Nostra figlia rifiuta il padre...come intervenire?

Inviata da Alessia · 6 nov 2017 Psicologia sociale e legale

Salve a tutti , ho una bambina di 2 anni e 8 mesi , molto intelligente e curiosa , ma allo stesso tempo paurosa e bisognosa di rassicurazioni . Da sempre ha manifestato una preferenza per me , che, avendo iniziato a parlare molto presto , ha sempre verbalizzato chiaramente. Questa predilezione si attenuava nei periodi di ferie , cioè quando entrambi i genitori passavano tutto il tempo con lei . Nel resto dell'anno comunque questo suo speciale attaccamento nei miei confronti non destava particolare apprensione ; un mese e mezzo fa però la bambina ha iniziato a frequentare il nido, solo fino alle 13, e da qui le cose sono sensibilmente peggiorate . Io ho ripreso il lavoro quando lei aveva undici mesi e fino a poco fa quando io non c'ero se ne occupava prevalentemente la nonna (Mio marito lavora su turni , e quando possibile , si occupava anche lui della bimba). Da quando frequenta il nido ha sviluppato un attaccamento morboso nei miei confronti e rifiuta del tutto il padre, anche con pugni e calci o con frasi del tipo "vai via brutto mostro " o " voglio la mamma, con te non ci parlo neanche" . Quando ritorna dal lavoro non vuole salutarlo; se il padre cerca di abbracciarla si scansa, se lui cerca di coinvolgerla in un gioco, lei lo calcia via. Io condanno questi comportamenti , spiegandole che il papà ci ama ,che fa tutto per noi e che non c'è nessuno motivo per comportarsi così, arrivando anche ad arrabbiarmi io stessa.
Anche se dopo le prime settimane di inserimento al nido in cui piangeva, adesso ci va contenta e al ritorno mi racconta dei giochi e dei suoi compagni con allegria. Ma più passa il tempo , e peggio si comporta con il padre, che dal canto suo soffre molto del rifiuto e a volte reagisce chiudendosi a riccio e lasciando che mi occupi io di gestire il "capriccio".Purtroppo questa situazione ci sta esasperando tutti quanti e , per quanto possa pensare che sia una cosa passeggera, sta rovinando il nostro menage familiare. Necessitiamo di consigli per superare questo scoglio... grazie a tutti

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Miglior risposta 7 NOV 2017

Buongiorno Alessia,

È molto probabile che inizialmente un bambino si attacchi più a un genitore rispetto all'altro, solo perché il primo si occupa di più, in termini di tempo, delle cure primarie. Inoltre, Sua figlia, nonostante sia molto precoce nel parlare, probabilmente è un po' indietro nello sviluppo: questo è normalissimo, in quanto ogni bambino ha le proprie modalità e i suoi tempi di crescita.
Ovviamente, ogni contesto della piccola andrebbe esaminato per capire se ci sono altri comportamenti problematici, oltre a quello riportato da Lei. Inoltre, è opportuno che Suo marito non viva il rifiuto di Sua figlia, come un fallimento che investe tutta la Sua persona, prerequisito essenziale per avere una solida tenuta nella crescita dei figli.
Suo marito potrebbe proporre di fare delle attività con Sua figlia, e cercare di coinvolgerla in dei momenti di condivisione, catturando i suoi interessi. E' opportuno che suo marito e sua figlia vivano un tempo che é soltanto loro, in modo che Sua figlia possa direzionare il proprio attaccamento non soltanto sulla figura materna.
A ogni modo, consiglio vivamente a Lei e a Suo marito di rivolgersi da un esperto psicologo o psicoterapeuta familiare, per sbloccare il momento d'impasse che state vivendo.
Cordiali saluti,

Dott.ssa Berti

Dott.Ssa Berti Martina Psicologo a Firenze

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7 NOV 2017

Gentile Alessia,
state vivendo una situazione molto difficile e stressante. Come hanno già detto le colleghe, è inizialmente normale per i bambini sviluppare un attaccamento "privilegiato" per una delle sue figure di riferimento, soprattutto in relazione al tempo trascorso insieme. Il fatto che questo si sia maggiormente acutizzato in occasione dell'inserimento al nido può essere comprensibile poiché se la bambina era abituata a trascorrere il tempo con lei, ora il distacco le fa ricercare maggiormente la sua presenza quando siete insieme. Ovviamente con i pochi dati a disposizione e senza un quadro approfondito della situazione non è possibile fornire un parere e/o un aiuto concreto. Bisogna considerare però che, vista l'età, le modalità a disposizione della sua bambina per manifestare disappunto non sono molto numerose e possono concentrarsi, come in questo caso, nell'area della rabbia/aggressività anche spostando la fonte.
Indubbiamente provare a ritagliare degli spazi papà/figlia per recuperare un rapporto che rischia di incrinarsi può aiutare. Temo però che, visto il clima e l'umore di tutti voi che sicuramente non è quello ottimale, sia utile richiedere una consulenza familiare per esplorare al meglio la situazione, capire le difficoltà sperimentate dalla bimba ed intervenire al meglio.

Cordialmente

Dott.ssa Raso Rossana (psicologa - Aosta)

Dott.ssa Rossana Raso Psicologo a Aosta

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7 NOV 2017

Buongiorno Alessia,
capisco che la situazione possa creare tensione in casa. La presenza di entrambi i genitori soprattutto nei primi anni di vita dei bambini è fondamentale. Una prima ipotesi da lei stessa pensata è che la poca presenza del papà per questioni lavorative possa aver inciso sulla costruzione della loro relazione. Io suggerirei di trovare dei tempi, anche brevi, per il papà e la bambina, in modo che possano iniziare ad interagire e conoscersi. Inoltre, da parte sua, potrebbe con la bambina presente valorizzare il padre e parlarle di lui anche in sua assenza, in modo da creare nella mente uno spazio per il papà. Infine, anche se piccola io proverei a chiedere il perché di questo rifiuto, ascoltando le sue paure, capendole e in questo modo trovando una modalità di rassicurazione. Sicuramente una consulenza psicologica che coinvolga tutta la famiglia potrebbe essere utile a capire le dinamiche che si attivano e a supportare tutti i membri della famiglia. sono dinamiche che prima vengono risolte meglio è.
Un saluto, resto a disposizione.
Dr.ssa Muzio Sara

Anonimo-168276 Psicologo a Milano

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