Non so che fare del mio futuro?

Inviata da Arianna · 17 nov 2015 Orientamento professionale

Buongiorno, sono una studentessa della facoltà d'infermieristica, ho 21 anni e attualmente sto frequentando le lezioni del III anno anche se con esami e tirocini sono indietro.
Devo premettere di non aver propriamente scelto questa facoltà, ma di esserci finita, in quanto quando provai il test d'ingresso per fisioterapia misi anche come scelta infermieristica, dove poi passai.
Il primo anno l'ho frequentato con poca convinzione, dando comunque alcuni esami che ho passato con voti non eccezionali. I primi dubbi veri sono sorti dopo il tirocinio, avendolo passato al pelo nonostante mi fossi impegnata molto, essendomi interessata al reparto - tant'è che avevo seriamente pensato di continuare la strada.
Il secondo anno l'ho frequentato con più attenzione, le materie si sono rivelate molto più interessanti, però sono riuscita a dare un solo esame, del primo anno tra l'altro. Il fondo l'ho raggiunto dopo il primo tirocinio del II anno che non ho passato, e dopo il secondo sempre del II anno che non ho nuovamente passato. Così ora mi ritrovo al III anno a seguire due corsi, uno interessante e l'altro estremamente noioso, ed a essere divisa in due: da un lato vorrei prendermi la laurea, per soddisfazione, dall'altro sento di non farcela, l'ambiente mi uccide, non sopporto i docenti, i compagni di corso, se ripenso ai tirocini mi viene male a pensare che in futuro potrei lavorare in un clima del genere, che tra l'altro ricorda molto quello in cui lavora mia madre e che l'ha ridotta all'esasperazione.
Ho già parlato con i miei delle mie difficoltà e loro sono parzialmente comprensivi: dopo il tirocinio mi hanno vista distrutta quindi abbiamo concordato che provassi ancora almeno un tirocinio, poi però mia madre mi spinge indirettamente a continuare questa strada continuando a parlarmi delle infermiere che conosce, di cose che ha letto sull'infermieristica etc...
Sono davvero combattuta. Non riesco più a vedermi come infermiera ma non so su cos'altro ripiegare. Avevo valutato l'idea di frequentare una scuola di sartoria, ma non vorrei fare un'altro buco nell'acqua...
In più ci sarebbe il mio nel cassetto su cui però non posso costruirci un futuro (essere una scrittrice).

Grazie,
un saluto.

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Miglior risposta 18 NOV 2015

Gentile Ginevra,
sebbene la tua sia stata una scelta di ripiego, l'hai accettata e la stai portando avanti, sia pure con qualche difficoltà.
Personalmente, penso che dovresti completare questo percorso anche se in seguito dovessi decidere di non fare questo lavoro perchè interrompere e abbandonare qualcosa che è già in corso rappresenta comunque un brutto colpo per la propria autostima.
Credo inoltre che l'interesse per quello che si studia può crescere man mano che si diventa più competenti e si padroneggia la materia.
Siccome sei molto giovane, poi, nulla vieta che completati questi studi, tu possa decidere di fare altre cose.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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23 DIC 2015

Cara Ginevra,
come è andata alla fine? Hai preso l'importante decisione?
Certamente la scuola infermieri è difficile e piena d'ostacoli, però effettivamente hai fatto tanta fatica...chissà se sarai riuscita a perseverare.
L'importante è che tu ti sia ripresa dalla gran fatica e dal, conseguente, stato di prostrazione.
Qualunque sia stata la scelta fatta, sappi che una qualche strada si aprirà davanti a te non temere e cerca di stare serena.
Se vuoi puoi aggiornarmi in privato.
Un caro saluto e auguri
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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30 NOV 2015

Buongiorno Ginevra,
Le situazioni non sempre si evolvono così come speriamo... Sicuramente a rendere ancora più difficile la situazione (e più noioso il tuo corso) concorrono la scarsa motivazione interna ed il non proiettarti come infermiera.
Per incrementare quella motivazione sarebbe interessante conoscere le motivazioni che hai addotto agli insuccessi: perché non sei riuscita a superare il tirocinio, secondo te?
Di motivazioni ne troverai tante, alcune appartengono a te, altre sono esterne.
Prova ad elencarle, rivivendo lo scorso anno e chiedendoti cosa avresti potuto modificare

Dott.ssa Antonella Leccese Psicologo a Firenze

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18 NOV 2015

Buongiorno Ginevra,
leggendo sento di invitarla a non trascurare la sua passione per la scrittura e a valutare magari un'alternativa al corso di infermieristica in accordo con la sua passione. Es. giornalismo, lettere...Oppure potrebbe provare una strada forse ancora inesplorata come trovare un lavoro con cui pagarsi anche gli studi di qualsiasi corso vorrà fare. In questo modo entrerebbe in gioco la combinazione :coltivare la passione/sentirsi responsabili delle proprie scelte.

Credo lei possa essere anche aiutata nella sua strada da qualche incontro con un collega di zona che la supporterebbe nelle sue scelte.

Un saluto,
Dott.re Lorenzetto Claudio.

