Non mi sento compresa dalla psicologa

Salve,
Sono una ragazza di 24 anni. Da qualche anno soffro di colon irritabile, ma dall'agosto del 2022 i miei fastidi sono culminati in una gastrite cronica di cui ancora non si comprende la causa. La situazione è molto invalidante, sia per i dolori fisici che per la pazienza che ormai non ho più.
Questo mio malessere mi ha portato ad isolarmi parecchio, a stare molto in casa (prima ero una persona abbastanza attiva, uscivo spesso con il mio ragazzo e i miei amici). Ora esco quando le condizioni fisiche me lo permettono e cerco di stare sempre vicino casa per poter tornare presto nel caso in cui stessi male. Ho paura anche a trovare un lavoro in presenza o fare attività troppo impegnative, anche perché non vorrei dare una disponibilità che non riesco a mantenere.
Purtroppo il mio problema è stato spesso sottovalutato, nonostante io sia andata da vari medici. Vorrei semplicemente poter vivere la mia vita tranquillamente come una volta, senza il pensiero costante che io possa stare male. Dopo aver toccato il fondo ho deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia, anche perché spesso i medici hanno ridotto il problema a mera ansia (senza consigliarmi nulla per affrontarlo).
Pochi giorni fa ho sostenuto la seconda seduta con la psicoterapeuta, ma ho paura di non riuscire a esprimere veramente quello che provo. La dottoressa ha capito subito che il mio disagio è reale e su questo le sono grata. Secondo lei c'è un tratto ansioso che non è la causa ma sicuramente influisce sulla mia condizione.
Il punto è che, pur sapendo che è presto per parlare, io mi sento comunque poco compresa. A volte ho l'impressione che lei faccia delle sovraletture un po' forzate. Ad esempio, le ho detto che ho la patente ma non guido per vari motivi, tra cui l'impossibilità di permettermi un'auto. Lei mi ha detto che in realtà non guido perché guidare significherebbe uscire e io non voglio farlo. In realtà io vorrei tanto guidare ed essere indipendente, anche perché io non ho mai evitato le uscite, è una cosa che è capitata negli ultimi mesi perché sono stata molto molto male.
Sto cercando con tutte le mie forze di uscire a prendere aria con i miei amici e ci sto riuscendo, però è ancora difficile per me poter pensare di lavorare 8 ore tutti i giorni fuori casa con questi dolori. So che è una cosa che devo superare perché ne va del mio futuro, ma la dottoressa non mi ha fornito consigli al riguardo. Anzi, sapendo del mio licenziamento, dovuto ad altre motivazioni tra cui una paga veramente misera e un ambiente poco stimolante, mi ha detto semplicemente di trovare un altro lavoro.
Vorrei chiedervi se secondo voi questa è la strada giusta e come dovrei affrontare al meglio le sedute per farmi comprendere nel modo migliore possibile. Vorrei che fosse un percorso costruttivo... Grazie mille.