Narcisista e complementare? Come uscire dalla maledizione?

Inviata da Luisa · 13 lug 2021

Caduta in una relazione tossica. So che non dovrei fare diagnosi, ma lui ha forti tratti narcisistici e io rispecchio perfettamente il profilo della complementare (anche i nostri vissuti d’infanzia parlano). Le dinamiche le avevo riconosciute prima di iniziare la breve storia “d’amore”, preceduta da un lungo periodo di amicizia e sapiente corteggiamento da parte sua, durante il quale mi rendevo conto che c'era qualcosa di sbagliato nel suo modo di vivere le relazioni. Ho tentato di resistergli anche per questo, oltre al fatto che ho una famiglia e non avevo mai tradito, ma non ce l’ho fatta, mi ha presa. L’amore mi ha confusa, ho pensato di essermi sbagliata, che fosse solo giovane, libertino e spavaldo. Anche se entrambi coscienti di non avere futuro, i suoi sentimenti sembravano sinceri. Ha chiuso lui poco dopo aver lasciato la fidanzata (non riusciva più ad avere rapporti) con la scusa che anch’io stavo compromettendo la mia famiglia e non voleva essere causa di una rottura, il ché gli procurava ansia, e, vista la sua indole, un futuro non ce l’avremmo comunque avuto. Giusto, ma credo fosse la scusa per scappare dall’intimità che si stava creando, quella che lui non è in grado e non vuole gestire. Due mesi di tira e molla, poi ha deciso - decide sempre tutto lui – di smettere di vederci. Da allora mi chiama regolarmente, scuse di lavoro o solo per sentirmi, dirmi che mi vuole bene e sembra sincero, a volte per mortificarmi, vantandosi dei successi con le donne o provocandomi su cose che sa mi infastidiscono. La solita altalena. Io non l’ho cercato quasi mai, ma ho sempre risposto.

Giorni fa mi ha chiesto come va con mio marito, si preoccupa, lo fa sempre, e poi se lo avevo sostituito: gli ho fatto intendere che forse c’era un altro uomo, per vedere la reazione. Si è irrigidito, nelle telefonate successive era freddo, offeso. Ho dovuto insistere con chiamate e messaggi per convincerlo e rimettere pace tra noi. Sono stata per lui una nuova bambola. Poi, si è stancato di giocare, mi ha messa sullo scaffale e lì devo restare. Nessun altro può giocare con me, perché sono sua e - forse! - potrebbe aver voglia di giocare ancora. Sono lì, affamata di ogni suo sguardo, a ogni squillo del cellulare, in attesa che lui mi prenda ancora, anche solo una volta.

Continuiamo a cercarci, ma questo ci fa bene e ci fa male, a entrambi. L’una soddisfa i bisogni dell’altro, in parte e a suo modo: bisogni nascosti e profondi che dovremmo imparare a soddisfare, ognuno da sé, ognuno a colmare il proprio vuoto.

Mi sento un’eroinomane in astinenza che cerca di smettere: riesco a fare tutto, lavoro, famiglia, ma il pensiero di lui non mi abbandona, a volte mi manca terribilmente, anche se so che una relazione con lui è alternare istanti di grande felicità a pugnalate al cuore e mortificazioni. Razionalmente voglio smettere, sono una donna volitiva e forte, credetemi, ma il cuore questa volta non ce la fa.

Che sia la dinamica tra un narcisista e una complementare o soltanto una relazione tra due persone che si vogliono bene (una pronta a costruire un rapporto e l'altro no), non lo so, ma elemosino consigli per uscire da questa maledizione.
Grazie per l'aiuto

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Miglior risposta 14 LUG 2021

Cara Luisa,
il coinvolgimento che ha provato -e che continua a provare nonostante la rottura- è ben tangibile dalle sue parole.
Sembra che nella relazione con questo uomo abbia trovato il modo più affine a sé per poter affermare se stessa. Probabilmente, si tratta di una relazione del tutto nuova che le permette di sentirsi in connessione con i suoi desideri e libera dalle aspettative altrui nei suoi confronti. Forse il motivo della sua "astinenza" è proprio questo: aver dovuto rinunciare alla sua dose di autostima, autoefficacia e libertà di essere se stessa.
Scostandoci, perciò, da etichette diagnostiche, che a poco possono servire in questa sede, mi chiedo: quanto si è concessa di ascoltare i suoi bisogni? Quanto le rinunce, nel tempo, hanno preso il sopravvento sui suoi reali desideri?
Potrebbe, forse, partire da questo per provare a fare un po' di chiarezza dentro di sé ed iniziare a colmare i suoi vuoti in modo più funzionale.

