Onicofagia
Sarebbe possibile curarla con l'ipnosi?
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Cara Ilenia,
come per tutti i sintomi anche in questo caso l'onicofagia, ovvero il mangiarsi le unghie, rappresenta l'espressione esterna, visibile e simbolica di un disagio sottostante.
Eliminare questa condotta attraverso strategie, tecniche o attraverso mezzi terapeutici quali l'ipnosi, conduce al possibile rischio di mantenere il disagio, che sarebbe costretto a trovare un altro modo per esprimersi. Il risultato potrebbe essere quello di cambiare sintomo, ma non sofferenza.
Per comprendere infatti, è necessario la presenza della sua consapevolezza e del suo intervento attivo. E' fondamentale che lei capisca, decida e trovi le sue alternative. E' sua la vita e lei deve decidere che farci. L'ipnosi la rende passiva, agisce la posto suo e questo è limitante.
L'ipnosi è una tecnica valida come tante altre, non di meno è una tecnica da inserirsi in un processo più articolato e complesso, dove lei ne è l'attrice attiva principale.
Per cui, prima di tutto è necessario capire qual'è il conflitto sottostante il sintomo, che crea una tale tensione che non può trattenersi se non mangiando le unghie.
Cosa le rode? Cosa le fa mangiare le mani? Quale rabbia ha? Con chi ce l'ha?
Cominci a farsi delle domande e a chiedersi se il suo sistema di vita è adeguato alle sue esigenze, cosa funziona e cosa no. Cosa non le piace della sua vita?
Da ricordarsi di ringraziare se stessa ed il proprio sintomo, perchè la sta avvertendo che c'è qualcosa che la disturba. Colga questo messaggio e lo usi al meglio!
Sabrina Costantini Psicologa Psicoterapeuta
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Gentile Ilenia, immagini l'onicofagia come un tassello di un puzzle. Sicuramente siamo interessati a guardare il puzzle nella sua composizione finale,piuttosto che concentrarsi sul singolo tassello.
Lei mangia le unghie per scaricare una tensione emotiva,che però non sappiamo da dove proviene.
Le consiglio una psicoterapia ad indirizzo cognitivo-comportamentale,poichè per "estinguere" il comportamento è necessaria la sua piena partecipazione al percorso terapeutico.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Valeria Rinaldini
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Buon giorno Ilenia,io le consiglio una terapia cognitivo comportamentale, dove in modo graduale impara a controllare questo comportamento che adesso è automatico.
Se vuole approfondire può cercarmi su google.
Dott.ssa Silvia Parisi psicologa psicoterapeuta di torino
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Gentile Ilenia,
l'onicofagia è una manifestazione che sottende stati di tensione, ansia, emozioni trattenute e scaricate con agiti auto-aggressivi. Da un punto di vista professionale riterrei utile essere aiutatia a capire le cause di tale comportamento.Tra le tecniche psicoterapiche che possono essere utilizzate, si può inserire anche l'ipnosi, purchè applicata da uno specialista che la conosca ed utilizzi con competenza e serietà. Molto cordialmente.
Dott. Annalisa Orsenigo
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Gentilissima,
Certo che è possibile trattare l'onicofagia con l'ipnosi...le consiglio di provare a trattare il disturbo da un collega che nella città in cui vive sia oltre a psicologo ancheun buon Ipnotista.
Tutte le terapie se ben effettuate avranno comunque un buon esito, specie se vi è una forte motivazione alla risoluzione, ma alla sua domanda rispondo in modo affermativo....si è possibile curarla con l'ipnosi.
Buona serata
Dr.ssa Ilaria Calvani
Psicologa
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Cara Ilenia, il suo disagio può trovare un valido supporto in un ciclo di sedute psicologiche supportate anche da un corso di Trainig autogeno, per la gestione dell'ansia ed il controllo della compulsione (ossia quel desiderio incontrollabile di mangiarsi le unghie).
Cordialmente. Dott.ssa Marika Fellini.
