Ciao a tutt*,
sono Silvia e da poco mi sono trasferita a Roma da un paesino del Veneto, per via dell'università. La mia esperienza universitaria sta andando abbastanza bene, ma non riesco davvero ad ambientarmi a Roma e questo provoca in me un certo malessere. Sono consapevole che sia abbastanza irrazionale, ma non vedo come possa migliorare la mia condizione se non andandomene. La trovo sporca, incivile, fredda e frivola. Cerco di continuo e poi mi appunto eventi culturali a cui poi puntualmente non vado perché solo a leggerli li trovo noiosi. Ho girato il centro a piedi in lungo e per largo e torno a casa più nervosa di prima. Non mi piace quasi niente qui e non riesco nemmeno a convincermi a visitare qualche museo. Soffro di ansia sociale e per questo non esco la sera, ma non ho mai avuto problemi in questo. Le poche amicizie che mi sono fatta in università sembrano poco propositive e nemmeno troppo interessanti. Tutti qui mi sembrano pressappochisti e "arraffoni". Aspetto sempre con ansia il momento in cui tornerò a casa mia per qualche vacanza. Pensavo sarebbe stata una condizione momentanea, di qualche mese, invece da quando mi sono trasferita (a Settembre) sono messa peggio di prima. Ci sono giorni in cui non riesco ad uscire di casa! Per fare qualcosa, e collaborare, ho iniziato settimanalmente a pulire il vicinato dalla spazzatura dei marciapiedi. Ma nonostante alcune soddisfazioni mi mette molta frustrazione realizzare che non riuscirò mai a pulire più in là di un raggio di 20 metri, che non riuscirò mai a raccogliere tutti quei mozziconi e quei tappi di bottiglia, che la settimana dopo sarà tornato tutto uguale, che nessuno imparerà mai niente. Mi sento in trappola e solo passeggiate nella natura, come ad esempio a Villa Ada, mi danno un po' di sollievo. Pensavo che avrei trovato più opportunità lavorative in città perché vorrei entrare nell'editoria, ma se questa è la vita che mi si prospetta non la vorrei, nemmeno momentaneamente. Sempre di più mi dico che forse dovrei rinunciare alle mie ambizioni qui e tornare a casa, farmi un orto, mettere su un'azienda erboristica. Sì, sono COSÌ disperata. So che sembra un problema sciocco ma sto notando che condiziona tutto il mio umore e le mie prospettive verso il futuro. Vedo tutto grigio di fronte a me e penso sempre di più che la società sia destinata a fallire e soccombere.
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26 GIU 2022
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Buongiorno, cara Silvia, ogni città e soprattutto metropoli è un macrocosmo che racchiude in sé vissuti, bisogni, abitudini può o meno condivisibili dei singoli individui, e attiva in noi dinamiche interne che poco hanno a che fare con il luogo fisico in sé. Come ti approcci alle novità, alle nuove conoscenze? Riesci a tollerare i limiti di una persona, o invece ti senti infastidita o invasa tanto da desiderare di chiudere il rapporto? Riesci a vedere i pregi, o i difetti distruggono l'intera idea che hai di qualcosa o qualcuno? Impariamo ad adattarci ad un ambiente, fisico o relazionale, in un determinato modo e utilizzando determinati schemi che ci portiamo dietro inconsapevolmente nella vita, che possono causare difficoltà di adattamento.
Da ex fuorisede so che le difficoltà di Roma sono tante, ma possono esserci tanti modi di affrontarle. Basta imparare ad affrontare per prima cosa noi stessi, conoscerci, riconoscere quali sono i nostri bisogni e tollerarli, essere assertivi e saper riconoscere ciò che possiamo modificare nell'ambiente e nel proprio piccolo. Nel nostro centro Clinico si potrebbe iniziare un percorso di analisi personale che aiuti a comprendere i bisogni sottostanti al suo malessere ed affrontare le difficoltà.
Siamo a tua disposizione.
Centro Clinico Il Semicerchio,
Via Sebastiano Grandis, 1
(zona Manzoni-San Giovanni)
27 GIU 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Silvia,
Roma è sicuramente una città difficile per tanti motivi, dalla sporcizia al caos alla criminalità, e molte persone che vengono dalla provincia hanno difficoltà ad ambientarsi. Mi permetta però di dirle che il suo racconto è ricco di generalizzazioni, di giudizi e pregiudizi. Roma è una città cosmopolita in cui ci sono milioni di persone e di tante culture. E' praticamente impossibile che siano tutte arruffone, incivili e frivole. Anche delle sue amicizie dice che sono poco interessanti e pressappochiste. Immagino, che se i ragazzi che la conoscono sapessero cosa pensa di loro, non sarebbero molto incoraggiati a proporle delle cose e ad entrare in contatto con lei. Tenga presente che alcuni atteggiamenti possono trapelare anche contro la nostra volontà attraverso la mimica o parole dette sbadatamente.
Sottolineo questa tendenza al giudizio perché oltre ad essere una barriera per la costruzione di legami, è anche la base del suo disturbo di ansia sociale, dato che quest'ultima è proprio la paura di essere giudicati e di dover fornire delle "prestazioni" sociali. Consideri queste difficoltà di ambientamento come un modo per conoscere meglio se stessa: finché è rimasta nel suo paesino, nella sua zona di confort, non si è mai confrontata con i suoi limiti. Oggi che si trova a fare i conti con una grande città in cui ci sono tante tipologie di persone diverse e che pone tante sfide, è chiamata a crescere e a rendere più flessibili alcuni aspetti della sua personalità. Forse sarebbe il caso di valutare l'avvio di un percorso di psicoterapia, non tanto per superare la difficoltà rispetto a Roma, perché potrebbe anche decidere di trasferirsi in altre città come Milano o Torino che danno comunque possibilità lavorative nell'ambito dell'editoria, ma per crescere, aumentare la sua capacità di fare fronte alle difficoltà e di adattarsi ad una molteplicità di ambienti sociali.
Inoltre, c'è anche un aspetto importante da tenere in seria considerazione e questo da un punto di vista strettamente psicopatologico: il fatto che si impegni nella pulizia del marciapiede del suo palazzo potrebbe essere la spia di un comportamento compulsivo con il quale cerca di gestire la sua ansia da contaminazione. La invito per tanto a contattare un* psicolog* per affrontare queste difficoltà e potenziare le sue capacità di adattamento.
26 GIU 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Essendo stato anche io fuori sede per diversi anni (proprio a Roma) comprendo le difficoltà che riscontra tuttavia ritengo che molto possa dipendere dal modo di approcciarsi e valutare le diverse situazioni pertanto la invito a richiedere un aiuto per ritrovare la serenità che merita.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
