Non mi piace ma non riesco a dirgli di no
Buongiorno gentili dottori, sono una ragazza di 22 anni. Quasi un anno fa ho concluso una relazione, durata circa sei mesi, con un ragazzo che stimo molto ma per il quale non ho mai sentito attrazione, soprattutto fisica. Per quel che è riuscita a durare, la nostra relazione è stata meravigliosa. Anche la conclusione, seppur molto dolorosa per lui, è stata pacifica. Per tutto quest'anno ci siamo visti sporadicamente, dapprima parlando come al solito, tra risate e passeggiate, come se non fosse successo niente. Successivamente abbiamo fatto una gita fuori porta di tre giorni insieme, per poi tornare a sentirci molto poco. Qualche settimana fa per lui non è stato più possibile tacere: mi ha spiegato la sofferenza terribile che lo invade ogni volta che, dopo esserci visti qualche ora, ci salutiamo e io sparisco, anche per settimane.. Ha descritto il suo sentimento come "l'essere messo in un cassetto e tirato fuori ogni tanto, quando ne hai voglia o non c'è nessun altro disponibile". Ha ragione e ora che lo vedo mi accorgo di questa mia dinamica subdola. Adesso ci ritroviamo di fronte alla scelta: o ci eliminiamo l'uno per l'altro (senza avere alcun tipo di rapporto, neanche la sporadica passeggiata, persino per un eventuale incontro casuale), o proviamo ad assecondare quello che in questo momento è il suo desiderio (vedersi di più, stare insieme come coppia).
Mi fa notare che è come se in me ci fosse un combattimento tra una parte che lo desidera e una parte che si oppone strenuamente. In realtà i miei sentimenti per lui non sono cambiati: continua a non piacermi e a non generare in me il desiderio di unirmi di più a lui. Non crede molto al fatto che io senta che non ci sia "chimica", nel senso di ciò che scatena l'attrazione e il desiderio fisico dell'Altro, che è come io ho cercato di spiegargli il mio rifiuto. Il pensiero di doverlo cancellare dalla mia vita mi angoscia, ma non posso pensarlo diversamente da un amico.
Inoltre, è possibile che siamo sull'orlo di un disastro: sto approfondendo la conoscenza con un ragazzo, che io desidero solo come amico ma che ha già mandato segnali chiari di interesse ben diverso dall'amicizia. Se il mio ex fidanzato dovesse anche solo intuire qualcosa, crollerebbe (me lo ha esplicitato e ne ho già avuto la prova quando è andato totalmente in crisi al solo vedere che io e l'altro ragazzo parlavamo).
Mi chiedo, allora, perchè sfuggo continuamente dalle possibilità di relazione, seppur sia ciò di cui ho maggiormente bisogno in questo periodo della mia vita, dopo anni passati in solitudine (ho sempre avuto buoni rapporti con tutti, ma approfondito mai con nessuno). Mi chiedo perchè trattengo un ragazzo, impedendogli la possibilità di liberarsi di me (cosa che lui non vorrebbe, ma che sentirebbe di dover fare per vivere), quando non sono interessata a lui e non corrispondo i suoi sentimenti. Mi chiedo perchè in 22 anni non sono mai riuscita a percepire il "mi piace" verso qualcuno.
Scusate la lunghezza dello scritto. Sarei grata se qualcuno si sentisse di fare qualche osservazione in merito. Grazie.