Salve..mi trovo in una situazione molto spiacevole per il mio compagno..penso abbia incontrato una ricaduta nella depressione ..purtroppo non ho potuto vivere la sua esperienza passata ..ma ora lui mi ha allontanato e io non so come stargli vicino perché viviamo a 360km ora...il problema è che lui non accetta la sua depressione e non la riconosce come
Patologia..mi ha repentinamente detto di non doversi rivolgere a nessuno perché non è pazzo ..si sta isolando da tutti e da tutto... E dice che solo il tempo potrà aiutarlo..help me
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
25 AGO 2015
· Questa risposta è stata utile per 9 persone
Gentile Carmela,
data la situazione e la distanza non penso che lei possa fare molto se non consultarsi con i familiari stretti del suo compagno e dire a lui che sbaglia ad isolarsi e ad allontanarla e che, comunque, lei rimane disponibile a dargli una mano se lui la chiede.
Può anche provare a spiegargli che confonde la depressione con la pazzia e che è normale chiedere le cure quando si sta male.
Il fatto poi che dice che solo il tempo potrà aiutarlo dovrebbe lasciarla relativamente tranquilla perchè vuol dire che già gli è capitato di avere delle fasi depressive in precedenza che sono guarite senza alcun trattamento e la cosa può accadere nuovamente.
Pensi un poco in più anche a se stessa e non imponga troppo la sua presenza sia fisica che telefonica perchè a volte l'effetto che si ottiene non è quello sperato.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio Campagna (Salerno)
12 LUG 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Carmela,
non deve essere facile vivere in questa situazione.
Le consiglio di richiedere il supporto di uno psicologo per affrontare insieme al suo compagno questi problemi. Avrà il giusto sostegno e guida per poter ritrovare un equilibrio nella coppia e migliorare la sua stessa qualità di vita.
Un saluto
Dott.ssa Ilaria Albano
Psicologo a Roma
4 SET 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
La depressione non è un sintomo di follia, credo che il suo ragazzo tema di scoprire chissà quali patologie si nascondano dietro il suo disagio, ma prima o poi lo dovrà affrontare. Non può forzarlo, non può obbligarlo; può farlo riflettere sui suoi comportamenti: chiudendosi ed allontanandosi da lei, in realtà rischia di mettere in crisi il rapporto, impedendole di partecipare e di condividere le esperienze che vi accadono. Non c'è peggior frustrazione che aiutare qualcuno che non vuole essere aiutato. Come ultima spiaggia: può aspettare che sia lui a cercarla, rispettando, se ci riuscirà, i suoi tempi.
26 AGO 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Carmela, la depressione non è una patologia, è un disturbo psicologico molto frequente in questi ultimi tempi. Ed è molto triste e faticoso stare vicino ad una persona che ha questo problema. Purtroppo non si può aiutare chi non vuole farsi aiutare. E' necessario far comprendere al tuo compagno che, alle volte, tutti noi abbiamo bisogno di aiuto e che chiedere aiuto psicologico non è una vergogna. Lo psicologo al pari del medico ha dedicato con passione la sua vita a prendersi cura delle sofferenze dei suoi simili e questo genere di sofferenza, spesso è assai più seria ed invalidante di una malattia fisica. Ed, al pari di una malattia fisica, può richiedere il supporto di uno specialista. Con simpatia. Dott. Marco Tartari, Asti
26 AGO 2015
· Questa risposta è stata utile per 8 persone
Gentile Carmela,
è davvero difficile la situazione che si trova ad affrontare e gestire, così come è difficile gestire il sentimento di impotenza che si prova nel momento in cui una persona cui si è legati sta male e non si può fare nulla per aiutarlo. Non è possibile indurre una persona ad intraprendere un percorso psicologico laddove non vi è motivazione...sarebbe controproducente. Quello che lei in questo momento può fare per suo marito è da un lato accertarsi che abbia una rete sociale di riferimento nel luogo in cui si trova e dall'altro mostrare la sua presenza, disponibilità ed ascolto laddove le parli della sua situazione o di episodi che lo hanno per protagonista. Con rispetto, senza giudizio e curiosità lo induca ad aprirsi laddove lui crea uno spiraglio per farlo. Ovviamente non si dimentichi di sè, è vero che se qualcuno cui si è legati sta male si è totalmente sbilanciati su di lui, ma pensi anche al suo di benessere e alla sua qualità della vita. Laddove lo ritenga opportuno prenda in considerazione la possibilità di un percorso psicologico in modo da avere anche lei uno spazio per condividere vissuti, perplessità, dubbi e paure ed eventualmente riflettere sulla modalità più funzionale per lei per gestire questa situazione.
