Non so se abbandonare l’università

Inviata da Simona · 18 ago 2021

Buonasera, sono una ragazza di 21 anni al secondo anno di università corso economia aziendale.
Da quasi 6/7 mesi continuo a pensare all’università come un peso, un obbligo a cui devo adempiere.
Premetto che fin dalle medie ho scelto la scuola superiore secondo il criterio “voglio una scuola che mi permetta di avere un futuro anche senza andare all’università”,perciò mi sono iscritta ad un istituto tecnico commerciale.
Durante il quinto anno, sentendo i miei compagni e professori continuare a parlare dell’Università, ho deciso di informarmi su alcune facoltà. Inizialmente mi sarebbe piaciuto farne una inerente alla criminologia, ma ho trovato difficile trovare universita in questo campo, e una era troppo costosa per la mia famiglia. Così mi sono informata sull’università della mia città, corso di economia aziendale. Mia mamma non voleva farmi andare via dalla mia città per via del costi e del fatto che fare la pendolare mi avrebbe fatto perdere molto tempo, perciò l’unica opzione era l’università della mia città. Il problema è che già al momento della scelta (ormai due anni fa) non ero per niente convinta di voler fare l’università, ma la paura di non frequentare più una sorta di scuola e di entrare nel mondo del lavoro a contribuito a farmi scegliere il male minore: andare comunque all’università nonostante sapessi che molto probabilmente non mi sarebbe piaciuto.
A due anni di distanza provo la stessa sensazione: l’università che ho scelto non mi piace, sono indietro con gli esami (del secondo anno ne ho passati solo 2) e non ho voti alti. Non ho più voglia di studiare, ogni volta che penso all’università mi sento male e mi viene l’ansia, stessa cosa ogni volta che devo studiare.
A questo punto sto seriamente pensando di mollare tutto e entrare nel mondo del lavoro, ma ho paura che non verrei presa in considerazione a caduta dei due anni persi in università (e ho paura di ritrovarmi a fare lavoro che non mi piacciono come commessa in un supermercato).
Ho anche paura di deludere i miei e di aver fatto loro spendere soldi per nulla.
Non so davvero cosa fare, se continuare con zero motivazione e studiare (con molta fatica) giusto per passare l’esame o se mollare tutto e provare un’altra strada. Non so nemmeno come affrontare questo discorso con qualcuno, in quanto con i miei “amici” i legami si sono abbastanza persi da dopo le superiori e con i miei non so come affrontare l’argomento.

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Miglior risposta 19 AGO 2021

Buongiorno Simona,

la questione non risiede tanto nel prosieguo o meno della carriera universitaria, o di questa facoltà nello specifico. Il tema centrale, è la sua felicità. Il “lavoro”, inteso anche come “studio”, è uno dei nostri compiti vitali. È ciò che insieme all’amore e alle amicizie dà vita alla vita. Dà un senso. Un’energia. Una motivazione. Da diverso tempo sembra che lei, Simona, non abbia ragionato e agito in termini di desiderio (e questo è il punto): “Premetto che fin dalle medie ho scelto la scuola superiore secondo il criterio “voglio una scuola che mi permetta di avere un futuro anche senza andare all’università”, perciò mi sono iscritta ad un istituto tecnico commerciale. Durante il quinto anno, sentendo i miei compagni e professori continuare a parlare dell’Università, ho deciso di informarmi su alcune facoltà. Inizialmente mi sarebbe piaciuto farne una inerente alla criminologia”. Già in questo passaggio, vediamo che lei non è entrata all’università spinta da un desiderio, una passione, una forza; bensì sulla persuasione delle parole degli altri. Al di là di questo, nel momento in cui doveva scegliere la facoltà, pensò a qualcosa di molto diverso rispetto a ciò che sta svolgendo adesso: criminologia. Dunque da un lato abbiamo la decisione di intraprendere un percorso che sin dall’inizio non la convinceva, ma di cui parlavano gli altri, e dall’altro una scelta non inerente a ciò che aveva pensato. Ma di questo, lei è perfettamente consapevole: “già al momento della scelta (ormai due anni fa) non ero per niente convinta di voler fare l’università, ma la paura di non frequentare più una sorta di scuola e di entrare nel mondo del lavoro a contribuito a farmi scegliere il male minore: andare comunque all’università nonostante sapessi che molto probabilmente non mi sarebbe piaciuto”. Chiaramente, il risultato non poteva che essere: “A due anni di distanza provo la stessa sensazione: l’università che ho scelto non mi piace, sono indietro con gli esami (del secondo anno ne ho passati solo 2) e non ho voti alti. Non ho più voglia di studiare, ogni volta che penso all’università mi sento male e mi viene l’ansia, stessa cosa ogni volta che devo studiare”. Lei ha un grandissimo vantaggio dalla sua parte: l’età. Ha solo 21 anni. Ha tutto il tempo per fermarsi, riflettere, centrarsi e capire cosa vuol fare veramente. Non cosa vogliono gli altri, non ciò che dicono gli altri, ma ciò che lei, Simona, desidera. Non deve necessariamente essere l’università. Può essere qualsiasi cosa, purché risponda al suo desiderio, alla sua identità, a ciò-che-lei-è. Non deve né sentirsi in colpa né delusa rispetto all’idea di interrompere. Non deve temere di deludere gli altri. La caduta, il fallimento, l’interruzione, sono tutte cose che appartengono alla vita in quanto tale. E meno male, perché sono proprio queste che ci fanno tornare all’essenziale dell’esistenza. Lei, Simona, si pone questa domanda: “Non so davvero cosa fare, se continuare con zero motivazione e studiare (con molta fatica) giusto per passare l’esame o se mollare tutto e provare un’altra strada”. Che ne dice di provare a formularla in un altro modo? Del tipo: voglio continuare su una strada che non c’entra nulla con me, giusto per il "pezzo di carta" o per accontentare l’aspettativa dell’Altro, o voglio attraversare il mare, per scoprire finalmente io chi sono?

