Non amo uscire la sera.
Sono una ragazza di 24 anni, iscritta al primo anno fuoricorso. Sono sempre stata una persona ansiosa ma negli ultimi anni, mi sono resa conto che quest’ultima mi grava addosso come un macigno e non riesco più a farci i conti. Mi ritrovo fuoricorso proprio perché a causa della mia ansia, non sono riuscita a sostenere alcuni esami e talvolta, questa comincia a divorarmi ancor prima di cominciare a preparare l’esame. Come se non bastasse, sento il peso di tutto il mondo addosso, vivo di costanti sensi di colpa anche quando cerco di fare -semplicemente- ciò che fa stare bene a me. Sono poche le cose che mi fanno stare bene, molto semplici e ben diverse dalle cose che amano fare le persone della mia età. Innanzitutto, non mi piace uscire la sera. Stare in mezzo alla gente che ha obiettivi differenti dai miei, mi causa disagio e non sempre riesco a divertirmi, tutt’altro; passo la serata in modo vigile, a supplicare il tempo di scorrere più velocemente perché non vedo l’ora di tornare a casa. Quest’ultimo punto non sempre mi mette tranquillità in quanto -non abitando in centro- devo ricorrere a mezzi che mi tolgono dei soldi che talvolta non mi sento di spendere perché ancora “mantenuta” dalla mia famiglia. Pensando che cominciando un piccolo lavoretto, la sensazione di senso di colpa sarebbe passata, ma non è così. Non riesco più a reggere i sensi di colpa e proprio per limitarli, spesso mi trovo costretta ad accettare inviti che mi piacerebbe declinare e talvolta, non appena arriva il momento dell’appuntamento, spero sempre succeda una catastrofe perché comunicare alla mia amica che non me la sento di uscire perché preferisco farmi gli affari miei (leggere un libro o guardare una serie) è una delle sensazioni più brutte. Al senso di colpa, si aggiunge un’ansia incontrollabile che placo solo dopo aver disdetto il mio appuntamento con scuse che ormai non reggono più. Dopo una breve sensazione di pace, si aggiunge nuovamente il senso di colpa fino a quando non ripeto a me stessa che se ho detto no, è solo per il mio bene.
Premetto che non penso sia pigrizia la mia; a volte ho spicchi di socialità molto alti in cui sono io a decidere e ad organizzare e credo che il problema sia proprio questo: devo essere io a decidere quando e come divertirmi. Da quando ho iniziato a lavorare cerco di stare fuori casa il meno possibile, mi piace stare tra la gente ma preferisco che la mia socialità si svolga di giorno. A volte vorrei semplicemente limitare il senso di colpa, non trovarmi costretta ad accettare inviti che non voglio accettare solo perché non voglio che altri si offendano. Passo la mia vita a fare ciò che gli altri vogliono io faccia e la sensazione che mi causa, è diventata ormai ingestibile. Non so come uscirne, mi sento affranta.