Sono sei mesi ormai in cui combatto contro la me che vuole lasciarlo perché si è sentita abbandonata e io non so più cosa fare..
Non voglio provare queste sensazioni negative io vorrei sentirmi innamorata e felice e non annoiata e delusa..
Ho cambiato città, lavoro e lui è partito con i suoi amici spezzando il legame di fiducia che ci univa.
Sono stata assalita dal doc diagnosticato da uno psichiatra che ancora oggi mi dice di avere fiducia e che il mio problema non è l'amore che manca ma il significato che ha per me il matrimonio (famiglia di separati e padre violento)
Io non sono felice
Oggi ho una vita piatta e lui è asociale, per lui esisto solo io ma niente viaggi o gite... Niente di niente... Io, lui e il cane..
Ero un esplosione di gioia ora sono l'ombra di me stessa..
Vorrei essere nuovamente felice ma con lui... E con nessun altro
7 mesi al matrimonio e ho paura che non ci arriveremo...
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20 DIC 2019
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Salve,
mancano alcune informazioni rilevanti. Ad esempio se, oltre allo psichiatra, ha mai consultato uno psicologo e iniziato una terapia per il doc.
Andrebbero fatte molte domande sui cambiamenti che ha vissuti con il trasferimento, su cosa sente, su come vive la sua quotidianità, sugli anni passati e sul doc.
Le consiglio senza alcun dubbio di rivolgersi ad uno psicologo per fare un lavoro su se stessa e ritrovare l'equilibrio. In particolare, una terapia cognitivo-comportamentale può aiutarla a identificare, valutare e rispondere ai pensieri e alle credenze disfunzionali.
Resto disponibile per ulteriori chiarimenti.
Saluti
Giorgia Petrucci
22 DIC 2019
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Anonima,
penso che non dovrebbe avere fretta relativamente al matrimonio soprattutto se ha delle remore e dei dubbi sui suoi sentimenti e sull'intesa della coppia.
Se lei, come sembra, ha avuto genitori separati e padre violento, è affetta da DOC e (probabilmente) per seguire il suo compagno ha cambiato città e lavoro raccogliendo delusioni, ce n'è abbastanza per decidere di prendersi cura di sè prima di pensare al matrimonio e questo tramite un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale che le suggerisco di intraprendere senza indugio.
Queste considerazioni sull'opportunità di prendersi prioritariamente cura di sè e della sua autostima dovrebbero sì portarla a ricercare benessere e felicità ma non necessariamente con lui e nessun altro a meno che non si realizzi la dovuta compatibilità e reciprocità nella coppia.
Non si capisce poi perchè lei definisce il suo compagno un asociale solo per il fatto che è partito con i suoi amici e non è rimasto con lei.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
20 DIC 2019
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Anonima,
nelle relazioni ognuno ha delle esigenze, delle abitudini, un'idea di come il rapporto di coppia dovrebbe essere e cosa ci si aspetta dal partner. Non sempre tutte queste abitudini ed esigenze sono le stesse per entrambi i partner. L'unico consiglio che mi viene in mente di darle è quello di parlarne con suo marito e cercare di condividere i vostri pensieri ed esigenze, comprendere le necessità reciproche e cercare di venirvi incontro. Non sempre è facile, ma la reciprocità è molto importante in un rapporto di coppia.
Saluti