Dott.re Lorenzetto Claudio Psicologo a Ferrara

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18 NOV 2015

Carissima Ginevra,

Credo che nelle tue parole ci sia già tutto senza dover aggiungere nulla, ciononostante hai sfogato qui il tuo vissuto emotivo e mi pare giusto raccoglierlo e restituirti semplicemente che ciò che dici è sano, è sensato, ed anche estremamente in linea con il tuo modo di esprimerlo. Hai "scelto" una strada senza sceglierla, perché ti ci sei trovata, hai provato un ambito di lavoro senza successo, perché non ti corrisponde, hai posto obiezioni qui, a noi, concrete, sul tuo futuro. E dentro di te hai già la risposta, io credo. Un percorso da concludere per soddisfazione personale, un sogno nel cassetto che davvero ti sta a cuore, e un altro lavoro che forse, non ti sarebbe dispiaciuto tanto. E allora sei giovane, prova a conciliare tutto e vedrai che non è poi tanto impossibile, se continuerai ad andare nella direzione di ora, ragionare con la testa, ascoltando "la pancia" e avedo come riferimento i desideri nel cuore; una vita che ci corrisponde deve essere basata su questo. Se dovessi sentirti sola, in queste decisioni, affidati a qualcuno a cui puoi sentire di aprirti, con sincerità, parlare ad alta voce con quslcuno ci aiuta a confrontarci meglio con noi stessi.

Dott.ssa Elena Bellia
Psicologa & Psicoterapeuta
Savona Provincia & Genova città

Dott.ssa Elena Bellia Psicologo a Albenga

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18 NOV 2015

Buongiorno Ginevra
Innanzitutto la ringrazio per ciò che ha porrato. È possibile che le difficoltà che sta incontrando durante l'Università e al tirocinio siano dovute a mancanza di motivazione rispetto un progetto di vita e professionale, non chiaro e da ridefinire. A volte però le cose non sono sempre così lineari. Ad esempio ha parlato che certe situazioni le hanno ricordato esperienze familiari. Le chiedo quindi se il proplema che sta portando sia collegato esclusivamente al progetto di vita oppure comprenda una serie di aspetti più profondi, collegati a storie vissute in passato e a come riverberano nel presente. In quest'ultimo caso non servirebbe cambiare qualcosa di esterno se prima non si affrontano i problemi dall' interno di sé.
Spero di esserle stato utile
Buone scelte

Anonimo-128519 Psicologo a Faenza

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17 NOV 2015

Buongiorno,
potremmo continuare a forzarci nel portare avanti scelte razionali, ponderate e accettabili, tuttavia perdiamo di vista, o trascuriamo in itinere quella sensazione che ci fa capire che quello non è il nostro spazio.
Allora valutiamo giustifichiamo e legittiamo noi e quella scelta, stentando però ad andare avanti.
La domanda circa cosa vogliamo veramente, cosa sentiamo di volere non è banale, piuttosto viene troppo spesso banalizzata.
Chi siamo e quindi cosa vogliamo in primo luogo, poi, in secondo luogo, cosa o chi e come ci ha sempre inibito, frenato gli entusiasmi, spento le passioni in nome di quello che invece sarebbe giusto e più proficuo fare e come adesso lo riattualizziamo nella nostra vita, nei nostri progetti.
Quest'ultimo aspetto incide significativamente anche sul fatto che ripieghiamo, ci arrendiamo e addirittura svalutiamo quello che ci attrae, che da sempre ci appartiene, che ci gratifica e nutre, quello che ci fa sentire scorrere la vita dentro.
Se cerchiamo la felicità tramite calcoli, bilanci e bilance non ne verremo mai a capo. Il nutrimento trasuda dalla lotta, dal rischio, dal coltivare le nostre passioni che potrebbero fruttare oppure no, questo non possiamo prevederlo ... ma provarci è pienamente appagante, e questo basta da sé.

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17 NOV 2015

buongiorno,
se continuiamo a cercare di capire cosa è giusto, proficuo, appropriato e accettabile fare perdiamo in partenza. E' utile imparare a fidarsi delle proprie sensazioni e impressioni, che ci suggeriscono sussurando cosa ci piace e qual'è il nostro spazio.
Alcune persone proprio non le avvertono, altre le ignorano, trascurano e svalutano, per cui minimizzano e ripiegano pensando di fare la cosa giusta.
Poi, alla radice, qualcuno e in qualche modo ha da sempre inibito e frenato i nostri entusiasmi e spento le nostre passioni, per cui ora è immediata e puntuale la scelta razionale, tanto logica, conveniente e quindi appropriata, quanto per noi stessi arida, amara, scialba.
Capisco le questioni economico-pratiche, ma non le giustifico, quello che dà vita, che appaga e nutre è la lotta nel coltivare le proprie passioni.
Magari non frutteranno, ma questo non dipende da noi, non possiamo controllare e prevedere tutto, però scopriremo che ne è valsa la pena, che già provarci, metterci in discussione ci rinvigorisce.

Dott. Federico Fontana Psicologo a Brescia

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