Ho cinquant'anni e da cinque ero l'unico caregiver di mia madre che soffriva di Alzheimer ed era non vedente. La sua scomparsa è stata dovuta al fatto che quando beveva, l'acqua finiva nei polmoni, finché si sono riempiti. Non credo, e non sono l'unico figlio che ami la propria madre, ma tra noi c'era un rapporto a dir poco speciale. Anche quando si "litigava", finiva tutto con un abbracccio ed un sorriso. Ero il suo unico confidente, mi ha raccontato tutta la sua vita, molto dolorosa, e mi ha aanche trasferito queste angosce. Ho fatto una scelta di vita importante, anziché sposarmi e seguire il mio lavoro, con l'aggravarsi delle sue condizioni, ho mollato tutto per lei. da circa tre anni. E lo rifarei tranquillamente, anche se vi lascio immaginare il prezzo che ho dovuto pagare. Adesso mi è crollato il mondo addosso, anche il fatto di pensare che abbia cessato di soffrire, non mi consola. Guardo il suo letto e spero di trovarla coricata come sempre, sono davvero inconsolabile, e se leggo che qualcuno dice che per elaborare il lutto ci possano volere anche 18 mesi, impazzisco alla sola idea. Ho cercato qualcuno che mi possa aiutare, na per ora anche 70 Euro al mese non me i posso permettere. L'ho fatta cremare come da sue indicazioni e dormiamo abbracciati, con l'urna tra le mie braccia.
Vi prego di darmi il vostro contributo, sarà sicuramente gradito.
Grazie.
Maurizio
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20 MAG 2020
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Gentile Maurizio,
dal punto di vista umano lei ha tutta la mia comprensione e condivisione del dolore per la perdita subita.
Tuttavia dal punto di vista professionale ritengo che occorrerebbe rivisitare la sua storia di vita per ricostruire le motivazioni e le ragioni attraverso cui si è formato con sua madre un legame forse simbiotico che in quanto tale non è stato per lei psicologicamente funzionale per cui il ricordo di esso, al fine del suo benessere, necessita di essere risistemato tramite un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
20 MAG 2020
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Gentile Maurizio,
dal punto di vista umano lei ha tutta la mia comprensione e condivisione del dolore per la perdita subita.
Tuttavia dal punto di vista professionale ritengo che occorrerebbe rivisitare la sua storia di vita per ricostruire le motivazioni e le ragioni attraverso cui si è formato con sua madre un legame forse simbiotico che in quanto tale non è stato per lei psicologicamente funzionale per cui il ricordo di esso, al fine del suo benessere, necessita di essere risistemato tramite un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
16 MAG 2020
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Caro Maurizio,
Le fa' onore la cura che ha avuto per sua madre. Prendersi cura di un genitore rafforza ancora di più il legame affettivo genitore - figlio, arrivando quasi ad uno scambio di ruoli, dove si diventa il genitore del proprio genitore, nel suo caso di sua Madre. Prima della cosiddetta fase dell'elaborazione del lutto credo ci sia la necessità di fare un salto indietro, e fare mente locale sulla sua vita di prima rilevando gli aspetti della sua vita che non fossero legati a sua mamma. Quando perdiamo una persona a noi cara non perdiamo solamente la persona in sè, ma perdiamo anche una parte di Noi; per questo è importante rispolverare quelle parti di Noi che esistevano ed esistono indipendentemente da quella persona.
Per l'elaborazione del lutto, invece, oltre al tempo, come tutte le culture suggeriscono, può essere d'aiuto il salutare la persona cara, attraverso un rito o un saluto personale.
Le mie più sincere condoglianze e un caro saluto.
Dott.ssa Claudia Florea
16 MAG 2020
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Gentile Maurizio,
Il vissuto del lutto di un proprio caro, a cose normali, genera smarrimento e sofferenza psicologica ma, da quello che leggo, sembra che il rapporto con la sua mamma fosse qualcosa da cui dipende il suo senso di stabilità personale e la sua progettualità. Di conseguenza, la perdita di questa fondamentale alterità (e tutto quello che ne consegue) rende la sensazione del "cadermi il mondo addosso" più che comprensibile.
Ognuno di noi ha i propri tempi per elaborare un lutto, ma in questi casi sarebbe opportuno essere accompagnati da un professionista.
Resto a disposizione, se desidera.
Un caro saluto,
Dr.ssa Irene Mosca