non riesco a superare il suicidio di mio fratello

Inviata da CLAUDIA LUGGERI · 4 nov 2018 Elaborazione del lutto

Mio fratello era una persona assai problematica, era schizofrenico e la mia vita da sempre è stata segnata, non sempre in modo positivo, dalla sua ingombrante presenza-assenza. La necessità che aveva di essere al centro della vita di tutta la famiglia non mi ha mai veramente fatto credere che mettesse in atto i suoi intenti suicidi. Ho sottovalutato, ho dovuto essere assente perché con me era aggressivo, dovevo difendermi e difendere le mie bimbe...tutto questo continuo a ripeterlo a me stessa...ma non riesco a perdonarmi. Ora lui non c'è, non sono riuscita a congedarmi e il mio progetto di vita sembra ora privo di senso, vorrei fare qualcosa per espiare una colpa che è troppo pesante ma nulla sembra abbastanza.

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Miglior risposta 5 NOV 2018

Gentile Claudia, il suicidio di una persona cara è un evento molto complesso da metabolizzare, ancor di più se la persona in questione aveva problematiche che hanno suscitato sentimenti contrastanti che ora sorreggono i sensi di colpa. Le consiglio di effettuare un percorso di psicoterapia che la possa aiutare a trovare una chiave di lettura della realtà che le possa essere utile per affrontare la sua vita con una nuova forza ed equilibrio.

Dott.ssa Graziella Pisano, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Frattamaggiore (NA).

Dott.ssa Graziella Pisano Psicologo a Frattamaggiore

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12 NOV 2018

Cara Claudia,

la morte per suicidio di un proprio caro è un evento molto traumatico per chi rimane. Molte sono le domande che ci si pone in una situazione del genere in prims il perché è successo? Avrei potuto fare qualcosa per evitarlo? Ho sottovalutato la situazione? Queste domande non trovano facilmente una risposta e aggravano il senso di colpa che porta a sentirsi impotenti. Quello che mi sento di consigliarle è di affidarsi a uno psicoterapeuta per concedersi uno spazio dove poter dar voce al suo senso di colpa e poter iniziare un lavoro di elaborazione del lutto.

Synesis Psicologia® Psicologo a Carnate

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5 NOV 2018

Gentile Claudia, umanamente sento il suo dolore e vorrei fare di più che scrivere queste poche righe. Il suicidio è una tragedia sempre e comunque, anche se riguarda una persona che si conosce appena, com'è successo a me. Ma una cosa mi sento di dirle. Sono arrivato alla ferma convinzione che NON è in nostro potere di impedire a nessuno di togliersi la vita. La malattia mentale è la malattia mentale. C'è, esiste in tutta la sua drammaticità. Possiamo aiutare in molti modi i nostri cari e il nostro prossimo. Ma i casi di cronaca insegnano che molte famiglie si sono impegnate strenuamente, ma non sono riuscite ad evitare il peggio. Quando c'è una malattia mentale seria con uso di farmaci, la colpa non è di nessuno. Anzi secondo Pietro Bisanti, che è un maresciallo di carabinieri ritirato, che si è occupato di molti casi di suicidio, una grossa responsabilità l'hanno i farmaci. Veda il suo blog. Naturalmente si può dissentire, ed è umano soffrire di sensi di colpa. Per questo è importante, direi che un dovere verso sé stessa ed il suo prossimo, che cerchi aiuto. Lavorare sui sensi di colpa richiede tempo e pazienza. Lei deve vivere e immergersi, purtroppo, in questo senso di colpa per poterlo superare, e probabilmente interrogarsi sul senso della vita. C'è chi ha trovato sollievo nella dottrina antroposofica di R. Steiner, chi nei libri di Anne Givaudan, chi nel buddismo, chi semplicemente nella propria fede. Ognuno deve cercare chi lo può aiutare. Ma dire che il suo progetto di vita è privo di senso è, a mio avviso, veramente privo di senso. Ci sono sette miliardi di persone che possono aver bisogno del nostro aiuto. Scusi la durezza . Quello che sembra un non-senso, cioè il suicidio, ha invece un senso ben preciso, ma bisogna entrare in una visione più spirituale della vita. E questa visione la può raggiungere studiando e cercando. Purtroppo, pur volendo, non posso aiutarla di più in queste poche righe. Rimango comunque a disposizione.

Dott. Leopoldo Tacchini Psicologo a Figline Valdarno

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5 NOV 2018

Cara Claudia, sono storie difficile quelle come la sua, perchè non c'è solo il dolore di una perdita così violenta ma il peso di una vita segnata dalla sofferenza del proprio caro ed anche dalla necessità di staccarsi da questo dolore. Tutti noi, quando vediamo che c'è qualcosa di più grande dinnzi a noi, quando abbiamo la sensazione di non sapere che fare tendiamo a proteggerci, ancor più se poi abbiamo anche qualcuno da proteggere. Quanto lei prova immagino sia straziante e pesante, provi ad iniziare un percorso di psicoterapia,innanzitutto per poter dar voce a tutto questo dolore e senso di colpa e poi per risolverlo. Se ha bisogno di maggiori indicazioni mi ricontatti pure. Dott.ssa Gilda Di Nardo

Dott.ssa Gilda Di Nardo Psicologo a Roma

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5 NOV 2018

Gentilissima Claudia,
l'elaborazione di un lutto è sempre un percorso complesso e doloroso. Le emozioni che sta sperimentando sono molto intense e dolorose. Rivolgersi ad uno psicologo, o uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla a comprendere ciò che prova in questo momento.
Cordiali saluti!
Dott.ssa Ponziani

Dott.sa Francesca Ponziani Psicologo a Bologna

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5 NOV 2018

Buongiorno Claudia,
la perdita di un familiare caro come un fratello può essere davvero molto dolorosa da vivere. Nel suo caso la gestione di questo lutto è resa ancor più complessa dalla malattia che ha colpito suo fratello, una malattia che può essere un elemento molto gravoso anche per i familiari.
Le consiglierei di dedicarsi al suo benessere adesso per comprendere le motivazioni della sua sofferenza interna e del suo senso di colpa. SI rivolga ad uno psicoterapeuta della sua zona per trovare delle strategie efficaci per uscire dall'impasse in cui si trova.
Cordialmente,

Dr. Gianmaria Lunetta,

Psicologo Clinico a Torino

Anonimo-161362 Psicologo a Torino

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5 NOV 2018

Buongiorno Claudia,

Capisco la situazione e comprendo quello che sta provando. Sento in lei un profondo dolore associato a forti sensi di colpa, come se nella sua mente risuonassero i famosi "forse se avessi fatto, se avessi detto, se l'avessi capito". Al fine di poterla aiutare avrei bisogno di altri elementi, della sua vita e del rapporto con suo fratello. Da quanto tempo ad esempio è successo? Penso sia importante, per lei e successivamente per il benessere della sua famiglia, di ritrovare ciò che ha perso, ovvero il senso del suo progetto di vita e per farlo le consiglio di intraprendere un percorso psicologico, online o da un professionista della sua zona, l'aiuterà ad affrontare il lutto e ciò che ha determinato.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, mi scriva

Cordiali saluti
Dott.ssa Alice Noseda

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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