Sono una ragazza di 19 anni che non ha praticamente amici. Da tantissimo tempo a questa parte mi capita sempre di non essere presa in considerazione, nè sul serio. E intendo proprio da tutti: dai miei genitori, dal mio ragazzo, dai miei ex prof e compagni di scuola, da tutte le persone che ho intorno giorno per giorno. Ogni volta che accuso un malessere, fisico o psicologico, tutti mi dicono che lo uso come alibi per non fare niente (quando invece continuo a fare tutto sforzandomi come un mulo) o direttamente non mi credono. Non posso mai chiedere niente: se chiedo educatamente ai miei genitori di cambiare il loro comportamento su alcune cose, perché mi mancano di rispetto (es. urlano mentre sto dormendo, vogliono litigare anche quando mi vedono esausta e provata) loro mi aggrediscono e vanno sul pesante, soprattutto mia madre. E quindi non posso mai chiedere niente: non conto niente e tutti ci tengono a farmelo vedere. Io se voglio bene a una persona cerco di cambiare i comportamenti che la infastidiscono, anche per evitare i conflitti, invece gli altri di me se ne fregano, perché tanto sanno di avere il coltello dalla parte del manico e che io non posso obbligarli a prendermi in considerazione. Anche il mio ragazzo mi tratta molto male e non prendere in considerazione le cose che mi fanno soffrire, facendomi capire che per lui non sono valide come motivazioni e quindi stop. Io per lui ho cambiato molti miei comportamenti e soprattutto mi prendo cura di lui quasi fossi una tata perché è malato (non sto a dire di cosa) e riconoscendo la sua malattia lo giustifico sempre. So che non dovrei, ma vorrei tanto che qualcuno riconoscesse lo status di persona anche a me. Invece passo la mia vita fra litigi pesantissimi con i miei (prendo ancora le botte come una bambina) e mancanze di rispetto da parte sua e del resto del mondo. So che dovrei lasciarlo, ma come ho già detto sono sola come un cane e almeno lui a volte mi tira un po' su e mi considera. Perché non mi merito di essere ascoltata e presa in considerazione? Perché non sono importante per nessuno, tanto che agli altri non importa se io sto male per i loro comportamenti? Perché mi viene sempre data la colpa di tutto e vengo trattata da bugiarda, da stupida o da cattiva? Perché se dico queste cose tutti mi accusano di fare del vittimismo e non perdono neanche un minuto a badare ai contenuti?
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1 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Cara Enrica,
la stima e il rispetto degli altri non si chiedono per favore ma si guadagnano sul campo e ciò sia nell'àmbito familiare che extrafamiliare.
Quindi a scuola o all'Università devi guadagnarti la stima degli altri cercando di ottenere buoni risultati e mantenere buone amicizie.
A casa, ovviamente, non puoi essere tu ad "avere il coltello dalla parte del manico" perchè non gestisci alcun potere ma questo è abbastanza scontato per tutti i figli a carico.
Il suggerimento è perciò di non esasperare i conflitti con i tuoi genitori e di usare l'assertività anzichè l'aggressività anche solo verbale che può far scattare la loro aggressività fisica. Quindi tu per prima non devi sbagliare se vuoi che nemmeno loro sbaglino.
Quanto al tuo fidanzato, ammalato di non si sa che cosa, a maggior ragione dovresti essere assertiva se vuoi essere rispettata e non dovresti certo mendicare la sua compagnia e considerazione anche a costo di dovervi rinunciare.
D'altra parte, per stare bene in compagnia di qualcuno, bisogna prima imparare a stare bene da soli altrimenti si è alla mercè dell'altro e in tal caso è molto difficile ottenere il suo rispetto e la sua stima.
Se ti dovesse essere possibile, per guadagnare in assertività e autostima, ti gioverebbe molto un percorso di psicoterapia.
Coriali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
29 GEN 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Enrica,
posto che le cose stanno così come tu ci racconti, io ti dico che tutto questo lo dovrai prendere come la tua "personale sfida".
Dovresti dire a te stessa: "bene! Visto che nessuno qua mi considera, ora voglio farvi vedere chi sono e voglio imparare a farmi rispettare".
Per fare questo dovrai, prima di tutto, impegnarti tantissimo a scuola, far vedere che studi e che hai in mente delle idee e dei progetti.
Invece di stare triste e di...quasi "elemosinare" il loro rispetto, mettiti in testa di guadagnartelo, anche con una sorta di distacco emotivo; mi spiego: distacco emotivo = non mi rattristo e neanche mi faccio abbattere dalle vostre critiche.
Sono certa che se mostrerai meno coinvolgimento emotivo in queste dinamiche, anche loro cambieranno e inizieranno a guardarti con occhi diversi. Se hai la possibilità di contattare uno psicoterapeuta, anche scolastico, fallo e chiedigli di insegnarti come poter imparare ad essere valutata e rispettata.
Tutto questo è valido anche col tuo ragazzo che, in modo diverso, sta comunque prendendo la "piega" comportamentale dei tuoi.
Fatti vedere forte da lui e ti darà meno per scontata. Insomma, puoi fare molto per questo tuo problema.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta
26 GEN 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Enrica,
vive in un ambiente familiare svavorevole al rispetto e questa situazione si sta ripercuotendo anche nel suo modo di porsi con il suo ragazzo, come se lei avesse appreso ad essere condiscendente di fronte all'aggressività. Le sue domande finali sono molte e complesse e da qui, on line, sarà difficile che possa trovare risposte che davvero l'aiuteranno a modificare la sua situazione. Il momento in cui lei si renderà conto che tutti loro si permettono ancora di trattarla così perchè c'è una parte di lei che continua ad essere sottomessa alla loro prevaricazione, allora qualcosa in lei inizierà a modificarsi impercettibilmente e vorrà dire che in famiglia e con il suo ragazzo qualcosa cambierà. Sarà lei a cambiare, sarà lei a non permetter più di non essere considerata, sarà lei ad aver per prima rispetto per se stessa. Questo le manca. Un percorso psicologico potrebbbe aiutarla molto in tal senso, ma in presenza.
Le faccio tanti cari auguri
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma