Non mi arrendo mai

Inviata da Letizia · 6 feb 2018 Terapia di coppia

Buonasera,
sono una donna di 39 anni, con un matrimonio finito a seguito di un tradimento di mio marito e al fatto che mi sono sposata perché “era il momento” e non perché sapessi di volerlo.
il mio matrimonio è stato un qualcosa che mi sentivo quasi in obbligo di compiere, a28 anni.
Oggi ho fatto, grazie anche ad un percorso di psicoterapia, un gran lavoro su me stessa e ho le idee un po’ più chiare su chi sono e cosa voglio per me.
Mi resta un problema però, che mi portò dietro da sempre: idealizzo gli uomini che frequento, me ne innamoro subito e non ammetto che una frequentazione possa essere leggera.. è come se volessi essere a tutti i costi la donna della loro vita, quella unica e speciale. Pur essendo migliorata negli anni, riesco talvolta a scendere ad un livello di umiliazione incredibile pur di averli nella mia vita. Non accetto che non mi vogliano più quando decidono di chiudere e più chiudono e più è irrefrenabile in me la voglia di dimostrare loro che sono l’unica speciale.
Di recente ero riuscita a vivere una frequentazione in modo leggero con una persona che nei fatti so dimostrava molto interessata a me.. per usare le sue parole ero una persona piacevole con cui stava bene... bene questa persona, probabilemente percependo da parte mia un po’ di aspettative ha preferito ad un certo punto non illudermi dicendomi proprio che era meglio chiudere lì per non farmi rimanere male un domani avesse incontrato quella giusta. Da quel giorno il mio unico desiderio è riconquistarlo, lotto con me stessa X evitarlo ma proprio non ci riesco... come si supera tutto ciò? In passato persone che avevo idealizzato sono state superate ... sostituendole ... ma in questo caso ho come la sensazione di provare un sentimento vero che mi impedisce anche questo...
grazie mille per i vostri suggerimenti

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Miglior risposta 7 FEB 2018

Gentile Letizia,
il percorso di psicoterapia già fatto non è stato evidentemente sufficiente a farle acquisire un buon livello di autostima e a liberarla dalle profonde paure di abbandono che la fanno diventare insistente (e quindi anche fastidiosa) oppure la spingono ad umiliarsi troppo con l'uomo di turno che le interessa.
Purtroppo anche nell'ultima frequentazione che ha raccontato, il copione messo in atto è stato sempre lo stesso e il sentimento che lei dice di provare, benchè vero, non può giustificare la reiterazione del copione stesso.
E' necessario perciò riprendere la psicoterapia e lavorare su questi nodi irrisolti che riguardano soprattutto l'autostima.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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7 FEB 2018

Cara Letizia,
da quanto espone appare evidente quanto lei riesca a vedere con chiarezza il suo mettere in atto, nell’incontro con un potenziale partner, una serie di reazioni emotive che agiscono sempre con le stesse modalità. Idealizzare gli uomini equivale non a vedere in loro quello che realisticamente sono ma piuttosto ciò che lei desidera ossia essere amata, ed innamorarsene subito equivale ad avere di loro una visione distorta generata proprio dal suo bisogno. Ed è sempre questo bisogno a spingerla a “scendere ad un livello di umiliazione incredibile” che non solo non sortisce gli effetti da lei sperati ma anzi la fa profondamente soffrire. E’ come se, ogni volta, lei attribuisse all’altro un potere salvifico che possa soddisfare il suo desiderio di essere riconosciuta, esattamente come ha scritto, come una donna speciale, se non addirittura unica. Il non accettare che il rapporto finisca è allora comprensibile perché dovuto alla non accettazione che l’altro abbia voluto sottrarsi al ruolo che lei emotivamente (e inconsciamente) le aveva attribuito.
Tutto ciò mi fa pensare che lei non abbia affrontato in modo profondo il rapporto con le figure genitoriali e in particolar modo con suo padre, cosa indispensabile in questi casi. Lei è ancora giovane ed ha quindi tutto il tempo per invertire la rotta. Le consiglierei quindi di iniziare un nuovo percorso di psicoterapia finalizzato esclusivamente ad affrontare questo nodo irrisolto. Personalmente – tenuto anche conto della sua consapevolezza - ritengo che potrebbe ottenere ottimi risultati, anche in tempi brevi, con un professionista ad indirizzo psicodinamico.
Maria Pichi
Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico

Dott.ssa Maria Pichi Psicologo a Roma

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6 FEB 2018

Gentile Letizia,
quello che descrive fa capire come abbia fatto, come sottolinea, degli importanti passi in avanti ma come ci sia ancora qualcosa di irrisolto.

Il desiderio di essere l'unica, speciale e insostituibile è collegato ad angosce di abbandono e a ferite nell'autostima.

Il fatto che le sue relazioni siano tutto o nulla può suggerire che ci sia stato un tipo di attaccamento di tipo fusionale e ansioso in famiglia. Può darsi che nelle sue relazioni ripeta inconsciamente il copione di dover per forza eccellere ed essere la migliore come unico modo per evitare di essere disapprovata e alla fine abbandonata. Aspetto questo, l'abbandono, che le scatena profondi vissuti di angoscia e il senso di colpa di "non avere fatto abbastanza" e di "non essere stata abbastanza" per meritarsi l'amore di cui ha bisogno come essere umano.

Capire le ragioni profonde che hanno causato questa dinamica che si ripete è il primo passo da fare. Curare le ferite emotive e sbloccare le emozioni represse è quello successivo per poter instaurare relazioni più equilibrate nelle quali sentire in modo automatico e spontaneo dove finisce lei e dove inizia l'altra persona.

Cordialmente,
dr. Fabrizio Mardegan

Dott. Fabrizio Mardegan Psicologo a Vedelago

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