Non sono più innamorata del mio compagno dopo l’arrivo della nostra bimba

Inviata da Kitty09 · 7 mar 2025 Terapia di coppia

Come il titolo già anticipa, dopo 6 mesi della nascita della nostra bimba mi rendo conto di non essere innamorata del mio compagno. Stiamo insieme da due anni, volevamo entrambi tanto diventare genitori e così è andato. La mia bimba è la cosa più bella che mi sia capitata e l’ho tanto disiderata ma da quando sono rimasta incinta non supporto più il mio compagno. Dopo aver fatto il test che risultava positivo glielo subito fatto vedere e la sua reazione non c’era, propio zero, più avanti scopro che non c’era perché al parare suo avevo ‘appena iniziato a rompere’. Durante la gravidanza non c’è mai stato per me, non potevo stare male, non potevo stare al letto, dovevo per forza obbedire alle sue richieste mentre i primi mesi stavo molto male fisicamente. Tutte le visite erano troppi ed accompagnarmi per vedere la ‘nostra’ figlia, era troppo. Credo che l’insieme di queste due cosa abbiano creato la base per ciò che sta succedendo ora. Dopo il parto non è cambiato nulla, nemmeno in questo momento mi è stata permessa di seguire ciò che mi sentivo dentro, di nuovo ‘dovevo’ tante cose che facevano piacere a lui. La situazione è peggiorata talmente tanto che l’ho cacciato fuori dalla stanza e da lì in poi, ora 6 mesi, non abbiamo più dormito insieme. Mi sono sentita sola, trascinata, non ascoltata, violentata nel seguire ciò che mi faceva bene, mi sento depressa. Oggi come oggi non lo supporto più, ogni parola che esce dalla sua bocca mi dà un fastidio estremo così come tutte le cose che fa ma sopratutto non fa. Da quando è nata non ha mai cambiato un pannolino, non mi ha mai aiutato nella cura di lei, non le ha mai fatto un bagnetto, gli devo pregare di darle il biberon o tenere la 10 minuti. Lui dice che ama la bimba, ma è evidente che non vuole avere niente a che fare con la cura di essa. Vuole solo i momenti belli. Io sto a casa tutto il giorno con lei e mi sento bene, perché non sto con lui. Appena torna dal lavoro sembra di essere in una sorta di prigione. Ora sto vivendo un mezzo lutto della vita che sono costretta a vivere che però è lontanissima da quella che vorrei e augurerei a mia figlia. Non so più cosa fare, l’unica cosa che mi ferma a non lasciarlo sarebbe che economicamente non posso prendermi cura di me e la bimba, siamo dipendenti di lui. C’è speranza per la nostra relazione? O da come l’ho descritta è già finita?

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Miglior risposta 10 MAR 2025

Carissima Kitty,
Capisco che sta affrontando un momento complesso, segnato da solitudine, frustrazione e da un "mezzo lutto" per una vita che sente lontana da quella che avrebbe desiderato per sé e sua figlia.
La distanza emotiva del suo compagno, sia durante che dopo la gravidanza, ha lasciato ferite profonde, e il fatto che si senta “bloccata” anche per una dipendenza economica aggiunge un ulteriore peso.

Prima di rispondere se ci sia speranza per la relazione, sarebbe importante esplorare:
- Come si sente davvero all'idea di un futuro con quest'uomo?
- Questa rabbia nasce solo da ciò che è accaduto durante la gravidanza o c’erano segnali già prima?
- Che spazio ha per sé stessa, oltre al ruolo di madre?
Le suggerirei di valutare un percorso di terapia, dove lavorare per aiutarla a fare chiarezza sulle sue emozioni, sui suoi bisogni e trovare strategie per rafforzare la sua indipendenza, emotiva e pratica.
Non è sola in questo percorso. Se vuole, mi tengo a disposizione su Roma ed online!
Un caro saluto






