Ormai la sensazione di non aver dato il massimo delle mie capacità e possibilità è costante,in particolare in ambito universitario. Dopo ogni esame c'era sempre il pensiero che "avrei potuto fare meglio", indipendentemente dal voto... E anche a distanza di anni mi capita di pensare che avrei potuto sostenere l'esame x con un voto più alto o più velocemente. Un po' per vari motivi, un po' la sfortuna con appelli killer che puntualmente ho "acchiappato" io (e anche un po' di invidia per i colleghi che se li sono scansati), mi sono laureata quest'anno. Immatricolata a medicina nel 2010,laureata con lode ma quasi 4 anni fuori corso. E questo non mi permette nemmeno di essere soddisfatta del mio percorso, nonostante tutti i 28 e 30 non mi sento brava, immagino 3mila modi in cui avrei potuto fare le cose meglio e a 28 anni senza ancora un lavoro mi sento una fallita, anche troppo vecchia per avere una carriera, con la paura di non entrare nella specializzazione. È un loop mentale forse insensato, ma logorante.
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14 GIU 2020
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Cara NC, il Suo problema si gioca nel futuro... e ha ragione: è logorante. Lei vede una chiusura di possibilità esistenziali: è troppo vecchia, non entrerà nella specializzazione; questa chiusura si riverbera nel passato ("avrei potuto fare diversamente"). La blocca in uno stallo esistenziale che ha il significato del fallimento. C'è un senso di mancata confidenza nel mondo e in sè, una sorta di costante dubbio che potrebbe risolvere solo con una certezza definitiva, ma questo non accade: ci sono tremila modi diversi in cui avrebbe potuto agire, come trovare quello perfetto? Si affidi a uno psicoterapeuta, riaprendo modi possibili di esistere nel futuro riacquisterà il senso di proprietà della Sua esperienza e della Sua esistenza. A disposizione, DP
16 GIU 2020
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Cara NC, ha ragione: questa situazione è logorante e prende energie, tempo, risorse. È quasi un lavoro! Lei sembra mancare di fiducia nei Suoi modi di muoversi nel mondo: non c'è certezza di aver dato il massimo, di aver fatto il meglio, che Non ci fosse un modo diverso, migliore, più appropriato. Quindi scivola in un'operazione riflessiva indirizzata alla rivisitazione di tutto ciò che ho fatto, detto, pensato, alla ricerca di un punto fermo, di una certezza, di quella risposta definitiva che placherebbe l'ansia e il dubbio. Naturalmente questo non può avvenire. Così è bloccata, schiava di vuote possibilità passate che non può cambiare, e di un presente in cui si sente non abbastanza, non in grado di raggiungere un futuro che sembra lontano e impossibile. Ha valutato l'ipotesi di rivolgersi a uno psicoterapeuta? Gli obiettivi della psicoterapia sono proprio quelli di riaprire possibilità d'azione nel futuro, in vista di progetti realizzabili. Servirebbero impegno e motivazione, ma potrebbe valerne la pena dato lo stato esistenziale che sta affrontando in questo momento. A disposizione. DP
12 GIU 2020
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Solitamente l’impressione di “non essere abbastanza...” è legato a uno schema mentale che condiziona diversi ambiti della propria vita e che probabilmente si è creato durante l’infanzia. Questo può produrre dei continui dubbi e rimuginii da cui si fa fatica a staccarsi. Io le consiglio di farsi seguire da uno psicoterapeuta che l’aiuti a ristrutturare questo schema disfunzionale in modo da non essere sempre condizionata da questa paura in ogni scelta della sua vita