Salve, mi sono chiesto in questo ultimo periodo se fosse una cosa "normale" provare sentimenti contrastanti verso il proprio terapeuta. E' ormai da qualche anno che sono in cura e non avevo mai provato così tanta rabbia verso di lui.. ho paura però a dirgli ciò che penso.. se mi "respingesse" o mi "mandasse a quel paese"? non sono un gran chiacchierone, nè ho facilità nell'esporre i miei disagi però questa rabbia che ho dentro la percepisco e non riesci più a trattenerla..
mi irritano certi suoi atteggiamenti, certe sue frasi..
poi però mi chiedo : ma è una cosa che succede in un percorso di terapia? forse non abbiamo instaurato un buon rapporto terapeutico? forse non sono adatto?
grazie a chiunque mi risponderà.. buon weekend.
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12 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 7 persone
Caro Marco,
il rapporto paziente-terapeuta é, come tutti i rapporti umani, soggetto ad una pressoché infinita gamma di emozioni ed evoluzioni.
Cosa la fa arrabbiare cosí tanto? Quali atteggiamenti? Perché?
Il mio invito é quello di concedersi la possibilità di parlarne con il suo terapeuta, sebbene immagino che il suo timore di poter essere respinto la possa frenare.
Sarebbe interessante capire cosa la porti a formulare questo tipo di anticipazione sulla possibile risposta del suo terapeuta per riflettere insieme sulla vostra relazione terapeutica. Affinché le sia utile é necessario che lei possa sentirsi accolto a prescindere dal tipo di emozioni che porta nella stanza della terapia.
Direi inoltre che non è proprio possibile che lei non sia "adatto", potrebbe essere invece che con questo terapeuta non si sia instaurata una buona alleanza o che stiate vivendo un periodo particolare.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,
14 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve, forse questa rabbia e la stessa paura nell esprimerla, la paura del rifiuto, sarebbero importanti temi da condividere col suo terapeuta proprio per la terapia stessa. Probabilmente questi sentimenti dicono qualcosa di importante di lei per cui sarebbe proprio con lo scopo di sfruttarli per capire un altro pezzetto di lei che sarebbe opportuno condividerli.
Dr.sia Eva Zangirolami Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Trento - Riva del Garda
14 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Caro Marco
il suo psicoterapeuta le avrà chiarito, immagino, all'inizio del suo percorso, che la sincerità è fondamentale nei confronti del proprio terapeuta, affinchè lei ne tragga vantaggio, bisogna che non si nasconda e superi il timore di "offenderlo", se cosi si può chiamare la sua paura di essere respinto. Lei sa bene che uno psicoterapeuta è lì per lei e per darle comunque delle risposte utili per lei e per la sua evoluzione. Quindi si deve sforzare, anche se le costa fatica o le sembra impossibile, di affrontare l'argomento , in modo da superare questo scoglio. Sappia che dietro questa difficoltà c'è un suo modo di stare al mondo, una modalità di relazione con gli altri che le da temere probabilmente il giudizio altrui, forse ha subito in passato, o quando era più piccolo, degli atteggiamenti di riifuto senza potersi opporre. Il sentimento di impotenza che ne deriva lo potrebbe rivivere oggi , non a caso, nel rapporto col suo psicoterapeuta. Forse le potrebbe ricordare qualcuno coi suoi modi di fare, di relazionarsi. Qualcuno che le dà molto fastidio o le ha creato problemi in passato, problemi in lei non ancora del tutto risolti. Il suo terapeuta , specchio delle sue problematiche, le ha fatte evidentemente riemergere, approfitti quindi di questa opportunità per chiarirsi e parlare con lui di ciò che le accade, sinceramente. Vedrà che non sarà respinto, ma aiutato.
Coraggio, vada avanti, non si ritragga. Se vuole mi riscriva se necessario. Cordiali saluti.
Dott.ssa Paola Federici
Psicologa psicoterapeuta
Binasco e Milano
14 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Caro Marco, non solo è normale vivere, in certe fasi del percorso terapeutico, i sentimenti che descrivi verso il terapeuta Anzi. Sembra paradossale, ma sono il segno che il processo si stà sviluppando nel modo migliore. Quindi esternali senza timore alcuno al Tuo terapeuta.
Qualsiasi bravo terapeuta non solo è pratico di queste manifestazioni ma ci spera. La rabbia, l'ostilità, la svalutazione, se dette, anche gridate, in seduta, sono una benedizione per il lavoro che stai compiendo. Non sono transfert negativo, come a volte si sente dire, anzi. Il vero transfert negativo è quando il paziente se ne và e non torna più. Quindi coraggio, che stà andando tutto bene.
RicordaTi che la regola dell'analizzato è di dire TUTTO, senza censure nè paure, nè reticenze. Sarai stupito di come questo Ti aiuterà e aiuterà il Tuo terapeuta ad aiutarTi.
Auguri di buona prosecuzione ! Cordialmente. Dr. Marco Tartari
13 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Caro Marco,
la rabbia di per sè non è un'emozione che ci informa che la terapia sta andando male. E' anche possibile che sia stata volutamente sollecitata dal suo terapeuta per provocarla su alcune tematiche e farla muovere verso il cambiamento.
Cosa la fa arrabbiare?
Inizi ad indagare inoltre se la paura di essere respinto la sperimenta solo con il terapeuta o in altre relazioni.
Rimango a disposizione
cordiali saluti
Dott.ssa Monica Salvadore
Psicologa Psicoterapeuta
Torino
13 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Gentile Marco, lei è in terapia già da qualche anno. Quel che mi viene da pensare non è tanto che la vostra relazione terapeuta-paziente non sta funzionando, quanto piuttosto che sta evolvendo verso un qualcosa che forse il suo terapeuta stesso voleva.
La rabbia verso il terapeuta è un sentimento abbastanza comune, ma è anche indice di qualcosa che va analizzato, portato fuori e gestito. Il consiglio è quello di esprimere i suoi sentimenti al suo terapeuta. Se è un buon professionista non la manderà a quel paese ma cercherà di trovare insieme a lei delle soluzioni.
In bocca al lupo
Dtt,ssa Denaro Francesca
13 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Salve Marco, può capitare di provare rabbia (anche forte) verso il proprio terapeuta. Non è necessariamente una cosa negativa, nel senso che non indica necessariamente che la relazione terapeutica non è ottimale o che la terapia non sta funzionando. Anzi, a volte succede che la rabbia si sviluppi perché il terapeuta ha volutamente toccato dei "punti sensibili" con un preciso obiettivo.
Ovviamente, con così poche informazione è difficile capire il significato di questa rabbia nel suo caso, ma lei sicuramente ha più elementi a disposizione per riflettere su questo. In particolare, le consiglio di pensare a quanto questa terapia la sta aiutando in relazione all'obiettivo terapeutico che vi siete prefissati perché penso che questo sia l'elemento fondamentale per valutare la qualità della relazione e della terapia stessa.
13 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Gentile Marco, la sua reazione e i suoi sentimenti di rabbia nei confronti del terapeuta sono piuttosto frequenti e normali. Anzi, può essere una chiave di lettura ulteriore da portare in colloquio con il suo terapeuta. Deve sentirsi libero di esprimersi, il suo terapeuta non la respingerà, ma si soffermerà su quanto accaduto e probabilmente sarà per lei un momento in cui approfondire aspetti di se in relazione con gli altri.
Rimango a disposizione.
Cordiali Saluti.
Dott.ssa Antonella Deninno.