Salve sono una donna di 50 anni, single senza figli e credo di avere una dipendenza affettiva o un disturbo ossessisivo verso una persona che conosco ormai da 12 anni. Più che conoscerlo dal vivo, la nostra relazione è eterea perché viviamo a
600 km di distanza e lui, anche se si professa infelice, nel frattempo si è sposato ed ha avuto un figlio.
Questo autunno ha ricambiato un mio sentimento profondo, ma da quel momento è stata una guerra continua.
E io più sento la guerra più mi attacco a lui e più mi fa male, perché è diventato anche "cattivo", e più mi dispero e più non riesco a dimenticarlo, anzi ad eliminarlo dalla mia vita, tanto è tossico.
In autunno ho anche avuto episodi di panico notturno, tristezza continua e pianti anche nelle ore giornaliere. Ed ora ho paura che questa sofferenza si trasformi in qualche altra dipendenza.
È una cosa da gestire con uno psicologo?
O devo solo accettare il lutto?
Grazie
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22 MAG 2021
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Cara Nini,
le dinamiche che racconta Le generano una sofferenza tale da esprimere questa piccola richiesta di aiuto.
Ha fatto molto bene ad ascoltarsi e porre qui questo quesito. È un atto di amore verso se stessa importante.
Le pongo delle domande per riflettere.
Da uno psicologo si dovrebbe andare solo dopo che i vissuti pervadono la vita e diventano altamente disfunzionali?
Vede, giocare d’anticipo per prevenire il peggio è assolutamente indicato, perché non farlo?
Inoltre lei già ha una dose di dolore che porta con sè e che le crea difficoltà. Perché non intervenire?
Chi decide quali siano momento e modalità giuste per stare meglio?
La risposta alla a Sua domanda credo che in cuor Suo già la abbia.
Spero di esserLe stata utile.
In ogni caso, resto a Sua disposizione (ricevo anche online).
22 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Carissima Nini,
il nostro bisogno di entrare in contatto con l'altro e di ricevere affetto spesso ci fanno subire situazioni che non ci fanno stare bene. Così come il non sentirsi "abbastanza" ci fa andare bene qualsiasi cosa, anche la più nociva-
Il fatto che lei si sia resa conto che qualcosa debba essere cambiato è il primo passo verso altro, verso il recupero del suo benessere e una migliore comprensione di sé che la faccia andare a fondo e le chiarisca come mai ha così bisogno di questa persona. Sicuramente uno psicologo potrebbe rappresentare quella figura che la possa aiutare dandole una visione esterna alla sua situazione e rappresentare quel luogo sicuro dove potersi esprimere e capire meglio come mai vuole rimanere in una relazione così disfunzionale.
Sono a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Barbaro
(ricevo anche on line)
22 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno signora Nini,
il cuore spesso è un crocevia di sentimenti che mandano in cortocircuito la nostra mente. In questi momenti è fortemente consigliato ricorrere ad un aiuto psicologico che può aiutarla a riavvolgere la matassa dei nostri pensieri e a scegliere la strada per volersi più bene.
Sono a disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto anche online
Un caro saluto
Dott.ssa Oriana Parisi
Neuropsicologa e Istruttrice Mindfulness MBSR
21 MAG 2021
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Gentile Nini,
comprendo il suo disagio in questa situazione in cui si sente come intrappolata. Sarebbe utile capire cosa intende per "guerra". Cosa è successo dopo la condivisione di quel sentimento profondo? E che significato da Lei a tale "guerra"? Il suo disagio sembra pervadere la sua sfera individuale nella sua interezza, con attacchi di panico notturni e tono dell'umore basso durante il giorno. Alla luce di ciò, un percorso psicologico la aiuterebbe a ristabilire il suo equilibrio, riscorpire le risorse insite in Lei per affrontare la situazione e porre ordine nelle sue priorità in questo momento. Per qualsiasi chiarimento o domanda rimango a disposizione anche online, un caro saluto
Dottoressa Erica Simoni