Non riesco più a entrare in contatto con me stessa
Inviata da Silvia Arrigo · 17 ott 2019
Salve, sono una ragazza di 27 anni che ha perso completamente il contatto con se stessa.
Non riesco ad essere costante in niente, soffro di bassa autostima è mi confronto continuamente con gli altri. Non so più cosa voglio cosa desidero e chi voglio diventare da almeno 5 anni e vago alla cieca anno dopo anno sbagliando sempre strada. Sento un grande vuoto dentro.Non riesco più a vedere una via d’uscita ne a farmi delle domande.
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20 OTT 2019
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Cara Silvia, cercherò di aiutarla offrendole punti di riflessione.
Innanzitutto lei mi parla di bassa autostima dunque direi di cominciare a definirla anche perché questo si riallaccia alla sua esigenza di confrontarsi con gli altri, alla difficoltà di trovare una strada giusta, a non sapere cosa desidera veramente.
L’autostima e’ il valore che attribuiamo a noi stessi, ciò che ci caratterizza e fa riferimento sia ad aspetti esteriori, quindi l’immagine fisica e corporea di noi stessi, ma anche ad aspetti meno tangibili come la personalità, aspetti affettivi eccetera. Dunque l’autostima è il valore che ci riconosciamo.
Essa è determinata attraverso una serie di elementi, elementi cognitivi ossia il bagaglio di conoscenze che una persona ha accumulato ha costruito fino a quel momento della sua vita ed elementi affettivi quelli che in qualche modo ci derivano dalla bontà o meno delle nostre relazioni affettive primarie, elementi sociali ossia il sistema di appartenenza, il gruppo sociale. Genitori che nutrono positivamente la nostra idea di noi stessi ci aiuta a costruire una immagine di valori positiva per noi. Questa però deve riguardare il nostro merito ( quindi l’impegno che ci abbiamo messo, il tempo che ci abbiamo dedicato ad esempio) insomma le azioni che abbiamo messo in atto per raggiungere l’obiettivo più che l’obiettivo stesso. Perché il valorizzare ad esempio il 10 che abbiamo preso è valorizzare il numero e non il merito, dunque il risultato di per se’ è molto più volubile, fragile ed incoraggiarlo non aiuta a sviluppare l’autostima.
Se i nostri genitori non ci hanno gratificato sufficientemente o bene gratificato rispetto all’immagine di noi stessi sul piano personale, noi non solo non riusciremo a sviluppare una buona idea di noi ma avremo anche difficoltà a volerci bene, ad essere legati affettivamente alla nostra esistenza.
L’aspetto incoraggiante è che le nostre esperienze passate, originarie, non definiscono in assoluto l’idea di noi stessi, che è una cosa che cambia in continuazione, che può modificarsi. Ciò che si ha avuto dalla famiglia, buono o cattivo che sia, è un punto di partenza non l’arrivo. L’arrivo della nostra esistenza lo definiamo noi momento per momento. L’autostima è una cosa che varia, che si può sviluppare, nutrire, compensare, modificare attraverso nuove esperienze più gratificanti.
Quando si parte di un’autostima bassa, si possono fare esperienze sentimentali poco felici proprio perché non amandoci abbastanza scegliamo la persona sbagliata, cerchiamo la persona che più che restituirci un’immagine positiva per noi, continua a rinforzare un’immagine di noi non positiva. Le persone con bassa autostima tendono a sopravvalutare le critiche, i rimproveri, gli insuccessi ricordandoli nei minimi particolari, mentre tendono a sminuire e rimuovere quelli che sono stati i successi le gratificazioni. Dunque è importante che le persone si riaddestrino a riprendere contatto con le esperienze positive che hanno avuto, riprendano contatto con la loro parte più intima riconoscere i propri desideri e bisogni. Cominciare a piacersi partendo proprio dai propri difetti. Essere sempre critici con noi stessi ci porta anche ad avere un atteggiamento che invita poco l’altro ad essere avvicinato, è come se ci si comportasse come un prodotto su uno scaffale che dice ai compratori, non mi comprate, non sono di buona qualità, il rapporto qualità prezzo non è dei migliori, gli altri prodotti sono migliori del mio, per poi piangersi del fatto che nessuno lo abbia scelto. Il raggiungimento del risultato è legato all’empowerment ossia al nostro senso di efficacia. Se non c’è l’hai partirai con l’idea di non riuscire a raggiungere il risultato e ciò faciliterà il fallimento e fallimento dopo fallimento si creerà il circolo vizioso che alimenterà l’idea che non sono capace nutrendo l’insicurezza e la disistima.
Dunque cara Silvia come vede tutto ciò che riporta è fortemente collegato.
Non potendo farle fare esercizi terapeutici per aiutarla a uscire dal problema posso però suggerirle un libro da leggere: Istruzioni di volo per un’ aquilana che credeva di essere un pollo, di A. De Mello.
Sperando di esserle stata utile, le faccio i miei migliori auguri.
Dott.ssa Olivia Frontoni
20 OTT 2019
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buonasera Gent.ma Silvia Arrigo,
a volte può succedere di perdersi e non capire bene cosa si desidera. Ci si sente un po' persi e senza uno scopo. La conseguenza che la fa soffrire e questo vuoto e il non riuscire a vedere una via d'uscita.
Con la psicoterapia può ritrovare il contatto con sè stessa, capire cosa vuole e che obiettivi desidera raggiungere. Contatti un professionista nella sua zona.
Un grosso in bocca al lupo,
Dott.ssa Heyra Del Ponte
Psicoterapeuta Pescara
20 OTT 2019
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Silvia,
perdere il contatto con se stessa puo' essere pericoloso, potrebbe essere difficile orientarsi e ritrovare la strada maestra. L'accettazione di se e la fiducia sarebbe da potenziare tramite un adeguato percorso psicologico specifico, resto a disposizione per qualsiasi informazione,
cordialmente
Dr.ssa Donatella Costa
20 OTT 2019
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Silvia,
comprendo la sua preoccupazione, come se in questo momento si sentisse letteralmente frammentata e avesse bisogno di qualcuno che l'aiuti a comprendere meglio alcune dinamiche di se stessa che nemmeno lei capisce.
Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico al fine di approfondire alcune tematiche citate
Resto a disposizione
Cordiali saluti
Dott.ssa Alice Noseda
19 OTT 2019
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Silvia,
lei è ancora in una fase di disorientamento e confusione che rendono sterile e forse anche demoralizzante il confronto con gli altri.
Avrebbe bisogno di un percorso di psicoterapia per trovare la strada giusta senza possibilmente sprecare altro tempo.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
18 OTT 2019
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve Cinzia, confrontarsi con gli altri di per sé è una cosa utile, ma se questo vuol dire seguire sempre quello che gli altri dicono, si finisce per non sapere più cosa pensiamo e vogliamo noi. Le consiglierei di confrontarsi con un esperto, cioè uno psicoterapeuta, per un percorso di sostegno che la aiuti a rimettersi in contatto con sé stessa.
Auguri.
17 OTT 2019
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Silvia,
sembra che la sua insicurezza e la portino a confrontarsi spesso con gli altri, in questi confronti le sembra di non trovare la propria strada, di non riuscire a fare le scelte giuste. Le sarebbe utile trovare o riscoprire le sue risorse personali, le sue passioni ed i suoi interessi, in questo tipo di percorso una psicoterapia potrebbe esserle di aiuto in modo che lei possa rimettersi in contatto con se stessa.
Saluti,
Sara Vassileva, psicologa psicoterapeuta Genova