Non piaccio fisicamente al mio compagno
Salve,
Mi chiamo Sarah e ho 25 anni. Sono in una relazione da un anno e mezzo con un ragazzo che di professione è militare ed è spesso via. Abbiamo passato riverse peripizie l'anno scorso quando ha dovuto assentarsi saltuariamente per sei mesi. Soffrivo di attacchi di panico (ero seguita) e prendevo psicofarmaci per questo motivo. È stata una sofferenza per entrambi. Ed è stato anche motivo di cambiamento fisico. Ero molto magra e sportiva e mi sono trovata con 20kg di più addosso in meno di due anni e un'infiammazione alla tiroide che sicuramente non mi aiuta. Nonostante ciò ho smesso i farmaci, sono dimagrita 10kg, sono tornata a lavorare dopo i famosi 6 mesi di inferno e mi sono rimessa in piedi. Lui è un ragazzo molto frustrato, è diventato apatico e insodisfatto della vita per via soprattutto del suo lavoro che non si è rivelato essere ciò che lui sognava. Condiamo il tutto con il fatto che non ha superato un concorso per cui si era davvero molto impegnato. È costantemente arrabbiato, deluso, ha un odio dentro che viene percepito da chiunque si avvicini. Ed è molto tagliente e "cattivo" quando "si sente attaccato", cioè più o meno ogni qual volta gli si rivolga una domanda personale. Ora mi rinfaccia di essere incostante e inconcludente (non termino ciò che inizio, come l'università e la patente. Ho avuto una lunga storia di depressione, dove sono stata seguita per più di 15 anni e sono stata anche diverse volte in un centro specializzato. A 23 anni ho capito che stavo facendo quel corso di studi per i miei genitori e non per me e mi causava molta sofferenza, ho mollato a qualche esame dalla laurea. Proprio perché ho imparato a dire di no e conoscere i miei limiti. Con la patente per il fatto dei farmaci non me la sentivo). Mi dice quindi di essere poco autonoma (gli pesa un sacco dovermi dare un passaggio in macchina alla mattina nonostante facciamo la stessa strada, sia un modo per risparmiare, per stare assieme e soprattutto perché per lui mi sono trasferita in un posto molto scomodo per quanto riguarda i mezzi pubblici (ma almeno lui era vicino alla caserma). Ora mi ripete anche che non gli piaccio fisicamente. Io capisco nel momento più buio, dove stavo male, dove mi trascuravo perché non avevo nemmeno più la testa per pensare, sicuramente non è attraente. Ora mi sto rimettendo in forma, ho tirato fuori la grinta, sono sempre in giro mentre lui è la persona più pigra e apatica del mondo (non sta bene, lo capsico, ma dorme di continuo). Ora vuole ritentare un concorso, eventualmente trasferirsi in Toscana dove è nato (ora siamo in Trentino) e io gli darei anche questa di possibilità! Magari stando meglio si tira fuori... Mi sembra però un amore molto egoico, non riesco a comprendere ciò che lui prova davvero. Parla di amore profondo e viscerale, che sa quanto io lo amo , che mi reputa una ragazza intelligente e buona... Ne parliamo così spesso che ormai sono più i momenti spiacevoli che quelli piacevoli. Per sopperire alla sua mancanza di stimoli, quando era assente l'anno scorso si era messo in comunicazione con delle prostitute, proprio per l'adrenalina che derivava dal compiere un illecito. Nei miei confronti però! L'ho scoperto per caso a Natale, perché queste cose purtroppo si sentono. E lui si era sempre trovato delle ottime scuse, se fosse stato per lui non me l'avrebbe mai detto. Ora si sente mortificato. Ma la mia fiducia ne risente. E anche il non sentirmi apprezzata. Mi sembra spesso di dover difendere il mio valore come persona.
Cosa dovrei fare?
P.S: lui si rifiuta di chiedere aiuto professionale