Non riusciamo a separarci
Salve a tutti, e prima di tutto grazie per il servizio che offrite. Ho vent'anni e studio medicina, e sono uscita da una relazione di un anno e mezzo con un mio coetaneo, studente di filosofia. Negli ultimi sei mesi di storia sono stata "vittima" di tira e molla continui, perché, a causa di insicurezze, ansie e problemi esterni, il rapporto di coppia, benché impregnato d'amore, era particolarmente buio, per non dire nocivo. Lui, più avventato e "debole" di me, ha sempre preferito mollare la presa piuttosto che ricucire il rapporto, con la mia conseguente sofferenza. In questi mesi mi sono sentita abbandonata, ma grazie al supporto dei miei amici, mi sono ripresa. In più, due mesi dopo la separazione, ho avuto una storiella di poco conto: ne sottolineo la superficialità perché era finalizzata prettamente al sesso, anche se i primi tempi credevo di essere realmente affezionata a questo secondo ragazzo perché, debole dell'abbandono del primo, ne ricercavo le attenzioni e l'amore: una sorta di autoinganno. Il problema è che in questa settimana il mio ex è ricomparso: anche lui ha avuto delle relazioni e attualmente sembrerebbe interessato ad una ragazza. Ci siamo confidati molto in questi giorni, fino al punto da far venire a galla la verità: il mio ex prova ancora qualcosa per me, e ovviamente ciò è ricambiato. Abbiamo anche avuto dei rapporti occasionali, e dopo di questi io e lui ci siamo sentiti felici ma al contempo terrorizzati. Il punto è che entrambi non sappiamo se questo sentimento si possa definire amore, dati i nostri rispettivi "amanti" e data la scottatura della separazione: siamo praticamente disillusi, rassegnati, convinti che un nuovo tentativo di rapporto di coppia potrebbe farci male. Senza scendere nei dettagli, sembra quasi che noi due sappiamo amarci, apprezzarci e sostenerci a vicenda soltanto quando riusciamo ad avere i nostri spazi, senza il vincolo dell'esclusività di coppia, e che appena un po' più vicini l'un l'altro, ci facciamo seriamente del male. Io ho paura a cimentarmi in una relazione con lui, prima di tutto perché a ottobre rivedrà tutti i giorni la sua nuova fiamma e so che finirei per soffrire di gelosia, e in primis perché credo, nonostante il sentimento, di aver bisogno dei miei spazi senza cadere nella trappola della dipendenza affettiva. Io e lui ci teniamo al benessere l'uno dell'altra, e ci siamo promessi che comunque andrà, faremo di tutto per avere il meglio e combattere le nostre insicurezze, insieme o separati, preferibilmente restando amici. Le persone a noi vicine, che conoscono i trascorsi, sono del parere che ci amiamo ancora. Io attualmente sono turbata perché l'ambiguità è pericolosa. Vale la pena dare un ultimatum oppure è il caso di godersi questo ritorno di fiamma con spontaneità? Faccio bene a temere?