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Gentile sig.ra Manfra, l'onicofagia non è una patologia ma sicuramente, vista anche la sua richiesta, per qualcuno questa attività potrebbe essere tale da costituire un problema per la persona. Spero pertanto che tale problematica riguardi lei in prima persona e non qualcun altro, diversamente le direi che l'onicofagia non è una problematica psicologica. Se parliamo di lei in persona bisognerebbe capire innanzitutto in che misura, cioè per quale motivo, ciò costituisce un problema per lei.
Premesso che ci sono piccoli rimedi pratici come un unguento che lascia un sapore traumatico per le papille gustative, o a volte la ricostruzione delle unghie aiuta, sicuramente l'onicofagia è legata, o quanto meno si acuisce, alla presenza di situazioni ansiogene e stress. Diciamo spesso è un modo per attenuare e fronteggiare la tensione emotiva. Spesso una buona motivazione interna accompagna da un piccolo escamotage basta e avanza per risolvere la questione.
Per quanto riguarda il rivolgersi allo psicologo, o il pensare di intraprendere un percorso psicoterapeutico, se pur breve come hanno consigliato alcuni miei colleghi, mi lasci dire che una psicoterapia per "smettere di mangiare le unghie" non si è mai sentita e spero che non si senta mai. A tal proposito, se lei mai si troverà a consultare un terapeuta dal vivo, costui potrebbe aiutarla a ridefinire la sua domanda, ovvero definire un suo problema di l'ansia o di stress tale per cui, sulla base di quelle che saranno eventuali ulteriori difficoltà correlate allo stato ansioso o allo stress e che appaiono ostative al proprio benessere o adattamento, potrete eventualmente pensare a ciò che si rende utile per lei sul piano terapeutico.
Cordiali saluti
Dott. Luca Altieri
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Credo che un buon percorso psicoterapico la possa aiutare, non deve scegliere per forza la psicoanalisi! Cordialmente Dott.ssa Eva Scardone
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L'onicofagia è un sintomo dell'ansia, eliminare il sintomo ad esempio con la terapia comportamentale non elimina la causa. Dunque è su questa che bisogna intervenire. La terapia più efficace e radicale è la Psicoterapia
Dott.ssa Rosalba Anfosso Boscolo
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Gentile Ilenia
L'onicofagia si può risolvere facilmente attraverso un protocollo di trattamento il quale prevede un addestramento specifico per vincere la compulsione a mangiarsi le unghie. La terapia breve strategica riesce a dare, in questi casi, dei risultati estremamente interessanti sia in termini di efficienza sia in termini di efficacia. Per ogni altra informazione potrà visitare il sito: www.psicoterapiastrategica.it.
Distinti saluti.
Dott. Giuseppe Pecere
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Buongiorno Ilenia,
l'onicofagia sottende senz'altro un malessere di carattere emotivo si sta vivendo. Tra le varie tecniche terapeutiche anche l'ipnosi risulta utile. Le induzioni ipnotiche agiscono fortemente sulla nostra volontà fino a far scomparire quasi certamente il disturbo.
Buona giornata
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Gentile Ilenia,
l'ipnosi è sicuramente una pratica molto complessa e "rischiosa" (se condotta da personale non esperto).
Le consigliamo caldamente di rivolgersi ad uno psicoterapeuta ad orientamento cognitivo-comportamentale che possa chiarire i suoi dubbi e avviare con lei un percorso di intervento efficace e funzionale.
I migliori auguri
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Gent.ma Sign.ra Manfra,
l'onicofagia è un disturbo da discontrollo degli impulsi, spesso correlato con ansia. Il mio approccio a questo genere di disturbi è cognitivo-comportamentale in quanto si tratta di un sintomo circoscritto e di lieve entità che potrebbe risolversi con strategie che il pz acquisisce con l'aiuto dello psicologo di supporto. Mi occupo da 4 anni esclusivamente di disturbi da tic, tricotillomania, self-injurious behaviors, adhd così come di onicofagia. In un ciclo breve di incontri potrebbe allontanare questo imbarazzante disturbo, senza intervenire con tipologie d'analisi del profondo o addirittura ipnotiche; in questo caso non necessarie e pur sempre dispendiose, anche in termini di tempo.
