Salve, sono un lui oramai di 57 anni. Sono sposato e fin da ragazzo ho dedicato molto del mio tempo e della mia energia alle donne, e ne ho avute molte in relazioni spesso molto passionali e burrascose. Ciononostante da molti anni sono vittima di una forma di mobbing sociale. Infatti la mia natura è sensibile, il mio aspetto sebbene piacevole non è mai stato macho e purtroppo la mia voce è sottile e tenue.. quasi femminile. A causa di ciò sono stato frequentemente "accusato" di essere un omosessuale "mascherato" con tutte le ironiche battute offensive e umilianti del caso (molto pesanti in una città come Firenze). Non sono mai stato attratto dai maschi e so di non essere gay (nemmeno li detesto) ma non ho mai saputo fregarmene di passare per tale... con il risultato che ne ho molto sofferto psicologicamente arrivando a modificare i mie comportamenti e le mie abitudini pur di non soffrire ancora. La mia paura di venire giudicato gay ha alimentato una vera e propria fobia. A causa di ciò da qualche anno è arrivata anche una forma di depressione a peggiorare la situazione. Tutto questo perché nel corso degli anni persone a cui non piacevo e alle quali non rimanevo simpatico o che provavano invidia nei miei confronti, avendo colto questo mio punto debole, lo hanno usato per diffondere falsità ignobili sulla mia sessualità inventando situazioni mai accadute e alimentando così questa diceria. Una bugia molto ripetuta alla fine passa per una verità. Da questa situazione ne ho persino ricavato un danno sull'ambiente di lavoro. A volte vorrei reagire con violenza contro chi mi diffama, infatti la mia capacità di usare la ragione o l' ironia è molto diminuita perché di fronte a questa incredibile situazione mi sento paralizzato, imbarazzato e impotente. Oramai tutti i miei rapporti sociali risentono pesantemente di quanto vi sto raccontando e mi sento privo di forze e lucidità. Come apro bocca temo di passare per gay, è diventata un ossessione. Tutto questo mi ha rovinato la vita influendo sul mio equilibrio e sulla mia salute, e non so come uscirne anche perché mia moglie (che pure sa tutto) non riesce o non sa aiutarmi ed essendo straniera ha una cultura diversa. Il problema è solo mio. Vorrei cambiare perfino città e lavoro per resettare tutto.. ma come faccio .. non sono più giovane per ricominciare da capo. Aiuto !
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4 GEN 2020
· Questa risposta è stata utile per 8 persone
Gentilissimo,
nella riaffermazione delle sue peculiarità, del suo modo di essere, con una modalità assertiva di comunicare e pure nella scelta delle persone da frequentare può trovare una nuova modalità di affrontare queste spiacevoli situazioni.
Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia per trovare nuove strategie per gestire queste dinamiche e soprattutto per ritrovarsi. Siamo a inizio anno, è il momento giusto per darsi questo diritto.
I migliori auguri, cordialmente
Dott.ssa Barbara Trevisan
Psicologa Psicoterapeuta
5 FEB 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Toscano, comprendo la sua sofferenza e le difficoltà che le ha creato e che le crea. Per questo le consiglio di rivolgersi ad un professionista in modo da fronteggiare i suoi stati d'animo e gestire al meglio questa situazione. Magari col tempo potrà prendere, insieme al suo terapeuta e soprattutto insieme a sua moglie, la quale le consiglio di tenerla parte integrante della problematica, una decisione consona.
Resto a sua disposizione,
Cordiali saluti.
