Non so come recuperare il rapporto con mia figlia

Inviata da Cristina · 4 gen 2017 Psicologia sociale e legale

Ho una figlia di 24 anni, con la quale, pensavo di avere instaurato un rapporto positivo. Facevo parte della sua vita con discrezione, rispettando e sostenendo le sue scelte. Mi metteva al primo posto nel confronto con le madri dei suoi amici. Le ho insegnato ad essere creativa e a credere nelle sue potenzialità. Ho creduto e sostenuto ogni sua scelta. Ho amato la sua gioiosità e la voglia di stare al mondo fino a che... ha intrapreso gli studi di psicologia per superare, così credo di aver capito (perchè le parole devi tiragliele fuori con le pinze) il disagio infantile di sentirsi inadeguata e senza autostima. (?) Mi ha allontanato dalla sua vita, analizzandomi come fossi una sua paziente e credo, salvando ben poco di me. Tutto questo circa tre anni fa, quando, chiendendole il perchè mi ha risposto che per me prova anche odio. Così, di punto in bianco, mi sono sentita defraudata dal mio ruolo di madre senza capire tanto accanimento, privo di segnali negativi. Caratterialmente assomiglia a suo padre, con il quale ultimamente va molto più d'accordo (e di questo sono molto contenta) perchè credo sia finito tra loro un periodo di scontri. La cosa che più mi intristisce è che la mia concezione del tempo che passa è diversa dalla sua ed io non so scavalcare da sola quel muro che ha innalzato (glielo scritto in un messaggio, a voce proprio non riesco) perchè non vedo in lei alcuna voglia di ritrovarci. Vive una vita a sè dove non c'è più posto per i parenti, i vecchi compagni di scuola ecc. Ha un bravissimo ragazzo da più di tre anni che viene da noi spesso dove ho la possibilità di vederli innamorati e complici. La mamma di lui, che conosco e ci sentiamo per telefono, mi ha confidato che anche sue figlio è cambiato ed ha un atteggiamento ostile nei suoi confronti. Passo da momenti di grande sconforto dove penso di averla persa, a momenti, come questo che vi sto scrivendo, di rabbia e delusione. Ho fallito come madre e mi sento imputata dentro ad un processo in cui non vengo condannata ma neanche assolta....

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Miglior risposta 6 GEN 2017

Gentile Cristina,
Arriva un momento nella vita dei figli in cui loro a volte decidono di conoscere meglio se stessi e di capire qual è la propria strada. Questo processo verso l'autonomia personale spesso può portare i figli a chiudersi un po' i se stessi perché vogliono trovare da soli la propria strada e da soli vogliono trovare le risposte ai propri dubbi e alla proprie domande. Volendo affrontare questo percorso da soli, non è raro che i figli utilizzino anche parole forti e frasi come "ti odio" per portare i genitori a stare lontani da loro e a non intromettersi in faccende che loro ritengono di dover risolvere da soli. Il fatto che usino tali frasi e parole forti però non significa che le pensino davvero, semplicemente quelle parole dure sono solo un espediente per comunicare ai genitori "stai alla larga, perché questa questione me la voglio risolvere da sola, perché solo affrontandola da sola migliorerò come persona, capirò come essere autonomo e troverò forse l'autostima che cerco".
Cosa può fare un genitore di fronte a tutto questo? Anche se a volte non è facile non fare domande e non chiedere alla figlia come vanno le cose o di riferire come si sente, un genitore dovrebbe lasciar fare al proprio figlio il suo percorso verso l'autonomia. Dovrebbe starle vicino ma silenziosamente, senza imporre la sua presenza ma facendole capire che in qualsiasi momento se sua figlia vuole, la sua mamma ci sará per lei. Fare tutto questo richiede spesso molta pazienza, in ogni caso l'essere una presenza silenziosa che le sta accanto fará a capire a sua figlia che quando vorrá lei potrá di nuovo appoggiarsi a lei, confidarsi e poter contare sul suo aiuto. Quando sua figlia avrá portato avanti il suo percorso verso l'autonomia, sará lei stessa a riavvicinarsi a lei che è sua madre, con i suoi tempi. Le consiglio di pazientare in vista di quel momento.
Un'ultima cosa: non pensi di aver fallito come madre, tenga conto che frasi del genere se le sente rivolgere prima o poi ogni madre quando i figli crescono. credo che da parte sua abbia fatto del suo meglio come madre, ma ci sono alcune cose che sua figlia vuole fare da sola e imparare da sola, senza il suo aiuto di mamma.
Se sente che non riesce a gestire da sola la situazione con sua figlia, consideri la possibilità di parlarne con uno/a psicologo/a della sua zona.
Le auguro tutto il meglio.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Elisa Canossa, psicologa psicoterapeuta a Padova e Sustinente (MN)

Dott.ssa Elisa Canossa Psicologo a Sustinente

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