Cordiali saluti, Dott.ssa Zanaboni
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Buonasera,
beh le consiglio anziché trattare questo disturbo con l'ipnosi, con una terapia psicodinamica che indaga le cause dell'onicofagia -ciò che nasconde il sintomo, che significato ha.
Dott. Piantanida
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Cara Ilenia, l'ipnosi ritengo vada vista come tecnica che fa parte di un percorso terapeutico. E' necessaria una alleanza, una fiducia nel terapeuta e allora lo stato ipnoide o comunque questo particolare stato modificato di coscienza può sicuramente essere utile nella terapia. Solitamente io richiedo prima qualche colloquio per raccogliere i dati anamnestici e poi dall a terza seduta utilizzo delle tecniche di ipnosi.
In bocca al lupo
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Nel mio orientamento, la terapia breve strategica si da molta importanza a come si svolgono gli eventi, cioè a cosa si fa e a come si fa quella data cosa. Se lei lei osserva con attenzione vedrà che mangiarsi le unghie è diventata una cattiva abitudine, da cui non riesce a sottrarsi tuttavia in pochi incontri sarebbe possibile sovvertire l'ordine degli eventi, la ipnosi è una delle matrici della terapia breve, non si basa sulla credibilità o meno delle suggestioni, ma su quanto esse siano calzanti al problema. La cosa indispensabile però è che si rivolga ad una/o specialista.
saluti
Dr Cristian Sardelli
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Gent.le Sig.Ilenia,
è possibile curare l'onicofagia che rappresenta una delle modalità attraverso la quale lei probabilmente gestisce l'ansia e le emozioni.
Tra le terapie più effficaci per affronatare l'onicofagia le segnalo la psicoterapia strategica breve e la psicoterapia cognitivo - comportamentale.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Barbara Testa
https://www.guidapsicologi.it/psicologi-dottssa-barbara-testa-vpsicologi-121125.html
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Alla tua domanda mi viene da risponderti subito di sì, come primo approccio e per modificare la scarica inadeguata che si realizza, appunto, utilizzando la forma di compulsione. Importante , comunque, andare a scoprire il bisogno insoddisfatto che determina la tensione di base.
A tua disposizione per ulteriori informazioni Dott.ssa Carla Panno-psicologa e psicoterapeuta di Milano.
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Gentile Ilenia,
con l'Ipnosi escluderebbe la Sua partecipazione attiva dal processo di guarigione, ma è anche vero che la mia affermazione vuole evidenziare la sua idea della tecnica ipnotica.
Consiglio la pratica del Training Autogeno con uno Psicoterapeuta bionomico/autogeno.
Sicuramente, anche interventi di orientamento cognitivo - comportamentale darebbero importanti risultati.
Cordialità
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Cara Ilenia, la terpia piò efficace nella cura dell'onicofacia è quella comportamentale che consiste nel far "disimparare" la compulsione e di sostituirla con un comportamento più sano e funzionale; inoltre la strategia di controllo dello stimolo permette di individuare e lavorare anticipatamente sullo stimolo che innesca l'impulso e prevenirne la messa in atto. Nei casi più gravi in cui le compulsioni sono tali da provocare considerevoli lacerazioni delle dita si può affiancare la terapia farmacologica , nello specifico antidepressivi, proprio come nei casi di Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Zoppi
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Gent. sig.ra Ilenia, il disturbo di cui lei parla è probabilmente dovuto a stati emotivi importanti, in quanto altro non è che uno scarico di tensioni che spesso avviene senza che la persona neanche se ne accorga.
Con il tempo l'atto di mangiarsi le unghie diventa un riflesso incondizionato, difficile da controllare.
A mio parere sarebbe utile che lei affrontasse un percorso psicoterapeutico che le permetta di conoscere i suoi stati emotivi profondi e le sue tensioni, per poi trovare altre modalità di affrontarle e di scaricarle.
Cordiali saluti.
dr.ssa Cristina Mariotti
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