parere sulla mia relazione

Inviata da Stabiese · 21 mar 2022 Terapia di coppia

Ho 42 anni, lei 37, ho conosciuto la mia fidanzata 17 anni fa. Eravamo diversi, lei di carattere freddo ma mi assicurava che mi amava e che erano così a casa sua, soprattutto la madre che poi si è separata da pochi anni con il marito. Ho vissuto un rapporto praticamente a tre con la mia fidanzata e la madre che ci ha impedito di vivere serenamente il nostro rapporto. Dopo circa sette anni la madre vedendo che per motivi legati alla crisi economica non chiedevo alla figlia di sposarci ha cercato in tutti i modi di farmi lasciare e non riuscendoci, negli ultimi tre anni e mezzo ha indirizzato su di me le sue violenze. La mia ex non voleva lasciare la città e seguirmi dove trovavo lavoro e ho fatto molti sacrifici e rinunce per restare e non perderla. Ad un certo punto il rapporto con lei si è raffreddato e appiattito e ha avuto una relazione parallela per almeno un paio di anni con un altra persona, un ragazzo ora di 33 anni il suo attuale fidanzato già amico dell'attuale compagno della madre. Avevo avvertito che c'era un altra persona, lo capivo durante la nostra intimità e da tanti altri cambiamenti nelle abitudini di lei, inoltre lui è proprio il ragazzo che incontravamo durante le passeggiate e che vedevo sotto casa sua quando faceva uscire il cane, ma lei continuava a giurarmi che non c'era nessuno e che mi amava. Ad aprile dell'anno scorso superai un concorso ed ebbi un buon impiego in un altra città e lei dopo qualche mese mi raggiunse, ma dopo pochi giorni cominciò a stare male e convinto che fosse solo a causa del trasferimento e quindi la lontananza da casa, le consigliai di ritornare in famiglia per un po . Al suo ritorno, stette nuovamente male e capii dal suo sguardo che era ormai andata oltre. Dopo 15 giorni durante i quali mi fece cmq credere che andasse tutto bene che mi amava e che stavamo per sposarci, mi dice che è finita alla stazione mentre stavamo per tornare a casa insieme. A casa sua la madre mi accusò di cose futili o inventate e mi disse che avevo voluto il lavoro fuori e avevo perso la figlia. La madre fu molto violenta e voleva che andassi via perchè avrei potuto convincere la figlia a partire con me. Così dopo qualche giorno ritornai a lavoro ma chiesi alla mia ex almeno di rispondermi al telefono ogni tanto per aiutarmi a superare il distacco visto che ero solo e lontano da casa. All'inizio lei acconsentì ma in 38 giorni mi rispose solo una volta, così le scrissi dei ,messaggi per capire la situazione, proposi soluzioni e poi quando ebbi conferma che c'era un altro anche perchè fui avvertito da un amico, decisi di accettare la chiusura ma di andare a casa sua per congedarmi da vicino e civilmente dopo un rapporto di 17 anni. Lei non voleva che andassi a casa sua, minacciava che avrebbe chiamato la Polizia e che aveva già stampato i numerosi messaggi (innocui) che le avevo inviato. Dopo appunto 38 giorni, mi recai da lei ma la trovai per strada, le dissi che avevo capito che desiderava provare nuove emozioni che con me non provava più e che se avesse dato un altra possibilità al nostro rapporto sarebbe andata diversamente ma non potei andare oltre perchè la madre cominciò a chiamarla insistentemente e lei era sotto l'effetto di farmaci. Prima di ritornare a lavoro volevo parlare con la madre per dirle che nonostante tutto anch'io avevo le mie colpe che mi dispiaceva per come era andata, mi sentivo tradito e offeso ma appena entrai in casa con il suo permesso, fui immediatamente aggredito verbalmente e fisicamente e cacciato fuori casa proprio per non farmi parlare. Successivamente hanno chiamato la Polizia e mi hanno fatto chiamare dal commissariato per comunicarmi di non contattarla più altrimenti mi avrebbe denunciato per stalking. Mi sento non solo male per una storia finita dopo tanti anni ma profondamente ingannato e offeso soprattutto quando mi ha fatto chiamare dalla Polizia, io ex appartenente alle forze dell'ordine che ho rinunciato al servizio permanente perchè lei diceva che ci saremmo lasciati se fossi andato a lavorare lontano da casa. Ho fatto molte altre rinunce per non perderla, l'ultima mi sono licenziato per tornare a casa per riprendermi da questo forte trauma e per difendere la mia reputazione visto che lei per giustificare il suo comportamento inizialmente diceva che io ero stato violento (e non è vero) e che non volevo sposarla. Ho raccontato tutto quello che era successo ad amici e parenti anche suoi ai quali aveva cercato di nascondere la realtà, sono stati solidali con me. Ora lei ha fatto brutta figura con tutti e va dallo psichiatra da tempo assumendo farmaci. Si è fidata delle persone sbagliate e ha danneggiato entrambi. Avevo consigliato vista la situazione di farci aiutare da uno specialista o da qualche familiare nel distacco, di affrontare civilmente la situazione ma non ha voluto. Ora sto meglio, posso comprendere tutto ma non è giustificabile che abbia cercato di farmi passare per una persona violenta e non posso e non voglio dimenticare l'offesa subita. Ad un certo punto visto il suo modo di agire e le continue telefonate a mio fratello minacciando che se avessi ancora parlato con qualcuno mi avrebbe denunciato. Avrei voluto reagire legalmente ma i miei genitori vista anche la situazione psicologica di lei non hanno voluto e anche io voluto evitare per lei. A volte penso che non mi abbia mai amato ma che avesse bisogno di me, mentre io lo ero molto ed ero convinto che avvolgendola del mio amore avrebbe imparato anche lei ad amare. Altre volte penso che in qualche modo abbia imparato e dato quello che poteva e che se non vi fosse stata la madre e avessimo avuto l'opportunità di vivere le nostre esperienze, sarebbe potuta andare diversamente ma forse mi illudo solamente visto come mi ha trattato. Avrei dovuto lasciarla ma ho preferito amarla. Voi che ne pensate?

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