26 AGO 2015
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Cara Carmela,
com'è doloroso non poter aiutare una persona cara che soffre e non vuole aiuto!
Nella sua situazione è difficile anche poter offrire al suo compagno una presenza costante e silente che lo supporti e lo porti piano piano a riconoscere di aver bisogno di un supporto.
Si attivi nel costruire una rete di sostegno nel luogo in cui il suo compagno vive, di modo che altri siano vicini, amici e familiari. Nel caso in cui le fosse possibile, parli con lui del disagi che prova, si faccia raccontare di quello che è accaduto la volta precedente e ascolti, senza giudizio.
Dalle sue parole, qualcosa potrebbe aver convinto il suo compagno che non valga la pena intervenire, che il tempo farà tutto e che chiedere aiuto corrisponda ad essere pazzi.
Talora, invece, potrebbe essere più folle il non chiedere aiuto.
Carmela, pensi anche a stare bene e, se ne sente la necessità, valuti un percorso di sostegno psicologico per sè: affrontare questo momento sola, potrebbe essere molto faticoso.
25 AGO 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Credo che lei abbia espresso un adeguato senso di vicinanza e di aiuto verso una persona a cui vuole bene e che vede in difficoltà. Pare che il suo compagno la voglia un po' escludere. Non so quanto ciò sia legato alla depressione in sè. In questi casi credo che l'unica cosa che possiamo veramente fare verso una persona a cui vogliamo bene è quella di rimanere disponibili e aperti a qualche richiesta mantenendo una condizione il più possibile serena.
25 AGO 2015
· Questa risposta è stata utile per 8 persone
Gentile Carmela, è assolutamente comprensibile la sua voglia di aiutare il suo compagno ed il suo senso di frustrazione nel vedere che lui non accetta di essere aiutato. Però, purtroppo solo quando davvero la persona è consapevole di avere bisogno di un aiuto psicologico, che questo può essere utile e non forzandola. Probabilmente coinvolgendo i membri della sua famiglia, come le consigliava la collega, potreste riuscire a fargli prendere coscienza del suo problema.
Cari saluti
Dott.ssa Barnaba - Taranto
25 AGO 2015
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Carmela
il suo senso di impotenza e frustrazione è palpabile, comprensibile, tuttavia la invito a non lasciarsi travolgere da questo problema. L'ipercoinvolgimento e l'ansia non aiutano a trovare soluzioni.
Sulla base dei pochi dati riportati, quello che mi sento di dirle è che, se lui non vuole essere aiutato perchè riconoscere la sua patologia gli costa troppo, va accompagnato a prendere coscienza del problema dando la propria disponibilità a intraprendere un percorso di cura insieme a lui: questo è l'unico modo documentato per aiutare chi non vuol essere aiutato. Spesso succede (purtroppo non sempre) che la motivazione del portatore del disagio cresce, quando si ha la possibilità di condividere il disagio con un membro della propria sfera affettiva di riferimento. Non so, data la distanza che vi separa, chi potrebbe essere questa persona o queste persone che potrebbero accompagnare in terapia il suo compagno: ha lui genitori, fratelli, amici accanto a sè?
Detto questo, la invito però a non farsi inglobare dal problema del suo compagno: dedichi attenzioni anche a se stessa, è importante, proprio per sostenere meglio il peso della frustrazione.
Auguri!
Dott.ssa Stefania D'Antuono