Dott.ssa Valeria Alescio - Psicologa Clinica
7 GEN 2020
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Gentile Toscano, purtroppo Lei ha sperimentato come spesso le persone tendano a fare inferenze sull'orientamento affettivo a partire da variabili, quali ad esempio l'espressione di genere o il ruolo di genere, che nulla dicono di chi o cosa ci piace. Questo avviene perché la concezione sociale dell'identità sessuale vede queste componenti come implicantesi l'un l'altra, a causa di stereotipi e pregiudizi su come dovrebbe apparire una persona gay, etero, bisessuale, eccetera. Al di là del Suo orientamento affettivo e della Sua espressione di sè (gentile, "femminile", voce tenue... ecc...) credo che la cosa interessante in questo caso sia la paura di essere "accusato" avere un orientamento affettivo omosessuale. Nella cultura occidentale del ventunesimo secolo l'omosessualità viene ancora, causa una cultura di riferimento eteronormativa, schernita e considerata "non naturale" (benché non più francamente patologica, come avveniva negli anni '70). Per questo, tale paura potrebbe da un lato associarsi all'oggetto stesso, dall'altro essere semplicemente legata alle conseguenze che ne derivano: scherno, isolamento, derisione davanti a tutti o dietro le spalle. Queste conseguenze possono ben spiegare il Suo stato, le paure che ha sviluppato, e il desiderio di fuggire dal contesto attuale per trovarne uno diverso. Il consiglio è affrontare un colloquio psicologico (se è disposto a cambiare città, immagino sia disposto almeno a fare un tentativo meno drastico prima!) con il quale poter comprendere meglio quali sono i significati che Lei associa all' "essere gay" (indipendentemente dal Suo orientamento affettivo); in questo modo è possibile capire se il problema è legato a questo oppure semplicemente ai comportamenti che ne derivano. Dopo aver effettuato questo discernimento sarà possibile per il terapeuta proporLe un percorso, finalizzato nel primo caso a deostruire stereotipi sulla sessualità e costruire risorse di resilienza e di coping rispetto allo scherno, e nel secondo caso a costruire una modalità di mantenimento di sè che dipenda meno dal contesto (Altro e Mondo) perché Lei sia meno in balia del feedback negativo altrui. Affronti con fiducia il primo colloquio psicoterapeutico e potrà mettere fine a queste paure. Cordialità, in bocca al lupo! DMP
6 GEN 2020
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Gentile Toscano, comprendo che di per sé la situazione sia streasante; essere presi di mira in modo costante implica il doversi adattare costantemente a fronteggiare una situazione stressante. Gli esseri umani non sono programmati per gestire stressor costante, ci credo che soffra. Tuttavia può lavorare sulla possibilità di reagire in modo diverso lavorando sulla comunicazione assertiva favorendo il mettere "paletti" ai comportamenti degli altri. Le suggerisco pertanto di intraprendere un percorso di psicoterapia per lavorare su questo aspetto. Un caro saluto, Luisa Fossati
5 GEN 2020
· Questa risposta è stata utile per 7 persone
Gentile Toscano, l'espressione di genere è spesso erroneamente associata, a livello sociale e culturale, all'orientamento affettivo: da qui le battute e le insinuazioni (corrette o scorrette non conta) del contesto che La circonda. Il problema non è essere o non essere omosessuale, che di per sè non è problematico né tantomeno un insulto o qualcosa di "ignobile", ma quello che in Lei provocano queste possibilità. Cambiare contesto non La aiuterà, se è vero che "le Sue caratteristiche" possono portare all'erronea confusione di cui parlo all'inizio di questo messaggio. Si rivolga a un terapeuta con cui esplorare i motivi per i quali tali insinuazioni provochino in Lei tanta sofferenza, non ha modi migliori di questo di risolvere la situazione. In bocca al lupo! DMP
4 GEN 2020
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Gentile Toscano,
L'idea di essere gay non la sfiora, tuttavia l'ambiente circostante e la sua modalità reattiva alle dicerie sembra abbiano creato un clima piuttosto pesante da sopportare. La depressione sicuramente ha esacerbato i propri vissuti ed ha reso tutto più difficile, l'equilibrio emotivo ne ha risentito. La fuga non sarebbe una soluzione, ovunque questi problemi li porterebbe con se...è auspicabile iniziare quanto prima un percorso psicologico mirato.
Cordialmente
Dr.ssa Donatella Costa