Non riesco a dare un senso alla mia vita...

Inviata da Nadia · 7 gen 2015 Crisi esistenziale

Buongiorno...Mi chiamo Nadia e ho 24 anni...Il mio problema potrà sembrare una cavolata ma per me ormai è diventata una montagna invalicabile... Io frequento il Secondo Anno fuori corso di Università alla Sapienza e già questo mi fa sentire una perfetta idiota...Mi mancano 8 esami e sono consapevole che in un anno riesco tranquillamente a finire ma il problema è che...Non riesco a studiare,a concentrarmi...Ho perso voglia di uscire,di leggere,di credere nei miei sogni...Passo le giornate nella più completa apatia...La cosa più grave è che a farmi sentire ancora più inadeguata sono i miei familiari che mi fanno sentire ancora peggio...Per loro sono solo un fallimento e una che non ha voglia di fare niente...Stessa cosa i miei amici...Intorno a me tutti vivono al meglio la loro vita e io? Io non faccio nulla... Piango tutte le notti,ho un livello si stress addosso assurdo che mi porta a sbalzi umorali e attacchi di panico...Ho provato a lasciare L'uni ma sono stata peggio perché mi sono sentita persa senza l'unica cosa che sto facendo...Io non so più che fare...Non mi fido di me stessa e degli altri...Le mie relazioni sociali si limitano a quelle virtuali dei Social Network o dei giochi online...Cosa posso fare? Rivoglio la mia vita...

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Miglior risposta 8 GEN 2015

Gentile Nadia
stando come tu racconti la prima cosa che mi viene da dirti è: non devi lasciare l'Università.
La seconda è: torna a credere nei tuoi sogni.
Le due cose si definiscono molto meglio se viste insieme in quanto l'una non può esistere senza l'altra, in effetti l'Università (e tutto quello che ne consegue) è il tuo sogno.
A questo punto non è assolutamente quello che pensano i tuoi genitori o i tuoi amici a dover fare da "sprone" ma proprio il recuperare "la forza propulsiva" dentro di te quella forza che proviene dal riconoscersi in un progetto o in un'idea, in una proiezione ideale di se stessi che sia stimolante e capace di portarci avanti.
Tu sai benissimo che quegli otto esami non sono un ostacolo e sai benissimo di poterli fare con facilità.
Forse proprio la tua precedente facilità e attitudine allo studio ti hanno portato un "arresto" (che ti sei concessa) con la certezza di poter riprendere quando volevi.
Ora l'Arresto (che magari ci poteva anche stare) si stà semplicemente prolungando e ti ha preso un ...braccio (nel senso che tu hai concesso un dito e lui, l'arresto, si è preso un braccio).
Che fare?
Semplicemente devi rimetterti tu al Comando.
Il senso di spossamento e di tristezza dipendono molto dal trascinarti in questa apatia e dall'esserti fatta rubare i sogni dalla pigrizia.
Riprenditi, prima di subito. Dipende solo da te!!!
Cordiali saluti
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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24 APR 2015

Cara Nadia,
credo che proprio perché sta soffrendo così tanto, il suo problema vada cercato nelle cause del suo malessere, di quello che lei chiama "apatia".
Il sentirsi un fallimento, l'incapacità nel concentrarsi, il sentirsi inadeguata potrebbe essere la spia di qualcosa che le toglie vitalità e le impedisce di vivere la vita "reale".
A volte chiedere l'aiuto di una persona esperta non può che giovare.
Cordiali saluti
Dott.ssa Negro Maria Luana Cesarea

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12 GEN 2015

Gentile Nadia, vivere uno stato d'animo di tristezza, perdita di interesse e di piacere, la sensazione di valere poco e di sentirti inadeguata, sentirsi "un livello di stress addosso"con agitazione e irrequietezza e mi sembra di capire anche avere disturbi del sonno, possono essere i sintomi di un quadro depressivo. Il livello di sofferenza che lei sta vivendo, da quanto ha scritto, ha anche condizionato negativamente alcuni aspetti della sua vita, modificando il suo comportamento ( frequenta meno gli amici e tende ad isolarsi). Se questo stato dura da alcuni mesi le consiglio di contattare un professionista che possa fare una diagnosi appropriata in base a uno o due incontri e che, se necessario, la prenda in cura.
distinti saluti Paolo Borghi, psicologo psicoterapeuta, Trieste

Dott. Paolo Borghi Psicologo a Trieste

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12 GEN 2015

Cara Nadia,non è una cavolata, lei non è una cavolata, la sua parola non è una cavolata. Le difficoltà che lei racconta meritano di essere ascoltate. Spesso l'università o l'approssimarsi del traguardo, diventa problematico, perchè mette in evidenza che qualcosa sta terminando e dopo cosa succederà? La situazione familiare che descrive sembra ostacolare l'emergere di una posizione soggettiva, quindi credo che un supporto di natura psicologica possa aiutarla. Diversamente la situazione potrebbe prolungarsi eccessivamente creandole ulteriori problemi.
Per qualsiasi domanda sono qui.
A presto.
Dott.ssa Antonella Russo

Dr.ssa Antonella Russo Psicologo a Roma

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8 GEN 2015

Salve Nadia, questo stato di apatia che descrivi è arrivato all'improvviso, ha avuto in passato sintomi simili? Sono tante altre le domande che vorrei porle. e importante che lei scopra cosà l'ha portata a questo punto. cosa è cambiato nella sua vita. Come mai questa frase così triste "non riesco a dare un senso alla mia vita" attraversa il suo pensiero.
è importate trovare la giusta terapia così da poter ritrovare al più presto il sorriso.
Saluti studio Di Blasio A.lcini Pescara

Dott.ssa Di Blasio Carmela Psicologo a Pescara

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8 GEN 2015

Gentile Chiara, accade che le persone si trovino ad affrontare dei momenti critici nella loro vita, dei momenti in cui la demotivazione, la tristezza, la paura o tante altre emozioni bloccano le proprie scelte e il proprio percorso di vita. Sarebbe opportuno capire come ciò sia avvenuto nel suo caso, quali pensieri e quali valutazioni l’hanno condotta a tutto questo. Io le consiglio di intraprendere una psicoterapia, in modo tale da avere un professionista, empatico e non giudicante, al suo fianco che la sappia sostenere e aiutare a fare chiarezza prima e a riprendere in mano il suo futuro poi, non solo per riprendere o meno gli studi, ma anche per sentirsi libera di investire in se stessa e nelle relazioni interpersonali, di operare nuove scelte, di trovare nuove forme di gratificazione e recuperare il benessere psicofisico. Quando le cose saranno più chiare per lei, potrà spiegarle insieme al suo terapeuta anche alle persone a lei vicina che ora, confuse dal suo cambiamento, stanno probabilmente cercando di spronarla seppur con una modalità poco funzionale. Un grande in bocca a lupo.
Dott.ssa Barbara Trevisan
Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Trevisan Barbara Psicologo a Rovigo

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8 GEN 2015

Salve Nadia,
sarebbe opportuno che tu contestualizzassi il tuo vissuto nel tempo considerando se si possa associare ad un tuo ritiro dalle relazioni sociali ed affettive nel concreto. Due anni di fuori corso, fanno intendere che già fin dall'inizio, l'impegno universitario, non era compensato da una situazione emozionale adeguata alla tua età.
Infatti, come dici, abbandonare gli studi non ti ha dato alcun giovamento e questo indica che alberga in te una insoddisfazione di fondo. I tuoi familiari, anche se in buonafede, non usano degli stimoli adeguati ed invece di incentivarti non fanno altro che sminuire la tua autostima e qui mi fermerei per darti un suggerimento: parlane seriamente con i tuoi genitori chiedendo un aiuto immediato nel senso psicologico ed ,anche se sei già maggiorenne, andate insieme da un/a dei miei Colleghi della tua zona per una Consulenza e per far si che in famiglia tu possa ritrovare un riscontro positivo, ma anche per essere incanalata nel ristabilire dei contatti sociali, quali fonte di gratificazione e di stimolo in generale. Per ora ti lascio restando a tua disposizione per eventuali successivi chiarimenti.
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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