Resto a disposizione
Un caro saluto!
Dott.ssa Federica Beglini

Dott.ssa Federica Beglini Psicologo a Milano

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14 LUG 2021

Buongiorno Luisa,
dalle sue parole emergono chiaramente il dolore relativo al senso di perdita, ma anche delle consapevolezze in merito a quelli che potrebbero essere i suoi bisogni.
La fine della relazione l'ha portata a farsi delle domande in merito alla funzione che essa stessa ha svolto nel suo contesto di vita e per lei come persona. Credo che ampliare le consapevolezze in merito a queste dinamiche e ai suoi bisogni potrebbe aiutarla a fare maggior chiarezza in se stessa e probabilmente spostare il suo focus dall'esterno (la relazione) all'interno (lei stessa).
A questo proposito, un percorso psicologico potrebbe rivelarsi una scelta utile.

Anonimo-183359 Psicologo a Reggio Calabria

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14 LUG 2021

Cara Luisa,
La consapevolezza delle dinamiche difficili e disfunzionali nella coppia e la sua volontà ad uscirne è già un passo in avanti.
Nonostante la sua consapevolezza e determinazione le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico per cercare di uscire da questa relazione "tossica" che non le dà serenità.
Resto a disposizione anche online.
Cordialmente.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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14 LUG 2021

Cara Luisa,
L'unico modo che lei ha per modificare quanto avviene in questa relazione e decidere liberamente se stare o meno in questo rapporto e allo stesso tempo valutare se ci sono le caratteristiche di una relazione disfunzionale è quella di affidarsi ad un professionista che la aiuti ad affrontare un lavoro su sé stessa che le permetta di uscire da questa trappola in cui sembra essere caduta.
Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Camilla Ripa

Dott.ssa Camilla Ripa Psicologo a Torino

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14 LUG 2021

Cara Luisa,

Capisco che in te sia forte la necessità di categorizzare, ma consiglio di lasciare le diagnosi ai professionisti. Credo che sia palpabile il coinvolgimento verso questa persona, ma mi sembra che ci sia anche molta paura della dipendenza affettiva.
Sarebbe opportuno avviare un percorso di sostegno psicologico, per fare chiarezza e definire una direzione d'azione.

Un abbraccio

Dott.ssa Isabella Negri Psicologo a Reggio Emilia

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14 LUG 2021

Buongiorno Luisa,
a volte queste esperienze tossiche, come le chiama lei, servono per scoperchiare un bisogno interno inespresso. Si lasci aiutare senza giudicarsi per cominciare così ad aprirsi ad una nuova lettura della sua storia.
Rimango a disposizione e le porgo i miei più cordiali saluti
Dott.ssa Oriana Parisi

Dott.ssa Oriana Parisi Psicologo a Bari

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14 LUG 2021

Cara Luisa,
descrive dinamiche molto dolorose ed è consapevole della complessità della situazione. Già questo la porta ad essere in vantaggio rispetto alla modifica di ciò che causa e alimenta quanto racconta. Nonostante sia difficile, infatti, non è impossibile!
Al di là delle etichette diagnostiche o delle definizioni (che se prese alla lettera rischiano di far perdere una fetta importante di realtà), è necessario che Lei intraprenda un percorso psicologico orientato ad approfondire le sue personali caratteristiche e lo stile relazionale di attaccamento, oltre che alla sua storia di vita, le esperienze, le credenze distorte ed eventuali distorsioni cognitive che alimentano quanto riporta. Una volta individuate le aree di miglioramento si lavora sulla loro modifica, mettendo in luce e basandosi sulle sue risorse.
Nelle relazioni disfunzionali è necessario capire cosa porta ad accettare e cercare tanta sofferenza, e a quali “vantaggi secondari” conduce il tutto, per poter agire trasformativamente sulla realtà.
Le conseguenze delle complicanze purtroppo possono ricadere ad ampio raggio sulla sua vita, in modo pervasivo rispetto ad altri vari ambiti (lavorativo, amicale, famigliare, ecc.). Dunque bisogna iniziare da subito.
Resto a Sua disposizione qualora sia pronta a prendersi cura di se stessa o anche solo se ha bisogno di informazioni o dettagli utili (ricevo anche online).
Le auguro di prendere presto in mano la sua vita e condurla verso un amore maturo, quello per se stessa!
Saluti,
Dr.ssa Annalisa Signorelli

Dott.ssa Annalisa Signorelli Psicologo a Belvedere Marittimo

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14 LUG 2021

Carissima Luisa, i consigli sulla relazione non possiamo darteli perché uno psicologo non è un consulente matrimoniale. Invece è importante che tu intraprenda al più presto un percorso diagnostico e di terapia per mettere ordine dentro di te e trovare la forza di scegliere e di agire per il meglio. Tanti auguri di buona riuscita e un caro saluto.

Dott. Vincenzo Crupi Psicologo a Palermo

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14 LUG 2021

Buonasera, come prima cosa le posso dire che le autodiagnosi e le diagnosi su terzi purtroppo non portano mai a nulla di buono, perché si basano su sistemi di credenze e convinzioni sociali e personali che non sempre corrispondo a criteri scientifici.
Le consiglio di iniziare quanto prima un percorso su di lei per capire meglio cosa cerca cerca nelle relazioni, le origini dei suoi comportamenti autolesivi e le risorse necessarie per riprendere in mano la sua vita.

Alessandra Morosinotto Psicologo a Alessandria

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