Non riesco ad apprezzarmi e mi sento inadeguato, cosa posso fare?

Inviata da Simone · 8 mag 2018 Autostima

Ho 22 anni, dopo la laurea ho scelto di prendermi un anno sabbatico e si è rivelato un anno di grandi riflessioni che ora mi tengono bloccato. È più di un mese ormai che sono entrato in un periodo d'introspezione che sembra non avere fine. Ho già scritto molte domande perché per mancanza di soldi ho smesso di andare dal mio psicologo dopo soli due incontri ma ho molti pensieri che mi confondono e non capisco più cosa fare.
Guardandomi dentro, ma soprattutto indietro, ho capito che i miei problemi non derivano solo da quello che mi è capitato recentemente (fine di una relazione di 3 anni, instabilità economica in famiglia, incertezza sulle scelte per il futuro) ma anche da alcune esperienze passate che speravo di aver superato.
Il fatto è che mi sono reso conto di essermi molto isolato durante la mia adolescenza, sin dalle medie, e non mi sono mai integrato completamente con un gruppo in particolare. Sono sempre rimasto sulle mie, mi chiudevo spesso e volentieri in camera a giocare ai videogiochi o sul computer, trascurando lo studio e non pensando né a me né al mio futuro. Mi sono sempre trascurato, ero fortemente dipendente dalle altre persone, come alcuni miei compagni di classe o la ragazza di cui credevo di essere innamorato. Non sono mai stato capace di affrontare queste situazioni, non ascoltavo i consigli che mi venivano dati e speravo che si risolvesse tutto da solo. Nel frattempo ho cominciato a fumare marijuana, anche regolarmente; per emergere dal gruppo invece che dedicarmi a passioni o interessi cercavo di bere o fumare di più, di fare il ragazzo ribelle e trasgressivo solo per sentirmi apprezzato. In tutto questo non ci vedo di per sé un problema, penso che siano fasi che passiamo tutti (o quasi), se non che non abbia mai stretto un vero legame con qualcuno. E questo mi fa sentire molto solo anche ora.
Questo perché dopo la maturità ho avuto un grande picco di autostima che però mi ha portato quasi alla follia: ho iniziato a pensare di poter ottenere tutto ciò che volevo, relazioni incluse; ho iniziato a usare ogni mezzo possibile, anche altre persone, per raggiungere ciò che desideravo. Avevo letto qualcosa sulla legge dell'attrazione e mi ero fatto completamente il lavaggio del cervello. Ho iniziato a pensare che alcuni miei amici mi stessero solo rallentando e così verso fine estate ho tagliato i ponti con la maggior parte di loro, decidendo di proseguire da solo e farmi nuove amicizie. Non ho fatto però i conti con me stesso, con le mie debolezze e insicurezze. Sebbene non abbia fatto alcuna fatica a socializzare con nuove persone ho incominciato ad avere dubbi sulle mie scelte e sulle nuove amicizie e non mi rendevo conto di essermi isolato nuovamente. Per fortuna da lì a poco ho incontrato una splendida ragazza e sono riuscito finalmente a trovare l'amore e sono addirittura tornato a uscire con la vecchia compagnia (visto che usciva anche lei con i miei vecchi amici). Il ritorno non è stato senza problemi: dapprima non mi sentivo bene con loro, poi ho fatto di tutto per integrarmi nuovamente e sono finito per perdere nuovamente la mia strada. Invece che pensare a me e al mio futuro pensavo solo alle relazioni, lentamente sono tornato a trascurare lo studio e fumare spesso. Insomma, mi sono bruciato molte opportunità per delle relazioni e ora temo per il mio futuro. Non so cosa voglio, mi sento vuoto e inutile nonostante i successi passati e universitari. Ho sempre sognato di poter diventare qualcuno ma ora mi rendo conto di non poter aspirare a molto, a meno che capisca esattamente cosa voglia fare. A tutto si aggiunge l'ansia del dover crescere, del dover diventare indipendente e non mi sento per niente preparato. Ultimamente giudico ogni cosa che faccio e mi sento veramente stupido. Non posso affrontare una scelta importante in questo momento. Penso che alla base di tutto ci sia un grosso odio per me stesso che blocca ogni mia ambizione e aspirazione, come se fossi destinato a fallire (un esempio di questo è che non ho mai seguito veramente il sogno di fare l'attore; invece che provare nelle grandi accademie ho scelto una scuola più facile da fare insieme all'università, così nel caso non fossi riuscito a fare l'attore avrei avuto un piano b, solo che ora che ho finito l'università non ho ugualmente il coraggio). Sogni a parte ora ho davvero voglia di tornare a impegnarmi per qualcosa ma non so scegliere, mi vedo fallire in ogni cosa o addirittura invece che il successo vedo davanti a me una vita di insoddisfazioni perché ho fatto la scelta sbagliata. Voglio davvero uscirne, voglio tornare ad amarmi per la persona che sono, anche se pieno di difetti (sui quali, ovviamente, sono concentrato ultimamente), ma non trovo il modo.

