Da piccola sono sempre stata bruttina, se non altro ero un po' in sovrappeso e non sapevo come valorizzarmi. Fatto sta che i bambini prima, e i ragazzi poi, hanno sempre preferito le mie amiche a me.
Ora ho 28 anni e mi sono resa conto di essere "sbocciata" all'incirca un paio di anni fa. L'ho visto negli occhi di chi mi guardava, nei complimenti che ricevevo e dagli inviti a uscire da parte del sesso opposto.
Credo che i non-rapporti con il mondo maschile avuti durante la mia adolescenza, mi abbiano portato alla rivalsa che sto vivendo e che voglio godermi ora alle porte dei 30 anni.
Attualmente sono fidanzata, ho purtroppo sempre tradito i miei partner, a volte per sentimento, a volte per rivincita: tutti i ragazzi che non ho avuto nel periodo della scuola devono "pagarmela" così, con tutti i corteggiatori che ho attualmente. Mi basta anche lo sguardo interessato di un uomo per accrescere il mio ego. Voglio specificare che sono una persona molto timida, che arrossisce facilmente e che nonostante tutto non si sente ancora spigliata nell'attaccare bottone con un uomo. Gli sguardi che ricevo non sono volgari, quello non mi interessa, anzi mi ferisce, ma sono comunque occhiate di interesse nei miei riguardi.
Un mio nuovo collega di lavoro ha mostrato da subito un forte interesse nei miei confronti e mi ha chiesto di uscire nonostante io gli abbia detto di essere impegnata. Lui mi fa ridere e mi piace, quindi penso che accetterò l'invito valutandone le conseguenze.
La mia richiesta è solamente un aiuto a capire le motivazioni di questo mio comportamento per cercare di "fermarmi".
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22 DIC 2014
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Gentile Alice, da quello che scrive credo che le motivazioni del suo comportamento, almeno in parte, le abbia comprese. Forse è alla ricerca di un perchè che l'aiuti a "fermarsi", il che mi fa ipotizzare che non sia pienamente serena. Dice "non voglio dire di no agli uomini"; la invito a individuare eventuali vantaggi per il suo benessere nel dire dei no. Trovandoli, potrà essere motivata a cambiare tale atteggiamento.
Un saluto.
Dott.ssa Annalisa De Filippo - Psicologa Psicoterapeuta
15 DIC 2014
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Alice
certo deve essere stata dura per lei sentirsi così poco interessante e svalorizzata dal sesso opposto nell'adolescenza; un senso di rivalsa ci stà!
Tuttavia penso che la "rivalsa" se così deve essere, deve però essere fatta in modo adeguato. Il suo attuale comportamento, che è pressocchè quello di accettare ogni sguardo e ogni uomo, solo perché si "sente accresciuta" dalle loro attenzioni, non mi sembra sia un "risarcimento" adeguato. Ho quasi l'impressione, francamente, che sia un altro modo per svalorizzarsi da sola stavolta.
Penso che l'unico vero modo in cui lei può rendere "giustizia" a se stessa è darsi la possibilità di scegliere veramente con chi condivere che cosa di lei e questo su basi chiare, cioè: non solo scegliere con Chi ma anche Che Cosa fare e perché.
Sembra un discorso complesso ed invece è molto semplice: significa non buttarsi via con chiunque e considerarsi preziosa a tal punto da essere meritata.
Non si lasci "conquistare" da un solo sguardo e da un interesse vago che qualcuno le rivolge... si dia un "prezzo" e lo faccia pagare agli interessati.
Spero sia arrivato il mio messaggio.
Un saluto
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna
10 DIC 2014
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Alice, certamente non pretendo di darle delle risposte poichè richiederebbero ulteriori informazioni e approfondimenti ma il suo post mi ha ricordato una famosa fiaba.. quella del Brutto Anatroccolo che vive l'esperienza del sentirsi diverso e rifiutato finchè comprende che non è un anatra ma un cigno. Da qui lo spunto per una riflessione: ho l'impressione che nonostante la sua vita relazionale sia cambiata lei non si sia ancora riconosciuta come cigno e attraverso tutte queste relazioni stia cercando continue conferme... che ne pensa?
Dssa Daniela Sirtori
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10 DIC 2014
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Gentile Alice,
la risposta alla sua domanda non è così semplice, non è un rimedio specifico da somministrare per uno specifico problema, nel senso che dovrebbero essere esaminati vari aspetti della situazione per poter dare una risposta esauriente.
Andrebbero quanto meno valutati il peso della sua sofferenza adolescenziale e la natura del suo attuale rapporto con il partner abituale, forse anche altri aspetti della sua vita infantile o attuale.
Per quanto perciò lei abbia individuato delle possibili cause, le consiglio di consultare uno psicologo psicoterapeuta per approfondirle e verificarle.
Cordiali saluti
Dr.ssa Valentina Sciubba
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10 DIC 2014
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Alice,
la risposta alla sua richiesta di aiuto non è così semplice, non è la somministrazione di un rimedio specifico per specifico problema, nel senso che occorrerebbe analizzare vari aspetti per poterle dare una risposta esauriente e soddisfacente.
Bisognerebbe almeno valutare il peso della sua sofferenza in età adolescenziale, il fondamento del suo attuale rapporto con il fidanzato e forse anche altri aspetti della sua vita, in relazione all'infanzia o al momento attuale.
Nonostante perciò lei abbia già individuato delle possibili cause, le consiglio di consultare uno psicologo psicoterapeuta di persona per approfondirle e verificarle.
Cordiali saluti
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10 DIC 2014
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Alice,
leggendo attentamente la sua lettera sembra che le motivazioni del perché del suo comportamento le siano chiare. Riferisce che da piccola era in sovrappeso, non riusciva a valorizzarsi e le sue amiche rispetto a lei avevano la meglio sui ragazzi. Da grande, quando è sbocciata, gli uomini hanno cominciato a guardarla e ad invitarla, attualmente ha un fidanzato e riferisce di avere sempre tradito i suoi partners anche per voglia di rivalsa. Con la premessa di un ego per anni messo da parte, credo ci siano tutti i presupposti necessari per trovare la motivazione del suo comportamento. Ciò che manca invece come informazione dalla sua lettera è come lei si è sentita durante tutti gli anni in cui non è stata considerata. Sentiva rabbia? Era depressa oppure ha cercato sempre di sorridere e andare avanti ma soffriva? Penso Alice che il fatto che lei senta il desiderio di cedere alle lusinghe di uno sguardo o ad un invito da parte degli uomini, potrebbe avere a che fare con la sofferenza che ha provato quando da ragazza non si sentiva vista. Credo possa essere utile per lei cominciare a fare luce sulle emozioni vissute in quegli anni e capire come può oggi prendersene cura per elaborare meglio ciò che provava. La invito a riflettere su un eventuale percorso terapeutico che possa aiutarla a "fermarsi" più su di sé.