Dott.ssa Chiara Quinto Psicologo a Roma

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10 MAR 2025

Buongiorno Kitty,
senza conoscere lei e nemmeno il suo compagno risulta difficile esporsi. La sento molto confusa e credo che provi molto senso di solitudine in questa relazione. Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico, con il fine di comprendere il vero senso della relazione.
Cordiali saluti
Alice Noseda

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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10 MAR 2025

Kitty, Mi dispiace tanto che tu stia vivendo una situazione così dolorosa e complicata. La tua frustrazione, tristezza e senso di solitudine traspaiono chiaramente dalle tue parole, e quello che stai descrivendo è davvero difficile.
Essere appena diventata mamma è già un’esperienza enorme e trasformativa. Se a questo si aggiunge la sensazione di non essere supportata e compresa dal tuo compagno, è del tutto comprensibile che tu ti senta così abbattuta e scoraggiata. Quello che descrivi suona come un ambiente emotivamente tossico e opprimente, dove ti viene chiesto di soddisfare le aspettative del tuo compagno senza che lui prenda in considerazione i tuoi bisogni, il tuo benessere o quello della vostra bambina.
Sembra che tu abbia provato a comunicare i tuoi bisogni e i tuoi sentimenti, ma che lui non sia stato aperto all'ascolto e al cambiamento. La sua mancanza di supporto durante la gravidanza e dopo il parto è un comportamento che crea distanza, rabbia e dolore. Anche il fatto che lui non si occupi della bimba e voglia solo i "momenti belli" è un problema serio e una responsabilità che non sta assumendo.
Hai fatto un’osservazione molto importante quando dici che ti senti più serena quando lui non è presente. Questa è un'indicazione forte di come la relazione sia diventata per te un peso, piuttosto che un sostegno. Il fatto che ti trattenga principalmente la paura della situazione economica è significativo.
Una Terapia individuale o di coppia potrebbe aiutarti a capire più chiaramente cosa desideri per te stessa e tua figlia. La terapia di coppia potrebbe anche aiutare a comunicare con il tuo compagno, se lui fosse disposto a partecipare.
nel frattempo potresti cominciare a creare un piano di sicurezza e indipendenza: Potresti iniziare a pensare a come costruire, anche lentamente, una tua indipendenza economica e pratica.
Quanto alla tua domanda se ci sia speranza per la relazione: una relazione sana richiede impegno e volontà da entrambe le parti. Se il tuo compagno non è disposto a cambiare, ascoltare e crescere insieme a te, allora forse è il momento di considerare cosa sia meglio per te e per la tua bambina.
Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon Psicologo a Massa

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9 MAR 2025

Buonasera,
Leggendo quello che riporti percepisco molta sofferenza e solitudine, la nascita di un figlio comporta un cambiamento nel rapporto di coppia, le dinamiche, i vissuti emotivi, i pensieri differiscono. Non è semplice rispondere ai quesiti che propone senza capire meglio il suo presente vissuto reale.
Un caro saluto
Dott.ssa Martelli

Dott.ssa Ilenia Martelli Psicologo a Firenze

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9 MAR 2025

Buongiorno,
mi spiace per questa situazione complicata. La vostra relazione, dopo poco che è iniziata, è stata messa alla prova nell'affrontare l'arrivo di un figlio, che di per sé è un evento impegnativo e che mette in crisi molte coppie. Non so quanto abbiate avuto modo di parlare insieme di queste difficoltà, ma l'unica strada è quella di confrontarsi e se non riuscite da soli, cercate di essere aiutati da uniche terapista di coppia. Da come lo descrive, non sembra molto collaborante e quindi, nel caso non accettasse di provare a stare meglio insieme, dovrà iniziare a pensare ad una soluzione da sola e con al bambina. Ovviamente è complicato per motivi economici, come ha già sottolineato lei, e anche per motivi logistici e organizzativi. Dovrebbe rivolgersi ad un avvocato per farsi consigliare e aiutare. Il padre è comunque tenuto agli alimenti e a una collaborazione nella cura... Adesso la bambina è piccola, ma piano piano sarà possibile organizzarsi meglio con gli asili nidi, nella prospettiva da parte sua di trovare un lavoro che la rendesse indipendente.
Come prima poca deve però ascoltarsi e non sottovalutare le sue sensazioni, facendo finta che la relazione possa continuare in questo modo. Ci sono genitori che purtroppo dicono di amare i propri figli, ma concretamente non se ne prendono cura. Spero il suo compagno non rientri in questa categoria, perché purtroppo ciò rende il percorso insieme ancora più difficile. Per questo al invito a farsi consigliare, a rivolgersi eventualmente a un terapeuta per focalizzare meglio le problematiche.
Cordiali saluti
Dott.ssa Elena Agio