Scusate per il lungo messaggio, avevo bisogno di tirare fuori tutto questo.
Grazie per l'attenzione.

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Miglior risposta 10 MAG 2018

Buongiorno Simone,
il suo “periodo di introspezione” è dettato dalla sua età che rappresenta il passaggio nel mondo adulto e porta naturalmente a riflettere soprattutto su cosa fare della propria vita.
Per quanto riguarda la sua riflessione sulla sua adolescenza, non deve giudicarla in termini negativi in quanto è molto comune che in quel periodo della vita il ragazzo metta in secondo piano l’importanza dello studio e pensi in primis al “piacere” quale ad esempio giocare con videogiochi e uscire con gli amici. Lei ora pensa di aver commesso degli errori in quella fase della sua vita per non aver pensato al futuro ma ora sta affrontando la vita non più da adolescente ma da giovane adulto! E’ come se ripensando alla sua infanzia, ora pensasse che ha solo perso tempo a giocare e a disegnare!
Per quanto riguarda l’uso di sostanze, purtroppo è comune tra i giovani ed è ancora molto più comune “fingersi” ribelli per sentirsi più forti e accettati dai coetanei. E’ una fase delicata della vita ogni individuo durante la quale si è alla ricerca della propria identità e spesso si ha paura di accettarsi per quello che si è davvero, perciò si ricorre a delle “maschere” soprattutto perché si dà eccessivo peso a ciò che pensano i coetanei. Poi, crescendo, ci si rende conto che quel “ruolo” non ci appartiene e riusciamo di più ad essere noi stessi, mettendo in secondo piano quello che gli altri possono pensare o meno.
Per quanto riguarda le relazioni con i coetanei, può capitare che ci si allontani da vecchi amici ma da quello che scrive non ha mai avuto problemi a relazionarsi con qualcuno quindi non avrà problemi a fare nuove amicizie.
Mi colpisce la sua frase “Ho sempre sognato di poter diventare qualcuno ma ora mi rendo conto di non poter aspirare a molto” poiché, come ha detto all’inizio, si è laureato e non è una cosa da poco!!! Per di più si è laureato ad una giovanissima età! Cosa la porta a non avere autostima nelle sue capacità? Si guardi indietro… non le manca nulla! Ha avuto sempre degli amici, ha avuto una relazione importante, si è laureato… Tutto questo dovrebbe farle venire in mente che non ha nulla da temere. Molto spesso sono solo i nostri pensieri a convincerci che qualcosa non va e automaticamente a bloccarci!
La paura di crescere è normale, questa fase della vita è un passaggio delicato poiché si passa dall’essere adolescenti a diventare adulti e quindi ad assumersi molte più responsabilità.
Lei parla di “odio” verso sé stesso perché ha preferito una scelta “più facile” come quella dell’università? Innanzitutto, non penso sia corretto definire il percorso universitario facile anche perché così facendo si sottovaluta e sottovaluta tutto l’impegno e i sacrifici che ha sicuramente fatto per raggiungere quel traguardo così importante: la Laurea. Secondo poi, ha mai pensato che forse ha preferito fare l’università non perché più facile ma perché rappresentava una scelta un po’ più razionale rispetto a quella del mondo dello spettacolo? Si sa che molto spesso in quel mondo si va avanti per conoscenze eccetera.
Se è una cosa che la renderebbe felice, potrebbe comunque iscriversi a una scuola e fare l’attore per hobby! Non deve essere per forza il lavoro della sua vita ma potrebbe comunque gratificarla in qualche modo. Ha mai pensato a questa possibilità?
Lei dice di aver bisogno di tornare a impegnarsi in qualcosa… Ha preso in considerazione la possibilità di proseguire gli studi (iscrivendosi ad esempio ad un corso di Laurea Magistrale)? Lei in questo momento dovrebbe pensare a cosa ha bisogno, a cosa la renderebbe felice.
Pensi a un momento della sua vita in cui si è sentito al massimo e lotti per sentirsi di nuovo così. Pensi ad esempio a quando si è laureato, probabilmente in quel momento si è sentito benissimo e soddisfatto di sé. Perché non riprovare quella sensazione?
Infine, piuttosto che pensare di non valere nulla e di avere qualcosa di sbagliato, pensi ai successi che ha ottenuto nella sua vita e sia fiero di questi.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Martina Lo Monaco

Dott.ssa Martina Lo Monaco Psicologo a Roma

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