Non me lo posso permettere
"Non me lo posso permettere", questa è la frase che più descrive come mi sento, in tutti i sensi. Innanzitutto infatti non mi posso permettere un aiuto concreto da qualcuno di voi, nonostante sappia di averne bisogno. Una decina d'anni fa, a 17 anni, ci sono già passata e nulla mi aiutò più di 1 anno e mezzo di terapia. La situazione era ben diversa: mia madre, la mia più grande guida in tutta la vita, era da qualche anno malata di depressione, la mia famiglia aveva quindi deciso per un trasferimento in un'altra città per cercare di migliorare le cose e per migliorare le cose mia madre decise di lasciare mio padre. Io, figlia di mezzo, nel pieno dell'adolescenza aveva dovuto affrontare troppi cambiamenti, "perdonare" mia madre per la sua malattia, perdonare il "fato" che aveva trasformato una famiglia da Mulino Bianco in un gran caos. Ci riuscii, anche e soprattutto grazie alla terapia. Mia madre adesso sta bene, è tornata la mia guida e la mia migliore amica e, nonostante la separazione mai veramente accettata da mio padre, la mia famiglia sta bene, con i suoi canonici alti e bassi. Io mi sono laureata a pieni voti in una città diversa da quella dove si trasferì la mia famiglia (avevo bisogno di trovare la mia indipendenza), ho incontrato la mia metà con cui sto da 4 anni e ho, da un anno, cambiato nuovamente città in cerca di un futuro migliore (la città d'origine del mio ragazzo, immersa nella sua famiglia) . Futuro che sembra non arrivare mai. Un futuro in cui non vorrei chissà cosa: un lavoro che mi permetta di arrivare più o meno bene a fine mese, la possibilità di vedere più spesso la mia famiglia e i miei amici ormai sparsi per l'Italia e un po' di soddisfazione. Non ce l'ho, niente di tutto questo. E sono ingrassata di nuovo, esattamente come 10 anni fa. Come 10 anni è tornato quello che ho sempre trovato "il baratro", in cui negli ultimi mesi mi ritrovo, più o meno a lungo o più o meno profondamente. Sono sempre stata una perfezionista in tutto, ho passato la vita a cercare di fare e essere sempre qualcosa in più, in perenne paura della mediocrità. Adesso è esattamente così che mi sento. Ho sempre cercato di aspirare al meglio, di lottare affinchè arrivasse, di organizzare il mio futuro ponendomi obiettivi che una volta raggiunti mi avrebbero reso felice e soddisfatta. Negli ultimi anni i momenti bui ci sono stati ma ho sempre trovato qualcosa a cui aggrapparmi, qualcosa che ritenevo avrebbe potuto poi migliorare le cose. Magari qualcosa non era proprio come desideravo ma: "tra 20 giorni c'è la laurea di quel mio amico", oppure "la quotidianità non è poi così male". Ecco, ora non vedo nulla. Neanche gli esami, splendidi e maledetti scogli che riuscivo a superare brillantemente (maledetto post-laurea!). Quì non ho nessuno a parte il mio ragazzo (anzi, quì c'è la sua famiglia, brave persone ma molto molto diverse da me), non ho soldi che mi possano permettere ogni tanto di raggiungere qualcuno della mia famiglia o dei miei amici, il lavoro è ok ma non mi soddisfa e guadagno poco. Nulla a cui aggrapparmi, nulla che potrebbe migliorare il mio status. E ho paura. Paura perchè non mi entusiasma più nulla, non ho più fiducia nel futuro, nella "vita da adulti". A volte penso che andare via da quì e cambiare di nuovo città, avvicinandomi alle persone che amo, potrebbe darmi qualcosa in più ma mi dico anche che forse è solo un'illusione, che non posso dire al mio ragazzo che voglio andare via, affrontare un'altro trasloco per poi ritrovarmi nella stessa situazione. E quindi a volte arriva il maledetto baratro che cerco di evitare con tutta me stessa. Momenti in cui mi sento chiusa in un grande fosso al buio senza trovare nessuna luce, e mi batte forte il cuore, ed è tutto buio. Mi sforzo di uscire, esco, e cerco di non pensare più, nonostante sappia che quel fosso più non lo affronto e più diventerà grande. E non c'è posto migliore che il divano e le coperte, magari dormendo.