Elena Agio Psicologo a Noventa Padovana

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9 MAR 2025

Gentile Kitty09,
le sue parole trasmettono grande sofferenza e voglio prima di tutto riconoscere la fatica che sta affrontando. Diventare madre comporta un cambiamento profondo e viverlo sentendosi sola, non ascoltata e privata della libertà di seguire i propri bisogni può essere estremamente doloroso.

Da quello che racconta, sembra che il comportamento del suo compagno abbia creato una frattura nel vostro rapporto già durante la gravidanza e che questa distanza emotiva si sia acuita dopo la nascita della vostra bambina. Il carico mentale ed emotivo che riporta di affrontare da sola è molto pesante e non sentirsi supportata in un momento così delicato può generare un senso di tristezza e frustrazione profonda.

Si chiede se ci sia speranza per la relazione: questa è una domanda alla quale solo lei può rispondere con il tempo e l’ascolto di sé stessa. Tuttavia, perché un rapporto possa ricostruirsi, è necessario che entrambi i partner siano disposti a mettersi in discussione e a lavorare insieme per trovare un nuovo equilibrio.

Nel frattempo, è fondamentale che lei possa trovare uno spazio di supporto, sia emotivo che pratico. Potrebbe essere funzionale confrontarsi con una figura professionale per comprendere meglio le sue emozioni, individuare strategie per tutelarsi e valutare le opzioni a sua disposizione, anche dal punto di vista economico e pratico.

Se desidera approfondire, resto a disposizione.

Un caro saluto,
Dott.ssa Curci Laura

Laura Curci Psicologo a Concesio

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9 MAR 2025

Buongiorno signora
Quando nasce un bambino
La vita di coppia cambia, certamente sarebbe opportuno che la coppia si aiutasse l Uno con l altro.
Vi consiglio dei colloqui di coppia con uno psicoterapeuta.
Per comprendere meglio la trasformazione
Che si ha quando si diventa genitori.
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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9 MAR 2025

Salve Kitty09, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice Psicologo a Roma

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8 MAR 2025

Buongiorno,

In genere la nascita di una figlia è un momento di crescita per entrambi i genitori invece in questo caso sembra aver messo in luce una distanza che già esisteva e che con il tempo è diventata sempre più evidente. Il mancato supporto da parte del suo compagno, la sensazione di dover affrontare tutto da sola e il suo atteggiamento distante hanno inevitabilmente possono cambiare il modo in cui lo percepisce e di conseguenza anche il sentimento che prova nei suoi confronti. La domanda forse più importante è se lui sia davvero disposto a cambiare, a mettersi in discussione e a prendersi le sue responsabilità come padre e come compagno. Senza un suo impegno concreto, è difficile immaginare un futuro sereno insieme. Il legame economico è un aspetto complesso e comprensibilmente pesa sulla possibilità di prendere una decisione ma rimanere in una relazione che la fa sentire intrappolata potrebbe avere un impatto negativo, sia su di lei che su sua figlia. Provi a valutare delle soluzioni pratiche per garantirsi una maggiore autonomia, anche solo come possibilità futura.

Dr. Matteo Piccioni Psicologo a Torino

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