansia al timore di perdere comunque un importante punto di riferimento.
Anche le preoccupazioni per la salute di sua madre trovano spiegazione nell'ansia di poter perdere un sostegno importante.
Pertanto sarebbe utile un percorso di psicoterapia per accompagnarla e guidarla in questa delicata fase di passaggio della sua vita tesa ad una maggiore indipendenza e autonomia lavorativa e affettiva.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo,psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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11 MAR 2016

Gentile Maria,
il fatto di essere considerata una donna apprensiva come la definisce suo marito non può certamente esserle di sollievo in una situazione di cambiamento dove la perdita di quelli che sono stati per 37 anni i suoi consueti vincoli genitoriali le sta facendo percepire uno stato di insicurezza rispetto il futuro. Le specifico insicurezza e non incertezza in quanto lei stessa ha espresso un progetto per il suo futuro. Forse allora esiste insicurezza nel doverlo portare avanti credendo in se stessa.
Inoltre si aggiunge il timore per la salute di sua madre che,forse, potrebbe condizionare le sue scelte e le sue possiamo di realizzarsi.
Le consiglio un primo colloquio con uno psicoterapeuta per andare oltre il cliché "donna apprensiva".

Rimango a sua disposizione,
Dott.re Lorenzetto Claudio

Dott.re Lorenzetto Claudio Psicologo a Ferrara

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11 MAR 2016

Cara Marica
certamente devi affrontare questo stato di cose che lasciato così può solo peggiorare.
Questi pensieri accompagnati da uno stato dell'umore depresso devono allontanarsi e lasciare il posto ad un raggio di sole che possa rischiarare il tuo cielo interiore.
In questo momento tu hai bisogno di un aiuto importante che ti potrà essere dato in psicoterapia.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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11 MAR 2016

Cara Marica,
come tu stessa hai compreso, è arrivato il momento (Dante diceva: "nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura....) di fare i conti con l'evoluzione dell'aspetto affettivo della tua personalità. E' evidente che 'dentro' sei ferma lì, girandoci intorno. Ora, da qui, un efficace supporto ti potrebbe essere dato solo in diretta, per lo meno telefonicamente o via skipe, per quanto riguarda la mia disponibilità. Meglio sarebbe che tu ti avvalessi di un aiuto ad personam.Il tuo è un caso che va trattato in chiave psicodinamica, per essere radicalmente risolto. La dipendenza affettiva suscita in tutti coloro che ne sono affetti, gli stessi disagi che stai provando tu. Se riterrai opportuno chiarire altre perplessità, puoi contare sulla mia collaborazione. Un caro saluto
Dott.ssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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11 MAR 2016

Buongiorno Monica,
sentire la paura di perdere le persone che amiamo è del tutto naturale. Nella vita ci diamo completamente al marito, ai figli, ai genitori, a qualche amico o amica, poche sono le persone veramente importanti. Il fatto che prima o poi dovremo distaccarci da loro è molto doloroso ma la cosa fa parte essa stessa della vita. Se vuol un sostegno per gestire al meglio la cosa, qui è nel posto giusto. Le do la mia disponibilità qualora lo desiderasse.
Cordialmente, dottor Savasta.

Dottor Antonino Savasta Psicologo a Pistoia

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11 MAR 2016

Gentile Marica,
la sua paura della perdita delle persone care é qualcosa di comprensibile in quanto il ciclo vitale comporta anche questa presa di coscienza. Per noi tutti il solo pensiero della morte dei nostri affetti é fonte di paura e angoscia. Probabilmente però sarà importante per lei comprendere quale sia il significato di questo suo senso di paura che, al momento attuale, é molto forte. E in accordo con quanto ha scritto la collega precedente, credo sia significativo Il fatto che l'insorgenza di pensieri e sentimenti spiacevoli che sperimenta in merito alla probabilità della morte delle persone a lei care avvenga proprio in un momento in cui ha deciso di staccarsi dall'attività di suo padre e definirsi diversamente. E' quindi probabile che, a livello ancora inconsapevole, lei teme di perdere suo padre se fa qualcosa che secondo lei potrebbe essere per lui fonte di dolore. Inoltre da come scrive é sempre stata una bambina tranquilla e remissiva, e questo potrebbe essere indicativo di un legame ancora molto stretto con i suoi genitori tale per cui teme di staccarsene, scegliendo diversamente e in modo autonomo da loro.
Tutti questi temi li potrebbe affrontare ed elaborare attraverso un percorso di psicoterapia che la supporterà in questo momento.
Rimango a disposizione per ulteriori informazioni o richieste.
Un caro saluto
Dott.ssa Gallucci, Psicologa-Psicoterapeuta
Vicenza

Dott.ssa Anna Gallucci Psicologo a Vicenza

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10 MAR 2016

Cara Marica,
purtroppo, le perdite fanno parte del ciclo vitale e quelle importanti, prima o poi, le dovremmo affrontare tutti. Detto questo, nonostante nessuno accetta la perdita delle persone care senza difficoltà, il fatto che lei riporta l'insorgenza di questi problemi al momento in cui vuole staccarsi dall'attività di suo padre non va sottovalutata. Anche quando scrive che era una bambina remissiva che tutti avrebbero voluto, mi rimanda l'idea di una bambina timorosa e dipendente che segue le scelte di papà. Sarebbe indispensabile iniziare un percorso di psicoterapia che la sostenga e le dia gli strumenti per evolvere da sola e in autonomia.
Cordiali saluti.

Dr.ssa Sonia Rossetti
Lizzano, Taranto.

Dr.ssa Sonia Rossetti Psicologo a Lizzano

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