30 GIU 2022
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Buonasera zioVlad, a me sembra che utilizzi un modo provocatorio per relazionarsi con noi e chiederci, indirettamente, aiuto. Credo anche che, se è provocatorio con noi, forse, lo è anche con le altre persone che la circondano. Tuttavia, la provocazione è uno dei tanti mezzi relazionali utili a raggiungere qualche obiettivo. Lei ha chiaro quale potrebbe essere questo obiettivo? In sostanza, la mia domanda è: quale vantaggio (soprattutto emotivo) le ritorna indietro attuando questa modalità? Guardi la cosa da un punto di vista più generale che focalizzarsi sullo specifico: ovvero, in genere, quando si relaziona così, si sente come? Che effetto fa su di lei e quali reazioni, in genere, elicita? E, in seguito a queste reazioni dell'esterno, come si sente? È stata utile o meno, emotivamente, per lei questa provocazione? Gli altri (importanti o meno) si avvicinano o si allontanano?
Infine, se essa è una delle strategie che più ha utilizzato finora, significa (intendo ad un livello evolutivo) che il suo sistema emotivo ne trae vantaggi che, se sul piano logico-razionale, non sono chiari, e questo poco importa. Per noi, infatti, è fondamentale sentirci che non stiamo (o stiamo per) soffrendo, o che ci potremmo sentire disgregati (una delle evenienze peggiori che più teme il nostro mondo emotivo). Per tutte queste domande e tante altre, la invito a cercare un aiuto psicologico, finché non trova un collega che la faccia sentire accolto-ascoltato-protetto e non giudicato. In un clima di questo tipo, evidentemente, la provocazione non avrebbe motivo di continuare e lei sarebbe "libero" (a mio avviso, ora non lo è ma potrei sbagliare ovviamente) di poter parlare finalmente e in modo più diretto di ciò che la opprime maggiormente in questa fase della sua vita.
P.s.: non esiste, o ancora non è stato scoperto, il gene della provocazione (o di tutte le altre modalità relazionali), per cui non è obbligato dalla Natura a reiterare questo comportamento. Quindi, in terapia, può capire che esistono altri modi, più proficui, per interfacciarsi col prossimo, dopo aver compreso come mai, tra tanti modi, il suo sistema e lei, abbiate scelto qualcosa che sicuramente ha funzionato fino ad un certo momento della sua esistenza ma che forse, ora non è più sufficiente a farla stare bene, con Sé e con gli altri. Ovviamente, mi sono concentrato sulla provocazione, in quanto molto evidente nelle poche righe del suo post. Ma ci sarebbe tanto altro da esplorare, che riguarda le sue emozioni, i suoi comportamenti ed i "perché" ed il senso di tutta la coerenza del suo essere, così come sarebbe utile per ognuno di noi.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti