non so che nome dare alla domanda

Inviata da ragazza2002 · 25 nov 2020

Buongiorno, sono una neo diciottenne da qualche mese.
Premetto che i miei genitori "mi hanno sempre dato tutto", nel senso che mi hanno mandato 10 anni in una scuola privata, abbiamo viaggiato, ho una bella casa e il lusso di fare acquisti ogni tanto.
Tuttavia, quando si tratta di dover chiedere una qualsiasi cosa relativa alla mia vita sociale, mi ritraggo come in un guscio.
Mi spiego meglio: i miei genitori sono abbastanza "all'antica", da me prendendono moltissimo a scuola (e questo lo capisco), ma sembra considerino uscire spesso, con amici o addirittura fidanzato, come superfluo, o comunque devono sempre sottolineare la frequenza (che poi, se si vuole considerare i miei coetanei, io uscirò mediamente la metà rispetto a loro), a volte lamentandosi o sbuffando (quando cerco sempre di chiedere passaggi ad altri genitori/ragazzi e di farli scomodare il meno possibile).

Il lato fidanzato poi è ancora peggio. Ultimamente abbiamo avuto proprio una discussione su questo, in quanto ho iniziato ad uscire con un ragazzo. Cio è accaduto dopo mesi che avevo chiuso la mia prima relazione seria durata cinque anni.
I miei si sono subito opposti a questa nuova frequentazione, esponendomi di fatto ad una visione totalmente arcaica delle relazioni amorose: l'unica relazione che si deve avere è quella che porterà al matrimonio, "perchè se questo non è il vostro obiettivo, cosa state insieme a fare?" Io sono rimasta profondamente shockata e mi sono sentita giudicata, anche a causa di mio padre, che ha esordito dicendo che ho letteralmente buttato via tempo e soldi in questo rapporto, cosa secondo me non vera. Senza considerare che quando ho cercato di far capire il mio punto di vista, si sono mostrati loro sorpresi di non avermi evidentemente trasmesso "i giusti valori", quando secondo me ovviamente a quest'età non si sta assieme per sposarsi o altro, ma perchè ci si trova bene e si vive un'esperienza che arricchisce la propria personalità e porta felicità.

Ho sempre la percezione che loro mi considerino ancora una bambina e che non mi lascino la libertà di vivermi le mie esperienze. Io credo di essere sufficentemente responsabile ed adulta per poter compiere le mie scelte. L'unico problema è la questione monetaria, poichè per vari meccanismi burocratici, per accedere ad una parte dei miei soldi è necessaria la firma di mio padre, e questo condiziona fortemente la mia vita, poichè se loro non vogliono che io faccia qualcosa, semplicemente non mi fanno accedere a questi soldi.
In generale io vivo in un perenne stato di angoscia, quando i miei amici tranquillamente possono compiere le loro scelte, senza dover nemmeno più dire "chiedo ai miei genitori e vi dico". Non so cosa fare per superare quest'ansia. Grazie in anticipo

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Miglior risposta 26 NOV 2020

Buongiorno, la sua richiesta è più che lecita e comprensibile. Lei per come scrive sembra che sia molto più grande rispetto alla sua età e credo che questa maturità vada oltre la scrittura, motivo per cui si interroga su come poter gestire i suoi genitori con una richiesta di aiuto psicologica e non con comportamenti "devianti" tipici della sua età. Lei è in un'età in cui cerca la sua indipendenza e deve trovare la giusta strada per raggiungerla, senza entrare troppo in conflitto con la sua famiglia, per questo potrebbe richiedere uno spazio di consulto solo per lei e in quanto maggiormente non ha bisogno del consenso dei suoi genitori.

Spero di esserle stata di aiuto,
Un caro saluto!
Dr.ssa Elisa Bertilorenzi

Dott.ssa Elisa Bertilorenzi Psicologo a Massa

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