I miei auguri.

Dott. Simone Evangelista

Dott. Simone Evangelista Psicologo a Milano

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23 AGO 2021

Carissima Simona,
comprendo il tuo stato d'animo e le tue paure, il trovarsi come ad un punto "cieco", come se non sapessi bene che strada prendere e fossi bloccata in una situazione che non ti rende felice e per la quale non senti alcuna motivazione, anzi.
Il primo passo potrebbe essere quello di cercare di capire cosa vorresti tu, quale potrebbe essere la soluzione più vicina a ciò di cui senti in questo momento il bisogno.

Ho lavorato per tanto tempo in Agenzia per il lavoro, e ti assicuro che l'aver lasciato l'università non può precludere in alcun modo la tua ricerca di un lavoro!
Hai un diploma in Istituto Tecnico commerciale, se fare la commessa al supermercato non è ciò che vorresti, ascoltati e prova a vedere quali altre opportunità possono esserci, guarda gli annunci nella tua città, così da farti un'idea delle possibili strade e diradare un pochino la confusione.
E questo puoi farlo anche adesso, prima di prendere una decisione riguardo all'università.

Quando avrai fatto un po' di chiarezza (e se puoi un percorso di orientamento potrebbe esserti di aiuto) anche parlare con la tua famiglia potrebbe essere meno difficile.

Cari saluti,
dott.ssa Melania Rivalta - psicologa

Dott.ssa Melania Rivalta Psicologo a Ravenna

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21 AGO 2021

Buongiorno mi sembra che lei sia in una fase in cui, anche data la sua giovane età, ha bisogno di conoscersi, di guardarsi dentro per capire chi è davvero e cosa desidera, senza le pressioni dei suoi genitori o della società. Forse le è abbastanza chiaro cosa non le piace ma non ha ancora forse l’autonomia necessaria per fare la sua scelta. Forse avrebbe bisogno di supporto in questo processo di conoscenza di se e di autonomizzazione.
In questo senso le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che la possa accompagnare in questo percorso.
Resto a disposizione
Saluti
Dr.ssa Maria Enrica Parolini

Dott.ssa Maria Enrica Parolini Psicologo a Verona

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19 AGO 2021

Salve, mi dispiace molto per il disagio espresso. . Potrebbe essere utile crearsi un proprio spazio d’ascolto in cui riflettere su ciò che sente, avviando un percorso psicologico che la guidi nella costruzione di una maggiore consapevolezza dei propri vissuti emotivi.

Cordialmente,
Dott.ssa F.M.

Dott.ssa Francesca Moscetta Psicologo a Roma

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19 AGO 2021

Cara Simona,
non è facile e semplice trovare e mantenere alta la motivazione verso ciò che ci piace.
Ti consiglierei di intraprendere un percorso che possa aiutarti a trovare la motivazione e la felicità verso ciò che ti piace senza esserne un fardello emotivo.
Resto a disposizione anche online se vorrai.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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