Non riesco a risolvere i miei problemi con il cibo
Salve, scrivo qui perché è da anni che combatto con il cibo e con - credo - diversi disturbi alimentari.
Premetto dicendo che sin da piccola ho assistito a litigi continui dei miei genitori che credo abbiano fortemente condizionato il mio rapporto sia col cibo che con le altre persone. Ho finito le scuole elementari in sovrappeso arrivando, in primo superiore, a pesare 104 kg (il tutto a causa di abbuffate giornaliere). Ho seguito più diete arrivando a stabilizzarmi intorno ai 75 kg. L'anno scorso, però, dopo l'inizio dell'università, per 3 mesi ho assunto un massimo di 500 kcal giornaliere, arrivando al mio peso più basso, 65 kg (che, essendo io alta 1.68, corrisponde al BMI di una persona normopeso). Nonostante ciò, nel giro di un anno ho ripreso i 10 kg persi in quei mesi a causa di abbuffate compulsive e i kg presi son stati soltanto 10 in quanto ho iniziato a fare ricorso a metodi compensativi (vomito autoindotto).
Ho cercato di risolvere la situazione facendomi seguire da una nutrizionista, ne ho cambiate due nell'ultimo anno, ma non riesco a porre fine al circolo vizioso del binge-purge. Riesco a seguire il piano alimentare per qualche giorno, perdo qualche kg, poi arriva l'abbuffata, il senso di colpa e il vomito.
Sto anche vedendo da novembre una psicologa ma la situazione non è cambiata, mi sembra impossibile uscirne.
Non ho il coraggio di dire ai miei genitori di questo "problema" perché non voglio passare per la bambina capricciosa che non riesce a darsi un contengo col cibo.
Mi sento impotente e questo problema ha avuto degli effetti sia sul mio percorso universitario (ho sempre avuto voti altissimi fino alla fine del liceo, ma da quando ho iniziato l'università il mio unico pensiero è il cibo e dimagrire, è come se mi fossi convinta di non poter vivere finchè non arriverò al peso dei miei sogni, 58 kg, ma allo stesso tempo non riesco più ad impegnarmi per arrivarci; e ciò fa sì che io non riesca a concentrarmi sullo studio e che mi "accontenti" di voti mediocri) che sulle mie relazioni interpersonali.
Mi sembra che non ci sia una via d'uscita